Shadi Abu Sido

Mondo

Il reporter Shadi Abu Sido denuncia le torture subite nelle carceri israeliane

Il fotoreporter palestinese Shadi Abu Sido, noto per il suo lavoro a Gaza, ha raccontato le atrocità vissute durante la sua prigionia nelle mani delle forze israeliane. Arrestato nel 2024 a Gaza City, Abu Sido è stato rilasciato in questi giorni

15 Ottobre 2025

Era stato rapito il 18 marzo 2024, durante il raid delle forze d’occupazione israeliane contro il complesso medico di Al-Shifa a Gaza City e oggi, venti mesi dopo, Shadi Abu Sido, fotoreporter, racconta lo shock per il silenzio del mondo sui prigionieri palestinesi.

«Ci appendevano per ore, nudi, ci picchiavano e ci insultavano. Ci dicevano: “Abbiamo ucciso i vostri figli. Gaza non esiste più.” Non sapevamo l’ora, né il giorno. Mi ripetevano che tutti i giornalisti di Gaza erano stati uccisi. Mi dicevano: “Ti caveremo gli occhi con cui fotografi Gaza.” Tutti devono essere liberati, perché la loro sofferenza finisca. Se voi morite una volta al giorno, noi moriamo mille volte al giorno. Non conoscevamo il sapore del sonno né quello del cibo: venivano di notte, ci gettavano acqua addosso, ci torturavano in ogni modo».

Uscendo dalla prigionia, Abu Sido ha detto di non riuscire quasi a riconoscere la sua terra: «Sono rientrato a Gaza e l’ho trovata come una scena del Giorno del Giudizio. Questa non è Gaza. Dov’è il mondo?».

Oltre 9.100 palestinesi restano rinchiusi nei campi di detenzione israeliani, sottoposti a torture sistematiche e trattamenti disumani: percosse, elettroshock, violenze sessuali, amputazioni, fame, e la negazione deliberata di cure mediche. Molti detenuti soffrono di malattie croniche e infezioni cutanee come la scabbia.

Le unità speciali israeliane — Metzada, Nahshon e Keter — fanno irruzione nelle celle durante la notte, usando gas lacrimogeni e granate stordenti contro prigionieri disarmati. Almeno 78 detenuti sono morti in custodia dall’inizio del genocidio, mentre Israele continua a trattenere i corpi di 726 palestinesi, tra cui 67 bambini.

Abu Sido ha lanciato un appello alla coscienza internazionale, chiedendo l’immediato rilascio delle migliaia di palestinesi ancora prigionieri nei campi di tortura israeliani. Il fotoreporter al momento dell’arrivo a casa ha fortunatamente trovato tutta la famiglia viva, contrariamente alle menzogne che gli erano state raccontate nei mesi di prigionia.

 

 

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