Fisiognomica da diporto: un uomo con la camicia (o viceversa)

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6 Giugno 2020

L’Italia somiglia a una cabina armadio piena di camicie inamidate con dentro le facce di giornalisti, uomini politici, conduttori televisivi, imprenditori. Le facce sono a perdere, ma perduta la faccia rimane pur sempre la camicia, la quale può indossare un’altra faccia.

De Bortoli è stato confezionato a Milano e indossa un giornalista.

Prodotto vincente del genio manifatturiero italiano è pre-inamidato, stirato e messo in piega. Ha una vestibilità strabiliante: lo guardi da destra e cade che è una meraviglia, lo guardi da sinistra e non fa una piega. Al centro è il capo di vestiario ideale. Quando appare in tv sembra di percepirne il profumo di lavanda e questa sensazione di freschezza e benessere si riflette su chi gli sta vicino perché non è cosa di tutti i giorni sedere accanto a una camicia inamidata che parla e forse, addirittura, cammina. Che questa camicia parli, infatti, lo sentiamo, che cammini lo supponiamo. Ma essa, dobbiamo prenderne atto, scrive, pure.

La sua scrittura (come potrebbe essere diversamente?) è perfettamente incamiciata e si abbottona su se stessa fino ai polsini, che hanno in dotazione un orologio per indicare quante parole si devono scrivere prima di metterci un punto (in ogni caso mai più di trenta). Lo stile è quello asciutto dell’addetto al telegrafo perché le parole a disposizione sono poche e il da fare, invece, è tanto dal momento che De Bortoli e un prodotto da scrivania direzionale per tutte le stagioni. Infatti come capo di vestiario preconfezionato presenta una versatilità straordinaria: può, indifferentemente, pensare tutto e non voler dire un cazzo o, viceversa, dire qualsiasi cosa e non pensare a nulla. Perciò parlarne male è impossibile, esattamente come parlarne bene: perché una camicia è solo una camicia e non vuole essere altro. Ed è esattamente per questa ragione che questa camicia indossa sempre e soltanto uomini di successo: va bene per tutte le facce e tutte le facce vanno bene per lei, purché siano belle facce. Se colletto e polsini si logorano basta sostituirli.

Il suo mistero è gaudioso. De Bortoli s’intende forse di economia? No. Di politica? No. Di letteratura? No. Di filosofia? No. Di arte? No. Se mastica qualcosa si tratta della stecca dei suoi occhiali. Ma se ciò che riesce a non dire e a non scrivere è sorprendente, non è neppure lontanamente paragonabile a quello che riesce a non pensare. Guardatelo. La sua fronte è rilassata, non una ruga in più di quelle che, fatalmente, devono esserci, il sorriso inossidabile, come se fosse appena uscito dalla lavanderia a gettoni.

Me lo immagino in pigiama dopo una nottata di sesso sfrenato ma non c’è niente da fare: la messa in piega è perfetta e Ferruccio è sempre elegantissimo. Quasi fosse appena scartato e ancora con gli spilli.

TAG: Cultura, giornalismo, italia
CAT: costumi sociali, Media

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