Tutti i nodi vengono al pettine: la bolla del fotovoltaico

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26 Dicembre 2014

C’è forse un’altra bolla in arrivo: quelli che hanno acceso un mutuo per farsi un impianto fotovoltaico potrebbero avere difficoltà a ripagarlo e le banche, che hanno finanziato a piene mani il settore solo perché era incentivato, sono le più esposte.

I primi impianti realizzati, dieci anni fa, cominciano ad avere qualche problema: oltre agli inverter , c’è quello della qualità dei materiali utilizzati e dell’installazione, effettuata spesso da personale non qualificato.

Molti, per esempio, hanno sottovalutato  il degrado nel tempo dei moduli fotovoltaici che può ridurre il rendimento di un impianto anche del 30%.

I primi moduli erano cari, ma avevano una resa migliore di quelli installati successivamente; il mercato diventava sempre più aggressivo e orientato solo al profitto, con la comparsa di società improvvisate che non rispondevano della qualità dei materiali utilizzati o dell’installazione.

Vitale oggi mantenere la produttività degli impianti, ma i costi crescono e la mazzata dello spalma-incentivi peggiora le cose.

Buona parte degli impianti è stata installata tra il 2009 e il  2011 e i contratti di manutenzione, stipulati contestualmente al contratto di costruzione, sono in scadenza.

L’esempio di un impianto costruito al nord è significativo: un investitore privato, senza ricorrere a prestiti, ha installato 22 kWp nel 2006 ( incentivati con il primo conto energia)  –  e altri 23 kWp nel 2009 ( incentivati dal secondo conto energia).

Si aspetta il pareggio nel 2016;  pareggio tra capitale investito e tariffe incassate, senza contare i mancati interessi, le lungaggini burocratiche e le autentiche vessazioni alle quali ha dovuto andare incontro.

Nel 2006 erano ancora pochi quelli che ci credevano e la speculazione non era ancora esplosa: immaginiamo quello che è successo dopo, quando tutti hanno annusato l’affare e si sono fatti finanziare dalle banche. A quando il loro pareggio?

Le banche si sono basate su piani d’investimento troppo ottimistici e adesso la sorpresa degli insoluti.

Ecco allora nuovi fondi speculativi disposti ad accettare rischi maggiori; al momento sembra ci siano capitali per circa un miliardo che stanno cercando opportunità come impianti da acquistare a costi stracciati, rimettere a posto e rilanciare.

www.edoardobeltrame.com  

TAG: bolla speculativa, fotovoltaico, incentivi alle rinnovabili, rinnovabili
CAT: Bollette e tariffe

3 Commenti

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  1. daniele-g 9 anni fa

    Molto interessante. Vorrei chiederti qualche info in più sulle operazioni di cui parli nell’ultimo paragrafo. Puoi indicare qualche link per approfondire la questione dei fondi che acquistano impianti per rilanciarli? E come e’ stata fatta la stima di un miliardo di euro?

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  2. david-armanini 9 anni fa

    Ennesimo articolo vago senza dati e pieno di opinioni del Dr Beltrame.
    Da ultimi dati GSE 470000 impianti dei 550000 installati con incentivi in Italia sono piccoli impianti di proprieta’ di privati o piccole aziende. Purtroppo non esiste un registro di impianti in default per riferire dati precisi ma non risultano particolari problemi su questi impianti visto che non sono soggetti nemmeno allo spalmaincentivi e visto che tendono ad autoconsumare la maggior parte dell’energia prodotta non risentendo dunque della caduta dei prezzi all’ingrosso dell’energia. Dunque la maggior parte del mercato e del debito esistente non sembra soggetta a questa ‘bolla’ di cui parla il Dr Beltrame. Per quanto riguarda l’ultimo passaggio, sicuramente ci sono grandi impianti fotovoltaici che a causa dei numeri cambi normativi e in parte anche alla qualita’ costruttiva degli impianti, hanno bisogno di capitale per ribilanciare l’esposizione creditizia e realizzare revamping. C’e’ oggi disponibilita’ di capitale da parte di fondi interessati ad investire nel settore ristrutturando ed investendo nel parco fotovoltaico italiano esistente, ma la notizia

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  3. david-armanini 9 anni fa

    Continuo: e’ che il settore e’ capace di attrarre un miliardo (dato su cui non ho una fonte dal Dr Beltrame) di investimenti non che ci sia una bolla speculativa

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