Giornalismo
C’eravamo tanto amati
come ogni settimana ecco i fatti più importanti dei giorni passati
Il Servizio di sicurezza ucraino ha condotto attacchi coordinati domenica 1 giugno contro quattro aeroporti russi. Danneggiati o distrutti oltre 40 bombardieri strategici in basi lontane anche migliaia di chilometri dall’Ucraina. L’operazione denominata “tela di ragno”preparata in 18 mesi ha sorpreso tutti, i droni sono sbucati dai camion e hanno causato 7 miliardi di danni all’aviazione di Mosca.
(Euronews)
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso per il 2 giugno chiede di aprire subito l’accesso agli aiuti per Gaza: «L’occupazione illegale non è una misura di sicurezza. è inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario.» «Ridurre alla fame un’intera popolazione è disumano, i palestinesi hanno diritto al loro focolare» Preoccupazione per l’antisemitismo che si riaffaccia.
Referendum 8-9 giugno, Giorgia Meloni interpellata dai cronisti, sceglie una soluzione ad hoc per non sottrarsi tecnicamente alle urne ma contemporaneamente non esprimersi sui cinque quesiti su lavoro e cittadinanza. Un escamotage con il quale la premier, pur recandosi fisicamente ai seggi, non risulterà comunque tra i votanti e soprattutto, non inciderà sul raggiungimento del quorum del 50% più uno, soglia necessaria affinché i referendum siano validi.
Negoziati a Istambul, Russia e Ucraina tornano a parlarsi per la seconda volta dal 16 maggio. Anche stavolta nessuna intesa su una tregua incondizionata. La Russia consegna la propria proposta per un cessate il fuoco completo: ritiro delle forze ucraine dalle quattro regioni parzialmente annesse dalla Russia nel settembre 2022 ma mai conquistate del tutto, “smilitarizzazione” totale, niente adesione alla Nato. Condizioni inaccettabili per Kiev. Unico accordo raggiunto è lo scambio di «tutti i prigionieri di guerra gravemente feriti o malati» e «di età compresa tra i 18 e i 25 anni», nonché di «6mila contro 6mila» corpi di caduti.
Vertice di Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron. Convergenze su energia e auto, ma anche per una “soluzione equa e duratura” in Ucraina. Puntando sempre su “un ambizioso cambiamento di scala nella difesa europea“ L’incontro è stato organizzato anche per “porre le basi per un ulteriore rafforzamento delle relazioni tra i due Paesi” e per discutere di collaborazioni finalizzate a far crescere “ancora di più il rapporto bilaterale e l’integrazione tra le due economie”, con un focus particolare su ricerca e tecnologie di avanguardia.
L’Ucraina ha attaccato il ponte di Crimea, un’infrastruttura molto importante per l’esercito russo: collega la Russia con i territori che ha annesso illegalmente nel 2014 ed è quindi un punto di passaggio essenziale per armi, esercito e merci che dalla Russia raggiungono il fronte nel sud-est dell’Ucraina.
(IlPost)
Il decreto sicurezza diventa legge tra le proteste, il provvedimento fortemente voluto dal governo, contiene 39 articoli che introducono 14 nuovi reati e nove aggravanti di delitti già esistenti, oltre a varare un nutrito pacchetto di tutele per le forze dell’ordine, ampliare i poteri dei servizi segreti e vietare la produzione e la commercializzazione della cannabis light. I voti a favore sono stati 109, i contrari 69, un astenuto.
Protestano le opposizioni sedentosi a terra al centro dell’aula del Senato.
Prima telefonata tra Putin e Papa Leone XIV che chiede al leader russo di compiere “un gesto” per mettere fine alla guerra. A seguire Putin ha preannunciato la propria «vendetta» a Donald Trump, nel corso di una telefonata: «Ha detto che dovrà rispondere e con molta forza», in seguito alle azioni militari compiute dell’esercito ucraino nei giorni scorsi.
(Avvenire)
Rottura totale tra Donald Trump ed Elon Musk, colpevole di aver criticato la proposta di legge fiscale in discussione al Congresso affermando che contribuirà ad aumentare il deficit federale. Trump:«Elon e io avevamo un grande rapporto. Non so se l’avremo ancora». «Sono molto deluso, io l’ho aiutato moltissimo». Musk:«Senza di me, Trump avrebbe perso le elezioni, i democratici avrebbero controllato la Camera e i repubblicani sarebbero 51 a 49 al Senato. Che ingratitudine»
La banca centrale europea ha ridotto il costo ufficiale del credito di 0,25 punti percentuali. Il tasso sui depositi scende così al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15%, quello sui prestiti marginali al 2,40%. «La maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo indica che l’inflazione si assesterà, in modo duraturo, intorno all’obiettivo del 2% a medio termine», spiega il comunicato pubblicato subito dopo la decisione: esattamente quanto l’istituto di Francoforte si era imposto.
(IlSole24Ore)
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