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Lifestyle

Cosa accadrà nel 2016?

di Giovanna Taverni
4 Gennaio 2016

Non serve Nostradamus o un qualche profeta improvvisato del Novecento per capire cosa accadrà nel 2016, è tutto già suonato, sappiamo tutto anche ignorando le declinazioni con cui accadrà. Ci sarà la guerra, innata nelle corde umane, e ci sarà anche spazio per l’amore, altrettanto innato come istinto, così feroce che i poeti non smettono di cantarlo sin da quando è nato l’alfabeto. In Siria continuerà a scorrere il fiume Tigri, e insieme al suo corso passerà sotto i nostri occhi annichiliti il delirio del mondo, una piccola ferita nel cuore del Medioriente dove si continua a provare a sfuggire alla morte e al veleno delle giornate. In Occidente scorreranno ancora i torrenti e anche una profonda litania che alterna disperazione e vita, giornate intarsiate da malumori, piogge desiderate a traffico alterno, che quando arrivano diventano motivi di lamenti metereopatici. Intanto il ragazzino qualunque comincerà a camminare verso rotte ignote nella sua storia privata e intima di immigrazione verso l’altrove, o forse comprerà semplicemente un nuovo smartphone attraverso cui raccontarsi al mondo e imparare come raccontarlo. La ragazzina qualunque all’angolo della strada si lascerà conquistare dagli occhi di un furfante, come una preda che sceglie tra le mille possibilità che in fondo solo da lei dipendono.

E avremo fame, e avremo sete, come sempre. Ci ritroveremo improvvisamente catapultati in un’altra cena di Natale e Capodanno, come se niente fosse successo nel frattempo. Ma c’era l’inverno, la primavera, l’estate e l’autunno a cui rendere conto, in quell’eterno ritorno nietzschiano di tutti gli anni. C’era la polvere da sparo in qualche zona del mondo, e c’era chi andava al lavoro cantando e bestemmiando. C’erano le religioni, ancora una volta, nel 2016, a nessuno riusciva di rinunciare totalmente alle credenze per sboccare nell’estremismo laico, e c’era ancora la politica che si asseconda alla religione. I nichilisti erano messi al bando, e poi riutilizzati per il mercato delle idee, o per vendere un profumo su internet alla vecchia signora divorziata in cerca di un compagno in chat con cui finire le stagioni. Nell’Apocalisse o in qualche terzina a caso ritroveremo vecchi echi di attentati in giro per l’Europa, come premonizioni furiose, ma che dire di tutto quello che hanno mancato di raccontare i profeti? La blasonata Terza Guerra Mondiale (a pezzetti, dice il Papa) prima o poi finirà per arrivare per quanto evocata, perché è così che ci ostiniamo a vivere da millenni, attraversati da sconquassi e religioni secolari, rigurgiti di ateismo e vecchie ostinazioni. Forse un giorno rinunceremo ai droni per combattere con altre armi ancora più sofisticate e peggiori, e come un tempo ci si armava di spade per andare alla guerra così passerà pure quel tempo. Da una parte i dannati della terra e i diseredati, dall’altra i vincitori che fanno la Storia. Tutti noi nel mezzo, a subire il lamento degli innocenti, che ci sono sempre stati e sempre verranno. E che chissà se un giorno conquisteranno l’ambito premio di personaggio dell’anno su Time Magazine.

In fondo anche il 2016 lo conosciamo già, come un qualunque 2666. Ci saranno momenti meravigliosi, e momenti da rottamare. Nel frattempo possiamo dirci sopravvissuti.

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