Garlasco

Cronaca

Garlasco, indagato l’ex procuratore di Pavia Venditti: “corrotto per scagionare Sempio”

Blitz degli uomini della guardia di finanza di Brescia e Pavia, con i carabinieri del nucleo investigativo di Milano. Perquisite le case dei genitori e degli zii di Andrea Sempio e dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, indagato per corruzione

26 Settembre 2025

Garlasco / Pavia – Nella mattinata di venerdì 26 settembre, uomini della Guardia di Finanza di Brescia e Pavia, in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, hanno eseguito una serie di perquisizioni domiciliari. Le ispezioni hanno riguardato, tra gli altri, la casa dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, le abitazioni dei genitori e degli zii di Andrea Sempio e due ex carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di Pavia, oggi in congedo.

L’operazione – coordinata dalla Procura di Brescia, competente per reati commessi da magistrati nel distretto pavese – si inserisce nell’ambito di un’inchiesta che vede Venditti come unico indagato con l’accusa di corruzione in atti giudiziari, ipotesi formulata nell’ambito del nuovo filone investigativo sul delitto di Chiara Poggi.

L’elemento chiave: l’appunto ritrovato in casa Sempio

Al centro dei sospetti vi è un appunto manoscritto rinvenuto durante una perquisizione nell’abitazione dei genitori di Sempio, avvenuta il 14 maggio scorso, in occasione di indagini collegate al caso di Garlasco.

Il foglio, contenuto in un bloc-notes, riporta le cifre “20/30” seguite dal simbolo dell’euro, il nome “Venditti” e la dicitura “gip archivia”. Il promemoria è datato ai primissimi giorni di febbraio 2017, ossia pochi giorni prima che Andrea Sempio fosse notificato dell’indagine a suo carico (8 febbraio 2017). In quel periodo, infatti, l’esistenza del procedimento doveva essere coperta dal segreto istruttorio.

Le autorità sospettano che quell’appunto indichi un accordo per ottenere l’archiviazione del procedimento nei confronti di Sempio, attraverso un versamento illecito o una promessa di denaro.

Movimenti di denaro e ipotesi sulla catena dei flussi

Parallelamente alle perquisizioni, sono state svolte analisi patrimoniali sui conti della famiglia Sempio. Gli inquirenti hanno rilevato un trasferimento di circa 40.000 euro dalle zie paterne di Andrea, avviato già a dicembre 2016. La somma sarebbe poi transitata su un conto intestato allo zio, per poi essere versata sul conto del padre. L’ipotesi investigativa è che i genitori di Sempio abbiano ritirato parte dell’importo in contanti, con lo scopo di girarne una quota al magistrato.

Secondo la Procura di Brescia, le indagini del 2017 a carico di Sempio sarebbero state caratterizzate da “anomalie” come omissioni nelle trascrizioni delle intercettazioni ambientali, contatti poco chiari con personale della polizia giudiziaria e la durata molto breve dell’interrogatorio. Tali elementi, congiunti con la rapidità di archiviazione, fanno sospettare una conoscenza anticipata da parte della famiglia Sempio dei temi che sarebbero stati posti durante l’interrogatorio.

Reazioni e contesto procedurale

L’avvocato Massimo Lovati, difensore di Sempio insieme a Angela Taccia, è intervenuto nella mattinata: «Mi ha chiamato Andrea alle 7.30, era tranquillo, non mi ha detto niente. Mi ha chiesto se potevo andare a casa dei genitori… A me non sorprende niente: di perquisizioni tutti i giorni ce n’è». Lovati si è recato all’abitazione dei genitori del 37enne, interessata dalle perquisizioni.

La Procura di Brescia ha disposto i provvedimenti nei confronti di 9 persone, tra cui lo stesso Venditti e i due ex carabinieri vincitori delle attività investigative del 2007. Le perquisizioni hanno riguardato anche le residenze di Venditti a Pavia, Genova e Campione d’Italia (dove è presidente del Casinò).

L’archiviazione del fascicolo su Sempio, inizialmente disposta il 23 marzo 2017 su richiesta del pm (all’epoca Venditti), e una seconda archiviazione effettuata nel 2020 (sempre a firma Venditti) – durata appena 21 giorni – sono ora al centro del nuovo procedimento.

In una precedente intervista a Quarto Grado del giugno scorso, in merito a quella seconda archiviazione, Venditti aveva affermato: «Ventuno giorni? Io avevo deciso dopo 21 minuti, anzi 21 secondi», sostenendo che dalle intercettazioni non emergessero elementi per procedere.

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