I tassi ricominciano a salire… guai in vista per il debito italiano?

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17 Maggio 2015

Nelle ultime settimane è avvenuta una piccola scossa nei mercati dei tassi, che, per la maggior parte degli investitori non era proprio prevista, o almeno non nel breve periodo, come invece è avvenuta. In pratica nell’ultimo mese il mercato dei titoli governativi in Europa ha avuto un aumento non indifferente delle vendite, che ha portato ad un incremento dei tassi di rendimento. Se per esempio guardiamo il titolo governativo europeo più sicuro, e benchmark per molti analisti, ossia l’obbligazione tedesca a 10 anni, si può vedere proprio che il Bund ha avuto un incremento dell’yield molto sostenuto, da uno 0.08 di fine aprile a 0.64 del 15 maggio.

Il tutto sembra che sia partito verso la fine di aprile, proprio in concomitanza con discorso ottimista da parte del presidente della FED, Janet Yellen (guarda caso), giorno in cui i prezzi dei future sui Bund ha iniziato ad invertire il segno dando i primi segnali, poi avvenuti sui mercati spot.

Gli investitori, o semplicemente gli speculatori, internazionali hanno iniziato a vendere titoli tedeschi e, sembrerebbe anche che abbiamo iniziato a vendere azioni a Francoforte, per girare la liquidità altrove. Infatti analizzando anche l’indice DAX, nello stesso periodo ha avuto un calo scendendo sotto i 12.000 punti, dimostrando, almeno per gli analisti tecnici, che l’indice generale della borsa di Francoforte abbia toccato il limite.

Quindi nello stesso periodo sono avvenute enormi vendite in entrambi mercati, obbligazionari e azionari, generando enormi profitti e un’enorme liquidità sui mercati.

Il punto da chiarire è il perché di queste vendite, considerando altri due elementi:

  1. Situazione macroeconomica dell’Europa non è cambiata
  2. La liquidità non si è spostata, o non ancora, oltreoceano

Infatti la situazione economica negli ultimi 6 mesi è rimasta abbastanza stabile, con un rischio deflazione e un livello di instabilità finanziaria per gli stessi paesi europei. Semmai il mercato ha iniziato a credere nella Grecia, visto che sta, nonostante la campagna elettorale di Tsipiras, pagando i propri debiti.

Per tutto lo scorso anno e fino alla fine di aprile, i titoli di stato tedeschi erano considerati dei titoli difensivi e, per ragioni collegabili anche alla politica interventista di Draghi, erano stati oggetto di acquisti massicci dal mercato, raggiungendo il minimo storico in condizioni assolutamente critiche per l’economia europea. In altre parole si potrebbe dire, l’economia europea ha dei problemi, va male, ma noi compriamo lo stesso (comunque c’è la BCE che poi compra tutto), ma allo stesso tempo, sempre a condizioni critiche per il mercato europeo nel suo complesso, gli investitori – speculatori – compravano azioni.

Allo stesso tempo, per quanto riguarda il secondo punto, anche i rendimenti dei titoli governativi americani sono aumentati nelle ultime settimane, sinonimo quindi di ulteriori vendite anche nel mercato americano. Pertanto gli investitori – speculatori –  non stanno vendendo in Europa per comprare titoli americani, dove il dollaro si sta rafforzando. Assolutamente no. Essi stanno vendendo in entrambi continenti e in modo decisivo.

Una possibile ragione di questa forte inversione del mercato, è che proprio il mercato si è reso conto che oltre non si può andare e che le cose stanno o potrebbero precipitare. Il punto più sorprendente è in quale direzione si vuole muovere il mercato, dove sta andando tutta la liquidità generata e fino a quando le vendite sui mercati europei andranno avanti e quali impatti potrà avere, per esempio sul debito pubblico europeo e in particolar modo quello italiano.

 

TAG: Bund, crisi, finanza
CAT: Borsa, Capitali

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