Ciampi e inciampi

17 Settembre 2016

Carlo Azeglio Ciampi era un pezzo (pregiato) di una cosa che nell’Italia di oggi scarseggia: la classe dirigente. Formatasi in una fase storica, successiva alla seconda guerra mondiale, in cui i contrasti, anche ideologici, erano fortissimi, ma non per questo si smarriva il senso del bene comune e degli interessi indisponibili dell’Italia. Quella fucina s’è spenta da tempo, con guasti che si vedono a occhio nudo.

Avendo avuto Ciampi responsabilità di primo livello e di diversa natura, è evidente che nelle cose da lui fatte ce ne sono diverse che ciascuno può valutare criticamente, in senso positivo o negativo. L’agiografia del defunto rientra nelle tradizioni, ma si esaurisce in fretta. Quel che, però, non ha il minimo senso, è vederlo descritto, nell’esaltazione o nella deprecazione, come l’uomo che ci ha portati nell’euro, quando non nell’Europa. Bubbole senza memoria.

L’euro non nacque il giorno in cui cominciò a circolare la moneta unica, ma assai prima. A battersi su quel fronte, allora, alla Banca d’Italia c’era Guido Carli, che poi si ritrovò ministro del tesoro (governo Andreotti, indicato dalla Democrazia cristiana), quando furono negoziati i trattati che ne segnarono l’avvio. L’euro è figlio del serpente monetario, poi Sistema monetario europeo. Un processo lungo, influenzato, certo, ma non frutto di una singola personalità, quale che essa sia. Rischiammo di restare fuori non quando si coniò l’euro, ma assai prima, quando si trattava di aderire allo Sme. In quell’occasione il ruolo decisivo lo ebbe Ugo La Malfa, che preso atto dell’opposizione comunista, argomentata da Giorgio Napolitano, assicurò che il governo sarebbe caduto ove non avessimo dato l’assenso. Entrammo e a fare cadere il governo furono i comunisti. Storia lunga, come si vede.

In quanto all’Europa, la memoria s’è corrotta assai, se solo si pensa che l’esserci “entrati” sia una scelta fatta da uno e in un momento. La realtà è che contro l’integrazione europea si battevano solo due forze: i neofascisti, ancorati a un nazionalismo che aveva già infettato la storia precedente, e i comunisti, adepti di un internazionalismo che aveva nell’Unione Sovietica lo Stato guida. Il resto era europeista e, più o meno entusiasticamente, atlantista. Né poteva essere diversamente, se solo si prova a ricordare in quale contesto internazionale vivevano quei sentimenti.

Solo l’Italia di oggi, presa nella frenesia di una faziosità senza idee, tesa a leggere se stessa non come figlia di una storia, ma come oggetto di manovre e prepotenze, s’arrischia ad una rappresentazione fumettistica che sarebbe ridicola, se non avesse tratti di follia.

 

www.davidegiacalone.it

@DavideGiac

TAG: europa
CAT: Istituzioni UE

8 Commenti

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  1. aldo-ferrara 8 anni fa

    Caro Sottosegretario alla PI o MIUR, nel Suo alto ruolo saprà certamente che la storia è un po’ più complessa, un po’più articolata. Ciampi, laureato in lettere, era il responsabile del giornale sindacale della BI a Livorno e collaborava con Tommaso Fulfaro, direttore del medesimo da Roma. Tommaso, anzi il Barone Fulfaro, cugino di O.L. Scalfaro, fu poi collaboratore di Sergio Garavini quando nacque Rifondazione. Un pabulum “politico” dunque che faceva di questo banchiere un esperto di Economia capace però di navigare le acque difficili della BI all’epoca di Sarcinelli e Paolo Baffi. Un uomo che ha saputo tenere le posizioni della Banca in momenti turbolenti, certo ma che tuttavia, unitamente a Prodi, ha iniziato una politica di dismissione di imprese pubbliche di straordinaria portata, non sempre approvabili. Era il periodo in cui la parola magica “privatizzazione” sembrava risolutrice di problemi, invece si avviava la decomposizione della politica di salvaguardia dello Stato verso aziende private e finiva la politica delle partecipazioni statali intese come mix di pubblico che controlla il privato. Adesso ci avviamo ad una fase opposta. Ampio e doveroso rincrescimento per il decesso di una Personalità di indubbio valore umano e portatore di principi di onestà e correttezza ma il giudizio politico è un’altra cosa.

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  2. beniamino-tiburzio 8 anni fa

    Finalmente un po’ di cronaca con attendibilissima Storia Patria.

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  3. beniamino-tiburzio 8 anni fa

    Sono d’ accordo anche con aldo-ferrara.

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  4. evoque 8 anni fa

    Visto che lei è giornalista di Libero, mi piace ricordarle il titolo che il suo giornale, in edicola domani, ha dedicato a Ciampi: ” Lutto per uno mai eletto”.
    Che dire? Volgarità e fuffa come al solito.

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  5. francesco-cappello 8 anni fa

    Carlo Azeglio Ciampi ha contribuito enormemente allo smantellamento dello Stato italiano. Insieme ad Andreatta è stato fautore del “divorzio” tra Tesoro e Banca D’Italia. In pratica la rinuncia alla Sovranità monetaria su cui si basa anche quella politica. Dobbiamo ringraziarlo dell’enorme crescita del debito pubblico diretta conseguenza di quella scelta scellerata e anticostituzionale

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  6. davidegiacalone 8 anni fa

    Gentile evoque, a parte che i giornali non sono delle sette e manco dei partiti (e sono grato a Libero per la libertà che mi ha sempre assicurato), comunque collaboro al Il Giornale e, da molti anni, tutte le mattine faccio un editoriale per Rtl 102.5. Nelle poche ricche di questo pezzo, del resto, non pensavo certo di riassumere l’intera riflessione sull’opera di Cimpi (ricordando che il libro che impietosamente scandagliò il modo in cui furono fatte le “privatizzazioni”, Razza Corsara, è mio). Ho preso solo due punti: l’Europa e l’euro. Sui quali, in occasione della scomparsa, è capitato di leggere balle galattiche.

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    1. evoque 8 anni fa

      Gentile Giacalone, non vorrà sostenere che i due giornali – Libero e Il Giornale – non siano schieratissimi? Le ricordo un titolo, molto ben evidenziato, del Giornale di qualche mese fa, diceva, più o meno: ai migranti (o forse clandestini?) lo Stato paga anche le prostitute. Andando però a leggere l’articolo era chiaramente spiegato che alcuni utilizzavano i due euro giornalieri per pagarsi una prostituta. Migrante (o clandestina?) pure lei. Ma chi si fosse fermato al titolo….

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  7. stefanogolfari 8 anni fa

    Bella lettura, molto interessante e opportuna. Oltre la disperazione, c’è un filo che la porta fino a noi? My opinion in 10 seconds: l’URSS non c’è più, ma i Nazionalismi sono rinati e ingrassano. L’agiografia del defunto è fastidiosa, vero, se viene da attempati ex-Comunisti. Ma sono le urla del giovane Salvini che mi preoccupano.

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