Buona mattanza 2015

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5 Aprile 2015

Della Pasqua non mi è mai importato particolarmente. Sulla base di una ragionata miscredenza ho sempre adorato il Natale, festa di fertilità, peraltro di origine pagana, e capito molto meno la Pasqua: che in fondo è molto più il rito emblematico di una religione che ha scelto come proprio messaggio fondativo la promessa di un aldilà beato in grado di compensare le (presunte) insopprimibili ingiustizie dell’aldiqua.

Non mi importa particolarmente nemmeno della mirabolante maratona di immagini e citazioni sacre messa in piedi a partire dal primo mattino da tanti appassionati di public relations, cui l’imperterrita latitanza dai luoghi di culto impedisce di ricordare il Credo ma non risparmia il sonno pasquale (e le bacheche facebook) degli elettori. Grazie, andava bene anche un semplice tanti auguri, un abbraccio.

Mi importa di più quello che è successo in Kenya. Di 148 studenti cristiani uccisi (sgozzati, sparati, decapitati) perché cristiani, ma innanzitutto perché studenti.

Mi importa della nozione di umanità. Mi importa dei telegiornali che a ogni strage corrono a informarsi innanzitutto se ci sono italiani. Come se questo dovesse necessariamente cambiare la nostra percezione della strage. Ma magari è veramente così, e sono fesso io. Mi importa degli spacciatori di paure che ripropongono le ronde, di quelli che la politica internazionale è riportare a casa i maró, di chi promette di cambiare tutto, ma gli italiani prima di tutto (che poi un tempo era il Nord, ma tant’è). Mi importa dei paladini degli agnellini che non si ricordano dei bambini uccisi dalle bombe sulle spiagge di Gaza, perché tutte le battaglie sono legittime, ma bontàdidio, ci sono delle priorità. Mi importa di quelli che l’ISIS va sterminato, ma chi ha deciso le guerre inutili che hanno prodotto l’ISIS è un patriota. E comunque vendono il petrolio a poco.

Mi importa anche delle bambine di 4 anni che in Siria alzano le mani davanti a un obiettivo perché non hanno mai visto una fotocamera ma sanno come scongiurare di avere salva la vita. Come mi importa dei morti del Mediterraneo, dei respingimenti in mare, di Piombo fuso, delle Primavere arabe e della splendida Costituzione del Rojava, che per chi non lo sapesse è quella cosa, oltre le quattro pietre di Kobane, per cui i peshmerga e le partigiane curde hanno dato la vita.

Mi importa della nozione di umanità, anche del significato che a essa diamo nel giorno di Pasqua, di questo mi importa. Sperando che non si riduca mai semplicemente a non essere indifferenti alle mattanze.

TAG: cristiani, Kenya, Pasqua, strage, studenti
CAT: Africa, Questione islamica

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