Israele assalta la nave Madleen diretta a Gaza

Diritti

Israele assalta la nave Madleen diretta a Gaza, arrestati gli attivisti, saranno rimpatriati

L’intercettazione della nave, che trasportava aiuti alimentari e medici, è avvenuta in acque internazionali. La nave è stata poi dirottata verso il porto israeliano di Ashdod, da dove gli attivisti – tra cui la svedese Greta Thumberg – saranno rimpatriati.

9 Giugno 2025

Nella notte tra l’8 e il 9 giugno 2025, l’esercito israeliano ha intercettato e fermato la nave Madleen della Freedom Flotilla, un convoglio internazionale di attivisti impegnati a portare aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. A bordo della Madleen viaggiavano 12 persone, tra cui l’attivista ambientalista svedese Greta Thunberg e l’eurodeputata francese Rima Hassan. La nave era partita da Catania il 1° giugno, trasportava beni di prima necessità come latte in polvere, farine, pannolini, protesi pediatriche e kit medici. Affiancava via mare la Global March to Gaza.

In una fotografia diffusa sui social, l’equipaggio è seduto sulla barca con le mani alzate: «Siamo stati arrestati dall’esercito israeliano in acque internazionali», ha scritto l’eurodeputata Hassan. Huwaida Arraf, organizzatrice della Freedom Flotilla, ha aggiunto: «Israele non ha l’autorità legale per trattenere volontari internazionali a bordo della Madleen, la loro detenzione è arbitraria, illegale e deve cessare immediatamente».

Secondo la Freedom Flotilla Coalition, l’intercettazione è avvenuta in acque internazionali, con l’uso di droni che hanno rilasciato una polvere bianca irritante e la temporanea interruzione delle comunicazioni. Le forze israeliane sono poi salite a bordo la nave, sequestrando gli aiuti, arrestando i civili disarmati e dirottando l’imbarcazione verso il porto di Ashdod. 

Nelle prime ore di oggi, il Ministero degli Esteri israeliano ha confermato che la Madleen è stata dirottata e sta per attraccare in Israele da dove i suoi passeggeri dovranno «tornare nei loro Paesi». 

Il mese scorso un’altra nave umanitaria gestita dalla Freedom Flotilla Coalition era stata attaccata da due droni mentre navigava in acque internazionali al largo di Malta. Il gruppo ha attribuito l’attacco a Israele, che ha danneggiato la parte anteriore della nave. All’epoca, la FFC ha dichiarato che «droni armati hanno attaccato due volte la parte anteriore di un’imbarcazione civile disarmata, causando un incendio e una profonda breccia nello scafo».

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha giustificato l’operazione come necessaria per fermare una “propaganda a favore di Hamas”, sottolineando l’importanza del blocco navale su Gaza per la sicurezza nazionale. Tuttavia, l’azione ha suscitato forti reazioni internazionali. Organizzazioni per i diritti umani, funzionari delle Nazioni Unite e attivisti hanno condannato l’intercettazione, definendola un atto di “pirateria statale“ e chiedendo il rilascio immediato dei detenuti e l’apertura di corridoi umanitari per Gaza.

Questo episodio richiama alla memoria l’incidente del 2010 con la Mavi Marmara, quando un’operazione simile portò alla morte di nove attivisti.

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