Alice Canapa: “creo gioielli per portare nel mondo un po’ di autoironia”
Come stanno vivendo le piccole medie imprese, gli artigiani, le partite iva questo periodo di emergenza sanitaria? Ma soprattutto, chi sono? E perché dovremmo scegliere loro anziché grandi marchi, spesso tutti uguali, che ci ingolosiscono per via delle mode del momento e magari per prezzi stracciati?
Il Coronavirus ha inevitabilmente indebolito e messo in crisi piccole o anche ben avviate realtà che quotidianamente lavorano con passione per ritagliarsi uno spazio nel mercato. Realtà che fanno ricerca del prodotto, delle materie prime se lo realizzano, che propongono originalità, qualità e cercano di veicolare un concetto, un messaggio, oltre che vendere.
Nella sesta puntata del mio piccolo viaggio tra queste bellissime realtà italiane ho intervistato Alice creatrice di Eilish. Alice, nata nel luglio dell’87 a Osimo, uno spledido paesino nelle campagne marchigiane, è un’artigiana orafa. La sua passione per i gioielli nasce grazie alla sua mamma, amante dei bijoux, e da un grande amore per tutto ciò che è artigianato. Accantonata la laurea in ingegneria, Alice ha capito che il suo lavoro doveva essere quello di creare gioielli. Così, dopo un diploma in oreficeria, ha cominciato a costruire il suo laboratorio. EILISH è un brand di gioielli artigianali, creati con lo scopo di far sentire unica ogni donna. Accessori autoironici, che fanno risaltare la nostra personalità e ci fanno “brillare” in ogni occasione.
Com’è nato il tuo brand?
La mia passione per il mondo dell’artigianato, ed in particolare per i gioielli, è cominciata molto presto, diciamo dall’adolescenza: tutte le mie amiche compravano giornali come Cioè con i poster dei belloni del momento, e io invece compravo Creare e CasaMia. Inoltre, ho una mamma amante dei gioielli e fin da piccola mi piaceva studiarli per capire come erano fatti, pensando che un giorno sarei stata in grado anch’io di realizzarli. Poi, fino all’età di 25 anni, per me creare gioielli è sempre stato un semplice hobby, complice anche il fatto di aver scelto un percorso di studi molto lontano dal mondo creativo: prima liceo scientifico e poi ingegneria ambientale. Ma durante l’università ho trovato lavoro in un laboratorio di decorazione e restauro e da quell’esperienza ho capito che il mondo dell’artigianato e della creatività era la mia strada. Così, dopo la laurea, mi sono iscritta ad una scuola orafa ed appena finita ho aperto la partita iva e ho fondato il mio brand di gioielli, Eilish.
Di cosa ti occupi principalmente? Cosa proponi?
Io ho studiato da orafa, ma ho deciso di rimanere nel mondo della bigiotteria. Diciamo un’alta bigiotteria perché utilizzo materiali ricercati e di pregio, ma i miei gioielli sono prodotti con metalli non preziosi. Ho fatto questa scelta principalmente per due motivi: il primo è poter avere un pubblico più ampio e poter fare in modo che tantissime donne possano permettersi un mio gioiello, non posizionandomi su una fascia di prezzo alta. La seconda è che il mondo della bigiotteria mi dà molti meno paletti e mi permette di sperimentare molto di più, usando anche componenti “insoliti” per i miei gioielli. Tutte le mie collezioni sono composte da gioielli colorati, particolari, vistosi e divertenti: il mio motto è “creo gioielli per portare nel mondo un po’ di autoironia”.
Quali problematiche hai riscontrato in questo periodo di emergenza sanitaria?
Le problematiche sono state molte, ovviamente la più difficile da affrontare è stata quella dell’assoluta mancanza di punti fermi a cui aggrapparsi. Ci siamo trovati tutti in una situazione nuova, mai successa prima e quindi anche come comunicare e come porsi nei confronti delle persone e dei clienti è stato difficile da affrontare, con la continua paura di dire o fare qualcosa di sbagliato.
Poi ovviamente la chiusura di tutti i miei fornitori ha reso impossibile l’approvvigionamento di alcune materie prime, ed ho dovuto quindi rivedere tutti i tempi di produzione. Diciamo che in due mesi mi sono praticamente trovata a riorganizzare completamente il mio lavoro, adattandolo a questa nuova situazione.
Le misure del governo in qualche modo ti sono state d’aiuto?
Ho ricevuto i 600€ ed in un momento come questo tutto è d’aiuto. Diciamo che cerco di essere sempre positiva e propositiva, quindi nutro fiducia in quello che si deciderà e si attuerà in futuro. In fondo questa è una situazione nuova e straordinaria per tutti, quindi davvero è necessaria la collaborazione di tutti.
Quanto contano i social network e il web per una realtà come la tua?
I social e il web per me sono stati fondamentali e senza di loro sicuramente non avrei mai potuto far nascere la mia attività. Mi hanno permesso di partire praticamente da zero, non avendo un grosso budget iniziale a disposizione. Mi permettono di rimanere in contatto quotidianamente con la mia community, di confrontarmi con loro, di parlare anche dei momenti di difficoltà e magari a volte le soluzioni a certi problemi arrivano proprio da loro. Con tante si è instaurato un bellissimo rapporto di amicizia a distanza. Mai come in questo momento storico si vede l’importanza di aver costruito negli anni una community e una rete “reale e autentica”.
Quali iniziative hai intrapreso per far fronte a questo periodo?
Io all’inizio dell’emergenza ho deciso di sospendere per qualche settimana le spedizioni, perchè avevo bisogno di tempo per riflettere e capire come gestire il mio lavoro in questa nuova situazione. Ho dovuto riorganizzare praticamente tutto quello che avevo programmato ad inizio anno, cancellato lanci, bloccato la produzione di prodotti nuovi che dovevano uscire. Ancora di tante novità non so se e quando usciranno, perchè non sappiamo quali saranno i tempi di produzione dopo 2 mesi di stop e quando potremmo fare gli shooting. Insomma, si va avanti giorno per giorno, cercando di adattarsi a questa nuova situazione.
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