Risposte ingiuste

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2 Febbraio 2017

“Voglio unire tra loro queste parole, _______ nulla di tutto questo abbia un senso.

a)      benché

b)      affinché

c)      e che

d)      ma che

e)      finché”.

È solo uno dei quesiti in cui ci si imbatte, esitanti, leggendo l’ultimo innovativo libro di Alejandro Zambra. L’incertezza e la perplessità non derivano dall’originalità del metodo di scrittura utilizzato, che pure sorprende e stupisce. All’inizio è la curiosità. Addentrandosi nei capitoli che si susseguono diversi tra loro, ognuno ispirato ad una prova differente, quella che nasce come curiosità diventa a poco a poco dubbio, sospetto. Ci si rende conto che ogni domanda è un labirinto da cui è difficile districarsi. Ogni quesito costringe ad una scelta che non vorremmo fare, obbliga a risposte sconfortanti, mette di fronte al non sense che pure caratterizza la realtà.

Dal 1966 al 2002 per l’iscrizione all’Università cilena era obbligatorio sostenere una selezione d’ingresso, la cd. “Prueba de Aptitud Académica” il cui superamento – o meno – avrebbe caratterizzato la vita dello studente decidendo per lui se e a quale ateneo avere accesso.

Dopo i romanzi “Bonsai”, “Modi di tornare a casa” e la raccolta di racconti “I miei documenti”, il poeta e narratore cileno Zambra – estimatore di Bolaño, a cui è stato paragonato e che egli considera scrittore immenso e irriducibile – con “Risposta multipla”  adotta lo stesso sistema imposto agli aspiranti universitari e racconta le proprie storie sotto forma di domande ed esercizi, chiedendo la partecipazione del lettore al quale non sempre è possibile dare una risposta, che risulta via via spiazzato rendendosi conto che ognuna o nessuna delle soluzioni proposte può essere quella giusta e che invertire l’ordine degli eventi non fa cambiare una vita.

Ogni storia rischia di essere un’illusione o un inganno in cui restare nostro malgrado imprigionati.

Risposta multipla di A. Zambra

Una trappola sembra la storia di Manuel Contreras, figlio omonimo del Contreras che fu capo della DINA, il servizio segreto di Pinochet. Il figlio Manuel racconta di come si sente quando gli chiedono cosa si prova ad essere figlio di un assassino e di come immagina si debba sentire, invece, colui a cui chiedono cosa si prova a non essere figlio di un assassino.

Sempre del capitolo dedicato alla “Soppressione di enunciati” fa parte un testo in cui un giovane porta un vecchio scorbutico in giro per il Cile con una macchina comprata con i soldi vinti da questi alla lotteria, alternando rari momenti di pace in cui si limita a guardarsi intorno e a sentire il vecchio russare, con i più numerosi in cui deve combattere per fargli fronte, portandolo via da risse improvvisate, rischi di annegamento, prostitute tristi: “In quei giorni fui moderatamente felice, forse solo per qualche ora, parcheggiato vicino al centro, a mangiare empanadas al formaggio mentre ascoltavo Los Angeles Negros e Los Prisionieros e cadeva la pioggia”. Nella storia successiva troviamo un padre che spiega il rapporto con i propri figli ricorrendo a scarne parole e a molti numeri, riuscendo ad offrirci comunque un quadro denso e chiaro dei complessi rapporti familiari: “Percentuale di figli che mi hanno detto <ti odio>: 33,3 per cento. (…) Figli che mi hanno chiesto perdono: quattro”

Fa parte invece della “Comprensione del testo” il racconto di un matrimonio felice, iniziato con una grande festa e una misteriosa miscela alcolica, messo di fronte alla scelta confusa di cosa serva davvero ad un posto come il Cile e finito con un annullamento, nel paese che è riuscito per penultimo nel mondo, tra un’urgenza e l’altra, a legalizzare l’agognato divorzio: la cosa più urgente è “… che Pinochet vada in galera, che lo processino, che lo facciano a pezzi, la cosa più urgente è che trovino i corpi di quelli che sono morti, la cosa più urgente è l’istruzione. La cosa più urgente è lottare contro il capitalismo, la cosa più urgente è che vinciamo di nuovo la Coppa Libertadores, la cosa più urgente è mandare a farsi fottere l’Opus Dei, la cosa più urgente è spaccare il culo all’onorevole Ivan Moreira”.

“Risposta multipla” di Alejandro Zambra (trad. Maria Nicola), Edizioni SUR, 110 pagine.

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CAT: costumi sociali, Letteratura

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