Riforma: attrici e attori in agitazione

19 Aprile 2016

Nella giornata di ieri, al Teatro Quirino di Roma, si è tenuta una assemblea dal titolo significativo: “Dentro il decreto, sopravvivenza e progettualità”. Da mesi, infatti, il settore teatro (e non solo) è alle prese con la faticosissima messa a regime di un nuovo regolamento ministeriale, che ha trasformato il sistema nazionale. La riforma, voluta da Mibact di Dario Franceschini, pur condivisibile nelle sue iniziali linee guida, si è via via tramutata in un pasticciaccio che ha scontentato un po’ tutti. Oggi, al Ministero, il nuovo direttore generale, Ninni Cutaia, da poco insediato, sta cercando di sanare la situazione. Ma il mondo del teatro è giustamente preoccupato e emergono problemi piuttosto complicati: al Quirino, il padrone di casa, Geppy Gleijeses, a nome del “Movimento difesa spettacolo dal vivo”  (difesaspettacolodalvivo@gmail.com) ha riassunto la situazione, specificando e illustrando alcuni casi particolarmente “critici” e ha poi lasciato la parola all’avvocato amministrativista Marco Orlando, che sta seguendo alcuni tra i ricorsi (sono oltre 100) che attendono una decisione del Tar, e che potrebbero bloccare completamente la riforma per come applicata sino ad oggi. Insomma, una situazione ribollente e ingarbugliata, di cui fanno le spese, prima di tutto, gli attori: troppo spesso ritenuti gli ultimi della filiera produttiva e invece reali protagonisti e imprescindibili della vita teatrale. Per questo, tra gli interventi della giornata, segnalo quello di Daniela Giordano, che ha dato lettura di un interessante e articolato documento redatto dal gruppo Facciamolaconta, che riunisce quasi 300 tra attrici e attori professionisti.

Volentieri ne pubblico un ampio estratto in questa pagina:

 

Siamo un gruppo di attrici e attori professionisti (al momento 266) che si è riunito spontaneamente sotto la denominazione di Facciamolaconta, per studiare ed entrare nel merito attraverso monitoraggio e proposte nelle molte problematiche di sistema che riguardano la nostra categoria.

Quante volte la parola “attore” ricorre nel decreto Franceschini? Nessuna

Si parla di “nucleo artistico” per definire la percentuale degli Under 35 (Art 18, art 22, 26 e 33). Nell’art 10 si definisce che il 50% ( ora 40%) del “personale artistico” deve coincidere con quello dell’anno precedente. Nell’articolo 43 nella sezione  Promozione si parla di contributi finalizzati al ricambio generazionale degli artisti. Nell’articolo 42 nella sezione Festival Multidisciplinari gruppi di artisti ospitati si menzionano gli artisti di strada (art 18), gli artisti lirici, (art 19 e 21), gli artisti circensi (art 34). E gli attori e le attrici di prosa?

Si può fare il teatro di prosa senza gli attori e le attrici? No!

Perché il Decreto pare avere remore nell’ usare la parola “attore”? Perché fa solo riferimento al “nucleo” o al “personale artistico”, termini cosi generici da non restituire centralità a coloro che sono insieme allo spettatore i pilastri del Teatro? Ci sono tante figure NECESSARIE allo spettacolo dal vivo, ma solo due INDISPENSABILI. Il Decreto sembra ignorare lo stato di crisi occupazionale del personale artistico del nostro paese e perde un’importante occasione: il riconoscimento dell’atipicità del lavoratore dello spettacolo.

Auspichiamo che si affronti una volta per tutte la questione delle tutele  degli attori e delle attrici come lavoratori intermittenti, chiediamo il riconoscimento dello stato giuridico dell’attore, come norma che deve essere inserita in questo Decreto.

Negli ultimi 10 anni la figura dell’attore teatrale, si è ibridata: non più solo interprete  scritturato, ma operatore culturale, produttore, esperto in comunicazione, attrezzista, tuttofare , regista e spesso autore. Proprio per questa molteplicità di saperi che  completano la nostra figura professionale di attori, siamo in grado di leggere e comprendere Norme e Decreti. Il sistema teatro in Italia, nel suo insieme di individui ed imprese, si è dimostrato mobile, adattabile, elastico molto più di altri settori produttivi italiani, questo però non significa che sarà possibile farlo per sempre, o che si sia disposti a farlo per sempre. Cosa c’è di veramente penalizzante in questo decreto per quanto riguarda il tema occupazione del personale di palcoscenico?

Occupazione

Perché in un decreto pieno di numeri non sono specificate le giornate lavorative del Personale Artistico, alias attori? Perché non esiste un obbligo di impiego di un numero di attori congruo al Fus ricevuto? Quanti dei soldi ricevuti dal Fus sono stanziati per occupare gli artisti?

