Uccidere attraverso la rete

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15 Settembre 2021

I nativi digitali utilizzano più spesso il cellulare, che è diventato così smart da essere paragonabile ad un robot tutto fare, che il p.c. Utilizzano meno facebook e molto più instagram e tik tok. Il racconto per immagini nel primo caso o di semplice coreografie in cui spesso si imita altre già viste sui social è ormai il mezzo preferito per raccontare o raccontarsi.
Accumulare like è importante, tanti influencer hanno iniziato così. Diversi sono i giovani che scelgono di fare l’influencer come lavoro. Oggi linfluencer gode di un ruolo sciale importante, più di un politico, è spesso un leader che serve a lanciare messaggi, mode, promuovere idee. La coppia Fedez Ferragni fa scuola.
Per sponsorizzare un quadro o un museo basta che Chiara Ferragni si faccia fotografare dinanzi al quadro, perché la questione dell’omotransfobia diventi un tema acceso tra i ragazzi, sui social oltre che in un’aula parlamentare basta che Fedez ne accenni in un concerto del 1 Maggio. Ovviamente l’influencer, oggi più che mai, ha la responsabilità di essere una figura positiva, di lanciare messaggi di un certo sostrato culturale, che sia capace di parlare alla pancia oltre che al cervello delle persone.
Sebbene tutto all’apparenza sembra facile, tanto facile poi non è. Il Social è divenuto il prolungamento della nostra vita reale, non più fiction, per molti è divenuto l’alternativa all’incontro fisico in piazza con gli amici.
Il modo di stare su un social racconta molto di noi. Spesso viene usato per carpire a nostra insaputa informazioni per poi usarle contro di noi, per lanciare messaggi aggressivi. Spesso un linguaggio violento, immagini volgari e provocazioni imperversano. È diventato un luogo per sfogare rabbia e frustrazioni, per colpire l’avversario. Bisognerebbe pensare che il social non è più, da tanto ormai, un luogo neutro, che il male postato non fa meno male di un’ingiuria, un’offesa fatta di persona. L’unica differenza è che il cyberbullo si sente inattaccabile nascosto dietro una tastiera e forse non avrebbe neppure il coraggio di agire nella realtà allo stesso modo in cui fa, riparato da uno schermo.

TAG: Cyberbullismo, scuola
CAT: costumi sociali, salute e benessere

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