Per una epidemiologia della stupidità 4 – Una proposta indecente
Leggo una stupefacente petizione lanciata dall’esimio professore ordinario all’università di Padova Paolo Gubitta (è stata pubblicata anche su “Gli Stati Generali”). Naturalmente non so niente di questo signore e niente m’interessa saperne. Quello che so riguarda invece il fatto che le anime belle sanno sempre come passare per benefattrici dell’umanità, mentre di fatto fanno si che le cose restino come stanno e, anzi, peggiorino per chi già non se la passa bene.
L’esimio professore propone nientemeno che un’autotassazione del dieci per cento sullo stipendio di TUTTI i dipendenti statali. Indifferentemente e insieme.
La petizione si apre, nel più perfetto stile patriottico, con un NOI grande quanto una casa. In quel NOI ci stanno un po’ tutti: il bidello, il portantino, l’usciere, l’alto dirigente, il manager pubblico e, naturalmente, lui Gubitta Paolo.
Perché quando il momento è fatidico, allora, stiamo tutti sulla stessa barca. Come stavano sulla stessa barca i passeggeri del Titanic. Peccato che a crepare per primi furono quelli della terza classe, i cui cancelli che portavano alle scialuppe furono chiusi per salvare i ricchi. Ad ogni modo mettiamola così: io in quel noi non ci rientro neppure (nel Titanic sarei tra i clandestini, quelli che crepano in sentina) ma due conti, tanto per passare il tempo, me li vorrei fare lo stesso.
L’esimio professor Gubitta guadagna (mi attesto sullo stipendio di un professore ordinario con discreta anzianità) mettiamo 4.000 euro al mese?
Con la sua pensata ne verserebbe generosamente 400.
Gliene rimarrebbero 3600.
Un bidello ne guadagna 1200.
Ne verserebbe 120.
Gliene rimarrebbero un migliaio.
Il bidello, insomma, dovrebbe rinunciare a sopravvivere.
Perciò la mia proposta sarebbe un’altra.
In primis una bella patrimoniale per togliere il superfluo ai molti che ne godono.
Poi chi guadagna (mettiamo) 4000 euro ne versa generosamente la metà.
Tanto gliene rimangono in abbondanza per vivere.
Il bidello, invece, non versa niente.
Staremmo sempre 2000 a 1200 e il caro professore incasserebbe lo stesso 800 euro in più del bidello, che non sono bruscolini.
Che ne direbbe l’esimio professor Gubitta che insegna “Organizzazione aziendale”? Scommetto quello che volete su una indignatissima protesta.
Sua, però, non del bidello.
E il famoso NOI? Se ne andrebbe cortesemente affanculo.
6 Commenti
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Gentile Ugo, grazie per il commento alla mia proposta. Io la penso come lei e sono consapevole come lei che gli stipendi nel pubblico impiego sono differenziati. Lei ha commentato una proposta di “taglio lineare e indifferenziato”. Non è la mia proposta e quindi il riferimento a me nella sua riflessione è quantomeno inappropriata.
Aggiungo una nota tecnica. Il mio “profilo” è pubblico e facendo quattro conti si può facilmente arrivare al mio livello retributivo standard. Quello che lei indica è ampiamente inesatto. Se avrà modo, rettifichi. Grazie
Gentile Paolo,
prego.
Sono lieto che lei la pensi come me ma, non essendo un paragnosta, non ho potuto addentrarmi nelle sue segrete intenzioni. Ho potuto semplicemente prendere atto di ciò che lei ha scritto nel testo della sua petizione. La sorprenderà sapere che da lì quello che lei pensa, ahimè, non si evince. Di inappropriato dunque, come vede, c’è solo una cosa: la sua petizione. Se avrà modo rettifichi :-)
Grazie per il commento al mio commento.
p.s.
quanto al suo stipendio, la cifra era indicata ipoteticamente, espressa con un “mettiamo”, un punto interrogativo e la precisazione che mi riferivo, genericamente, allo stipendio “di un ordinario con discreta anzianità”. Che il suo stato di servizio sia diverso e lo stipendio inferiore non muta di un’acca il senso di quel che ho scritto. Se però la cosa può darle sollievo sostituisca mentalmente a quattromila (mettiamo :-) ) tremila.
Gentile Ugo, la petizione parla di prelievo volontario e temporaneo. Basta questa informazione per rendere “sfocata” la sua analisi.
Assolutamente no, gentile Paolo.
Semmai peggiora le cose perché rende la sua proposta del tutto ineffettuale (e anche un pochino offensiva) ma non per questo la migliora né la rende meno ingiusta.
Vede, Paolo, non c’è alcun bisogno di beneficenza o di carità.
Di questo se ne occupano le chiese.
C’è bisogno di giustizia sociale.
O questo macello ci porterà ad un cambiamento in quel senso oppure (a furia di beneficenza “temporanea e volontaria”…) viaggeremo a velocità di crociera verso la barbarie e la distopia.
Gentile Ugo, capisco la tua posizione e la rispetto (ovviamente).
Non posso dire di capire a perfezione la tua ma, naturalmente, la rispetto anch’io.
Ad ogni modo, e per quanto possa pensar male della tua petizione, permettimi di riconoscere che è raro incontrare persone civili come te.
Un saluto (sincero)