Condannati ai monopoli
Nella primavera del 2000, all’ indomani del varo del decreto Letta per la liberalizzazione del mercato del gas, Franco Tatò, allora AD dell’Enel, se ne uscì con una battuta che è entrata nella storia: «Saremo sì liberi, ma di comprare il gas dall’Eni».
Sono passati quindici anni e il governo Renzi ha deciso di affidare la banda larga della telefonia a Enel.
Così, nel giro di pochi anni, “saremo sì liberi, ma di comprare l’energia elettrica dall’Enel”.
Dopo quindici anni il piano sembra in effetti il completamento della felice intuizione di Tatò, come l’ha definita recentemente Starace, il nuovo AD di Enel.
L’intuizione fu creare dal nulla decine di milioni di contatori e, senza alcuna omologazione, installarli in tutto il paese.
Il piano attuale di Enel è farsi pagare dallo stato, e dalle bollette, per rendere affidabile la connessione con i propri utenti, portare la banda larga fino all’edificio, magari fino in casa dell’utente, e fornire servizi a valore aggiunto a pagamento in regime di monopolio.
Il gruppo Enel, riferimento nella produzione di energia elettrica consoliderà così la posizione dominante nella distribuzione con quaranta milioni di utenti e la misurerà con i suoi contatori, illegali o meno, entrandoci in casa, consigliandoci come consumare cominciando con i condizionatori ( recente pubblicità in televisione ) che pagheremo a rate con le bollette.
A meno di qualche leggera correzione dell’Antitrust e della Commssione Europea, la liberalizzazione sarà finalmente completata.
www.edoardobeltrame.com
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