Partiti e politici
La lezione di Matteotti e Milano
Inaugura a Milano il Circolo Matteotti e credo sia una notizia da salutare positivamente: serve più discussione e cultura politica e ogni organizzazione che va in questo senso può dare un contributo. Così come credo che siano ingenerose le critiche che sottolineano che tra i promotori attivi non c’è neanche un socialista, ma renziani di vecchio e nuovo conio, radicali ed ex comunisti. Di fronte alla lezione di Giacomo Matteotti siamo tutti studenti, non è patrimonio esclusivo di un segmento della politica.
Piuttosto trovo un certo disallineamento tra le posizioni in politica estera, che paiono essere l’oggetto sociale del circolo, e quelle di Matteotti. Per intenderci, fu sostenitore della “neutralità assoluta” a qualunque costo. Certo, è impossibile sapere cosa penserebbe il segretario del PSU delle vicende del presente, ma nella storia socialista ci sono posizioni in politica estera forse più simili a quelle che il circolo si impegna a sostenere: penso alla scelta (epocale) di Pietro Nenni di restituire il premio Stalin e agli anni di Gianni De Michelis alla Farnesina. Ambedue ministri degli esteri, rispettivamente all’inizio e alla fine della guerra fredda.
Ma più la lezione è alta più, si diceva, ci possiamo candidare a esserne al massimo studenti.
Vedo invece una grande potenzialità da non sprecare. Matteotti partecipò solo alla prima giornata dello sciagurato congresso di Livorno. Lo abbandonò per correre a Ferrara dove i fascisti e i loro simpatizzanti avevano appena arrestato il gruppo dirigente cittadino. Le grandi questioni (e in qualche caso farneticazioni) dei massimalisti sui soviet potevano attendere di fronte alla cronaca, ai fatti concreti.
A Milano, dove il circolo avrà il suo epicentro, un lavoratore su dieci è pagato meno della soglia minima di povertà.
Una vergogna inaccettabile ovunque, a maggior ragione in una città governata da ormai 13 anni dal centro sinistra.
Per questa ragione Adesso! e altre realtà sensibili al tema portano avanti una battaglia per stipendi giusti, che riequilibrino il pessimo rapporto tra salari e costo della vita.
Una battaglia che fronteggia uno schieramento immobilista che mette insieme i conservatori di sinistra (che hanno ragioni ideologiche sovente incomprensibili) e quelli di destra (che viceversa hanno ragioni materiali non condivisibili, ma del tutto comprensibili).
Il nuovo Circolo Matteotti scelga di partire da questa sfida, con un segnale chiaro in occasione della prima uscita ufficiale.
La Milano che lavora non può più aspettare.
Vi aspettiamo al nostro fianco.
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