Diritti

A Milano il caffè servito dai ragazzi con la sindrome di Down

21 Agosto 2025

Una bella e ampia struttura inserita nel verde del Parco Sempione, un bar, una tavola fredda; si inizia con la colazione, si pranza e si prosegue fino all’aperitivo, ma Locanda alla Mano non è solo questo, è soprattutto un progetto di inclusione sociale che vale la pena di raccontare. Lo facciamo insieme a Carlo Giuggioli, ex docente universitario in Storia delle Relazioni Internazionali, che decide di lasciare il mondo accademico per aderire ad un’idea di Fabio Bocchiola, AD di Repower (azienda del settore energetico). Fabio ha un figlio con la sindrome di Down, lui e i suoi amici spesso stanno insieme nei laboratori per svolgere lavoretti che li tengano impegnati, ad un certo punto una di loro Martina si ribella e dichiara: “non ho più voglia di fare i centrini per le torte” alla richiesta di spiegazioni la ragazza rivendica che quel lavoro dovrebbe essere retribuito, “qui nessuno mi paga e io faccio sciopero” Da qui la scintilla; Fabio matura il desiderio di costruire qualcosa per valorizzare il lavoro svolto da questi ragazzi.

L’iniziativa nasce nel 2013, l’idea è di normalizzare il lavoro per i ragazzi con sindrome di Down, abbiamo creato questo punto di ristoro diventato oramai un punto di riferimento per la città” mi spiega Carlo, il front man dell’iniziativa che per pagarsi gli studi universitari faceva il barista, attività che gli è tornata utile per la gestione della locanda “I ragazzi vengono inseriti nell’ottica della normalità del lavoro, con prestazioni orari e retribuzioni ordinarie.” La struttura, il cui progetto è stato donato dall’Architetto Italo Rota, nasce 11 anni fa, lo spazio viene concesso per 6 mesi e resiste a colpi di proroghe fino ad oggi; recentemente si aggiudica il nuovo bando che garantisce la permanenza per altri 10 anni.

Da un semplice progetto ad una realtà consolidata, molti i ragazzi  coinvolti alcuni si sono fermati, per altri è stata un’esperienza iniziale per poi trovare lavoro altrove. Oggi sono in 8, ogni anno entra qualcuno di nuovo, ci sono gli storici come Elisa, che lavora alla locanda da 6 anni, Martina da 12, ci sono i tirocinanti, c’è l’impegno sull’alternanza scuola-lavoro, in supporto alle scuole che non sono attrezzate per fornire questa possibilità ai ragazzi. Qualcuno è poi stato assunto, altri si sono resi conto che non si trattava del loro mestiere.

“Non tutti sono portati per fare i baristi, la predisposizione al contatto con il pubblico è fondamentale, qui non vedi scritto da nessuna parte che più della metà del personale è portatore di sindrome di Down, il caffè te lo posso servire io come uno di loro, c’è una valenza educativa nei confronti del cliente che spesso si trova impacciato perché non sa come porsi nei loro confronti e chiede a noi se può rivolgersi direttamente ai ragazzi”.

Il progetto si auto sostiene, la parte economica del bar sostiene la parte sociale. Con questo si riescono a pagare i ragazzi, i fornitori, i lavoratori, senza chiedere contributi a nessuno, un circolo virtuoso che dimostra che queste iniziative sono possibili, sostenibili e replicabili. Locanda alla mano al mattino serve le colazioni, a pranzo offre il servizio di tavola fredda e, di sera, chiude con l’aperitivo, in estate è aperto fino alle 23.

“I ragazzi vengono divisi in turni e coprono tutti gli orari di apertura della locanda, così hanno la possibilità di sperimentare il servizio in tutte le sue declinazioni. Il lavoro rappresenta un pezzo importante della loro autonomia, ma non è l’unico, per loro è importante anche sapersi muovere, venire al lavoro e rincasare da soli con i mezzi pubblici, io sono sempre in contatto con loro, se piove li avviso che non si apre, li sento direttamente, cerco di limitare interferenze con la loro famiglia”.

Carlo, Valentina (moglie di Fabio Bocchiola) e tre dei protagonisti di Locanda alla mano

 

Ma non finisce qui, Carlo mi racconta di altre iniziative, in maggio, giugno, luglio e poi a settembre ci sono i concerti di musica rock al sabato sera e quelli di musica classica alla domenica mattina, “ci accolliamo tutti i costi, il fonico, i permessi, la Siae, l’affitto del pianoforte, gli artisti ci regalano la loro musica. Anche Piano City ha fatto tappa qui”.  La Locanda è diventata anche un punto di riferimento per altre associazioni che organizzano iniziative.

“Abbiamo la fortuna di avere questo bellissimo luogo e lo mettiamo volentieri a disposizioni di altre associazioni che non dispongono di un loro spazio; gruppi di bambini, scuole che organizzano una loro corsa e ci usano come base, associazioni sportive che si occupano di integrazione allo sport, tutti vengono ospitati gratuitamente, noi mettiamo a disposizione lo spazio magari per una loro festa, l’obbiettivo è quello di aiutare per allungare la filiera integrando realtà meno fortunate di noi.”

La clientela è formata da clienti abituali ma anche da turisti che transitano nel parco per recarsi al Castello Sforzesco, mamme con bambini che grazie all’ampio spazio verde organizzano feste di compleanno, feste di fine scuola, eventi aziendali, i prezzi sono calmierati rispetto alle altre attività in zona. Qui si può prendere un buon caffè o una bottiglietta di acqua ancora al prezzo di un euro. Un grande contributo viene offerto dal team Repower che attraverso i propri dipendenti risolve piccoli e grandi problemi legati a tutto ciò che è estraneo all’attività di somministrazione. Insomma, una lodevole iniziativa che spinge i ragazzi a misurarsi con se stessi e a mettersi in gioco.

Vi serviranno un ottimo caffè e non solo..

 

Fabio ha visto così realizzare il suo sogno: ridare dignità al lavoro svolto da persone affette da sindrome di down. Per questo aveva bisogno di un luogo bello e centrale, che inviti a fermarsi. Fabio dirige Repower un’azienda che si occupa di energia, e in questo sogno ci ha messo tutta la sua energia, il suo entusiasmo e la sua esperienza per offrire un lavoro vero, a contatto con i clienti, a chi è stato meno fortunato.

Nulla sarebbe accaduto però senza il prezioso aiuto di sua moglie Valentina, l’entusiasmo di Carlo sul pezzo dalla mattina alla sera, l’apporto dei volontari, e poi loro, i fantastici ragazzi che con gentilezza servono tutto quanto viene offerto in un posto semplice ma ricco, appunto… alla mano.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.