L’interconnessione con il Montenegro (In Italia si fa così/4)

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2 Febbraio 2015

La vicenda dell’affaire energetico con il Montenegro è piuttosto complessa ed è stata oggetto di inchieste giornalistiche e giudiziarie. La scorsa settimana il governo ha confermato l’intenzione di procedere nella realizzazione dell’elettrodotto di connessione con il Montenegro ma l’impressione è che, come accade sempre più spesso, si vada avanti perché non si può tornare indietro.

Le idee su come procedere, sul costo dell’opera e sul reperimento delle risorse finanziarie sembrano peraltro piuttosto confuse. L’elettrodotto doveva essere un tassello del progetto europeo di interconnessione ma sembra manchino le risorse e la geopolitica energetica dei Balcani sta rapidamente cambiando.  Dall’inizio dell’avventura montenegrina, con il catastrofico intervento di A2A (con l’acquisizione del 43% della società pubblica montenegrina Elektroprivreda), la nostra domanda di energia elettrica è crollata, c’è stato il boom delle rinnovabili e il prezzo, al quale si dovrebbe importarla dal Montenegro, è il triplo dell’attuale prezzo in borsa.

Il documento Mise sul Montenegro, presentato al Senato, va oltre le parole del vice-ministro riprese dagli organi di stampa.

Alcuni passaggi del documento sono significativi:

1) “l’opera è meno pressante ma resta importante per altre funzioni di particolare rilievo in un contesto che, sia pure in pochi anni, è notevolmente cambiato”. Quali siano le altre funzioni di rilievo di un elettrodotto è difficile capirlo.

2) “Terna rende noto che il progetto potrebbe accumulare notevoli ritardi non previsti dall’attuale programma cronologico dell’opera, oltre che rilevanti aggravi dal punto di vista economico ancora non previsti negli attuali piani di spesa.” 

3) “le misure adottate o in corso di adozione da parte di Terna hanno tra l’altro il vantaggio di ridurre il costo dell’opera a carico della parte italiana, che sarà caricato sulla tariffa di rete”. Quindi, a differenza di quanto dichiarato dal vice-ministro, perlomeno una parte verrà caricata sulle bollette ed è un mistero come possa essere ridotta, viste le dichiarazioni di Terna al pt.2.

4) “il finanziamento di una quota del progetto sarà realizzata con il meccanismo dell’interconnector coinvolgendo i finanziatori privati, cui erano stati assegnati i progetti di interconnessione con il Nord-Africa, ritenuti poi tecnicamente non praticabili. Agli stessi soggetti viene ora assegnata la capacità sulla frontiera con i Balcani” Quanto ci siano costati i progetti con il nord-africa, prima di essere abbandonati, non è dato a sapere ma il gioco continua e ora si passa ai Balcani.

6) AEEG ha ammesso il costo dell’opera in tariffa, ma ha sospeso gli incentivi.

In definitiva, non è chiaro se l’elettrodotto servirà, né quanto ci costerà comunque in bolletta.

www.edoardobeltrame.com

Nella foto di copertina, le interconnessioni sottomarine che Terna sta sviluppando nei Balcani (fonte Terna)

TAG: A2A, interconnector europeo, mise, montenegro, oneri di rete, terna
CAT: Bollette e tariffe, Geopolitica, trasporti (aerei, ferrovie, navi, bus)

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