Dossier Onu: ogni due minuti nel mondo una donna muore per gravidanza o parto

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23 Febbraio 2023
I dati che emergono dall’ultimo rapporto delle Nazioni Unite dimostrerebbero come l’assistenza sanitaria sia da considerarsi ancora un lusso per molte zone della Terra dove le donne pagano il prezzo di essere donne

 

Stando ai dati diffusi dal dossier dell’ONU sulle “tendenze della mortalità materna”, ogni due minuti nel mondo una donna morirebbe a causa della gravidanza o del parto. Una situazione gravissima che denoterebbe come ancora l’accesso all’assistenza sanitaria sia considerato un lusso in molte parti del mondo, dove le donne pagano semplicemente il prezzo di essere donne, potendo generare la vita. La maternità, oggi dunque, rappresenterebbe un pericolo concreto per la salute femminile in diverse zone della Terra.

Il report, che indaga sui decessi materni globali nell’arco temporale che va dal 2000 al 2020, mette in risalto come proprio nel 2020, le morti in oggetto corrisponderebbero ad un numero altissimo: 287 mila. Una leggera diminuzione si è registrata solo tra il 2000 ed il 2015, per lasciare poi spazio a parabole discendenti e strazianti.

In particolar modo, in Europa ed in America Latina e zone caraibiche, tra il 2016 e il 2020, si è avuto un incremento del tasso di mortalità materna del 17 e del 15%. Mentre, in Australia e in Nuova Zelanda, così come pure nell’Asia centrale e meridionale, sempre  nello stesso periodo, la diminuzione registrata è stata considerevole, con un meno 35 per cento e meno 16 per cento.

Dal canto suo l’ UNICEF, per bocca del suo direttore esecutivo, Catherine Russell , commenta così la gravità dei dati: “Per milioni di famiglie il miracolo del parto è segnato dalla tragedia delle morti materne. Nessuna madre dovrebbe temere per la propria vita mentre mette al mondo un bambino, soprattutto quando esistono le conoscenze e gli strumenti per trattare le complicanze comuni. L’equità nell’assistenza sanitaria offre a ogni madre, indipendentemente da chi sia o da dove si trovi, la giusta possibilità a un parto sicuro e a un futuro sano con la propria famiglia.” 

A farla da padrone tra le circostanze favorenti la mortalità materna ci sono sicuramente la povertà e la presenza di conflitti, tutto questo concentrato nelle zone del mondo più sottosviluppate ed in guerra. Nel 2020, solo il continente africano ha subito circa il 70 per cento di tutte le morti materne, a maggior ragione nell’area sub-sahariana: 551 decessi materni ogni 100 mila nati vivi, a fronte di 223 a livello globale.

A costituire complicazioni fatali durante la gestazione e il parto ci sarebbero emorragie gravi, infezioni, crisi ipertensive, strascichi di aborti mal eseguiti, HIV, AIDS, malaria. Tutte condizioni patologiche in grado di essere prevenute e curate attraverso una assistenza sanitaria adeguata e non tardiva.

Leggendo il rapporto, si apprende che un terzo delle donne nel mondo, non ha accesso nemmeno a quattro degli otto controlli prenatali prescritti o riceve le cure post natali necessarie, e 270 milioni di donne, inoltre, non possono accedere ad alcuna modalità di pianificazione familiare, esercitando un diritto sacrosanto della propria esistenza, quale quello di progettare e differire la gravidanza per tutelare la propria salute.

 

Le profonde diseguaglianze economiche, di istruzione, etniche, sicuramente, potenziano i rischi connessi per le donne gravide, che patiscono così una solitudine logorante, che sfocia nella disperazione con altissimi livelli di probabilità di incorrere in complicazioni mortali.

Quello che occorrerebbe, a detta del direttore esecutivo del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), sarebbe una politica di investimento seria e generosa nei confronti della pianificazione familiare, provvedendo a risolvere la questione legata alla mancanza di ostetriche visto che ne servirebbero circa 900 mila, per permettere ad ogni donna di essere assistita e salvata dai rischi più importanti di gravidanza e parto.

 

 

 

TAG: #chiaraperrucci, #dirittiumani, glistatigenerali, Maternità, onu, UNICEF
CAT: Africa, diritti umani

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