L’aumento delle diseguaglianze. Quando la ricchezza privata non investe

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14 Giugno 2020

Sul quotidiano “Il Manifesto” è stato dimostrato che la Confindustria, dunque la ricchezza privata, invece di investire e spingere la domanda dei consumi, per la possibilità di nuova occupazione, concentra il suo risparmio nell’acquisto di compagnie di assicurazione o nel deposito del suo peculio nelle banche (“Se le imprese comprano banche invece di fabbriche la partita è persa” di Pier Luigi Ciocca da “Il Manifesto” dell’11.06.2020).

Ma vi è di più: come si è verificato con la Fiat, che oramai è un’impresa straniera che ha sede nel Regno Unito, si chiedono aiuti pubblici, ma la produzione delle autovetture avviene per gran parte all’estero.

È un gioco al massacro: i ricchi saranno sempre più ricchi, i poveri resteranno tali.

Se la Confindustria non investe in produttività, cioè nel circuito classico dell’impresa, ma pone il suo risparmio nella sicurezza della rendita, il morso della crisi sarà ancora più incisivo.

1- Le banche non stanno aiutando la piccola impresa, perché attuano il merito creditizio e non concedono prestiti dei 25 mila euro, nonostante la legge abbia stabilito il contrario. Dunque, chi voleva riprendersi sarà definitivamente spazzato via: il merito creditizio significa centrale rischi macchiata per moltissimi imprenditori e, dunque, prestiti negati, al contrario di quello che aveva stabilito la legge.

2- Il meccanismo delle garanzie statali forse non è chiaro. SACE garantisce, ma se il prestito non sarà restituito dalle imprese, diventerà titolo di una cartella esattoriale con pagamento di interessi salatissimi. Dunque, in sostituzione delle banche, lo richiederà lo Stato, come se fosse un’imposta o una tassa: la conseguenza è che, in mancanza di restituzione, si avranno pignoramenti ed istanze di fallimento. Perché non si attua il meccanismo del fondo perduto per quelle aziende che prima della pandemia erano sane ed avevano bilanci in ordine?

3-Richiedere, invece, la restituzione significa altro indebitamento che costringe il privato ad avere paura e ad investire il suo risparmio in una sicura rendita. Senza investimento non c’è occupazione.

4-Nel 2020 la spesa della Pubblica Amministrazione va aumentata fino a 200 miliardi, se la Banca d’Italia arriva a temere una caduta del Pil del 13% (che implicherebbe un milione e mezzo di occupati in meno). Sinora ne sono stati messi in campo 75, con modesti effetti moltiplicativi, perché non includevano investimenti (dati de “Il Manifesto “).

5- La Cassa integrazione è un miraggio per 800 mila lavoratori che non la ricevono. È stato un bluff: lo dimostra l’inchiesta de “La Repubblica“ di domenica scorsa(La Repubblica 7/6/2020).

6-I proprietari delle imprese hanno patrimoni privati di migliaia di miliardi che non fanno rientrare nel sistema produttivo.

Questo dovrebbero capire i nostri Soloni ai ministeri economici, ma sfugge clamorosamente.Oltre allo Stato, devono essere anche i capitali privati che devono mettere in moto il sistema produttivo.

In mancanza, la pandemia sarà economica. E verrà la fame e la carestia.

TAG: banche, economia, pubblica amministrazione
CAT: Banche e Assicurazioni, Giustizia

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