Milano

Riders: da fattorini a facchini, la strada è in salita

23 Luglio 2018

Il primo a chiamarli è stato il Ministro Di Maio. Quale migliore occasione per mostrare che il Governo vuole prendersi a cuore le sorti delle categorie lavorative in maggiore difficoltà?

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I fattorini, chiamati riders perché le consegne le fanno con la bicicletta, non sempre messa a disposizione dall’azienda per cui lavorano, sono diventati il paradigma della precarizzazione del mercato precario. 12.50 Euro a consegna, la possibilità per i più abili e veloci di costruirsi un gruzzoletto attraverso la semplice consegna di cibo. Negli Usa aziende come Deliveroo vanno molto bene.

Lavoro subordinato

Il tema che si è imposto nell’agenda politica, è quello di comprendere che tipo di contratti siano quelli che normano l’attività del rider. Lavoro subordinato oppure lavoro autonomo? Artigiani della consegna, insomma, o semplici dipendenti? In realtà – soprattutto dopo i primi casi di sinistri con relativi infortuni – i fattorini hanno cominciato a far sentire la loro voce, quando hanno sentito netta la divaricazione tra quello che loro sono e quello che la vulgata vorrebbe che fossero. Ognuno di loro viene chiamato per una consegna, attraverso un palmare messo a disposizione (e anche qui, non sempre) mediante un algoritmo che segnala dove debba avvenire la consegna del “pacco”, cioè del cibo. Di qui nasce il contenzioso. Per le aziende non esiste un datore di lavoro, come potrebbe esserlo del resto un algoritmo che segnala il luogo della consegna, invece per i riders questo è un classico lavoro subordinato. Tu azienda indichi a me rider dove devo effettuare la consegna. Io rider la effettuo. Una classica subordinazione. Di qui la richiesta: aprire un confronto con tutte le parti sociali a partire dalle stesse imprese.

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Il Ministro Di Maio li accontenta. Già, ma quale contratto collettivo nazionale potrà mai regolare la categoria? Il contratto nazionale che norma la consegna dei pacchi: quello della logistica. A quel punto m’è tornato in mente (non è stato difficile ve lo assicuro) che proprio i lavorarori della logistica pochi mesi fa erano in Prefettura a Milano a centinaia per contestare la condizione di lavoro in cui operano. Malgrado un contratto nazionale. Così è da loro che mi sono fatto dire da cosa è costituito questo contratto ma soprattutto, dopo il recente rinnovo, 18 Luglio 2018, a quale categoria apparterrebbero i fattorini.

Il resto lo lascio alla vostra attenzione in questo speciale confezionato per l’occasione. È uno speciale/ documentario che prova ad indagare una materia complessa. E il contributo filmato è molto lungo. Del resto, malgrado la comunicazione tenti di modulare l’informazione a colpi di tweet, la società è una fenomenologia complessa. Come ben sa chi provando a entrare nel mercato del lavoro, viene respinto. Ormai a tutte le età, non più solo dopo i cinquanta anni. Comprendere la complessità è un dovere di ciascuno. Perché perdere il lavoro, sia tu un dipendente, o un imprenditore che quell’azienda l’ha fondata, accade sempre più di frequente. E non bastano centoquaranta caratteri o 1’30 di video per spiegare la realtà.

 

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