C’è un problema di trasparenza. I Dati occupazionali veri e propri mancano. Tranne in rari casi, dai bilanci dei teatri pubblici pubblicati ,non si riesce ad evincere quanti e quali investimenti siano fatti sugli attori. È essenziale che il MIBACT attivi un meccanismo virtuoso che monitori in modo puntuale i numeri dichiarati da ciascun soggetto e il reale sviluppo dei progetti finanziati, nonché li renda noti e trasparenti e preveda anche la revoca del contributo nel caso non venga rispettato il CCNL e  si prenda l’onere di tutelare e proteggere i pilastri del mondo del teatro: gli attori.

Questione Under 35 e Scuole

Il ricambio generazionale va bene, ma applicato al teatro suona strano. Il teatro è sempre stato un luogo intergenerazionale, con ruoli per attori giovani , caratteristi, primi attori. Agevolare una fascia, quella degli under 35, discriminando di fatto il resto della categoria “gli over 35”, è un abuso motivato da interesse e demagogia. Interesse  a creare un grande bacino di lavoratori a basso costo, in “perfezionamento”,  utilizzabili per 2/3 anni,  che verranno a loro volta rimpiazzati e lasciati fuori dal  mercato; e scelta demagogica poiché usa la propaganda sull’occupazione giovanile trascurando il percorso per arrivare ad una maturità artistica. Come se un’azienda occupasse solo stagisti. Domanda: è legale? E qual è lo scopo del Decreto,  che ignora l’altissima  disoccupazione tra i professionisti, quando prevede di dotare ogni Teatro Nazionale di una scuola di teatro per attori, in un panorama già saturo di scuole  di teatro, senza alcuna definizione giuridica del percorso formativo necessario alla qualificazione professionale dell’attore, se non garantire  un continuo flusso di lavoratori a basso costo “in perfezionamento”?

Tutele e ammortizzatori sociali

Prima di pensare ad un ricambio generazionale bisogna  creare ammortizzatori sociali idonei alla specificità del nostro lavoro. Come si può pensare di andare verso la creazione di  compagnie stabili, così come è indicato nel Decreto, con l’obbligo per i teatri di rioccupare il 40% del personale artistico dell’anno precedente, senza prevedere gli ammortizzatori sociali per questo 40% nei  periodi  di sospensione tra una scrittura e l’altra? E soprattutto, quali fasce di lavoratori verranno rioccupate, quelle in perfezionamento under 35 o gli over35 e in che percentuale? Inoltre, chiediamo che venga fatta chiarezza sulla normativa fiscale: (…) la possibilità di estendere l’accesso agli ammortizzatori sociali anche agli attori e alle attrici che sono costretti ad avere la partita IVA.

L’ARTISTA è un operatore culturale che ha una responsabilità sociale e civile nella società, così come ci è stato riconosciuto.

La raccomandazione concernente lo status dell’artista adottata dall’Unesco il 27 ottobre 1980 prevede che “poiché la libertà di espressione e di comunicazione è il prerequisito essenziale di ogni attività artistica, gli stati membri dovrebbero far sì che agli artisti sia riconosciuta inequivocabilmente la tutela prevista al riguardo dalla legislazione nazionale ed internazionale concernente i diritti umani” (parte III, par. 6).

Per questo siamo convinti che gli artisti debbano essere ascoltati e che per noi  partecipare all’elaborazione e all’esecuzione delle politiche culturali nazionali sia un passaggio imprescindibile per garantire:  una più alta offerta culturale, migliori condizioni di lavoro, un’evoluzione del settore nel suo complesso in grado di garantire lo sviluppo e la tutela del talento per l’intera vita dell’artista.

FACCIAMOLACONTA: facciamolaconta@gmail.com oppure: https://www.facebook.com/FACCIAMOLACONTA-1133798013321114/

 

 

 

 

TAG: dario franceschini, Facciamolaconta, Geppy Gleijeses, Marco Orlando, MiBACT, Movimento difesa spettacolo dal vivo, Ninni Cutaia, Teatro Quirino
CAT: Teatro

Un commento

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

  1. patcigliano 8 anni fa

    Ma dove eravate, tutti, attori italiani, quando cominciava tutto negli anni 90? In tournée? A fare gli individualisti sindacali? A puntare i piedi per un riposo mancato? Dovevate “vedere” molto prima. Tutto.

    …Io che si sarebbe arrivati a questi estremi lo cominciai a dire a metà anni 90, in tutte le interviste su carta, radio e TV. Quando cominciai a capirci qualcosa “da dentro” avendo una compagnia NON riconosciuta. E molti giornalisti mi davano del pessimista, e non essendo “di moda” né protetto da nessuno, mi snobbarono in molti (!!!). Ora che stanno tutti col culo per terra, fanno gli idealisti? ….Avete magnato prima, mo’ digerite!

    Rispondi 0 0
CARICAMENTO...