Letteratura

Il gatto come oggetto d’amore poetico

24 Agosto 2025

Il gatto di Baudelaire e altri gatti poetici. Testo francese a fronte - copertina

Sembra che i gatti siano molto amati dagli scrittori, e in particolare dai poeti. Le edizioni milanesi La vita felice hanno pubblicato nel 2019, e riedito nel 2023, una piccola antologia in cui nomi famosissimi della letteratura mondiale celebrano in versi il felino più curato e viziato al mondo: quasi un lare domestico, che con le sue fusa accompagna molte solitudini, o partecipa sornione e senza invadenza alla vita di interi nuclei familiari. Il gatto di Baudelaire e altri gatti poetici (con introduzione e cura di Franco Venturi, che si è occupato anche della traduzione dei testi stranieri, presenti in lingua originale), raccoglie tredici autori internazionali omaggianti il gatto. A partire dai due più antichi, Lope de Vega e Jean de la Fontaine, che hanno tratteggiato delle favolette in stile esopiano, fino al più vicino a noi Pablo Neruda, il quale in una sua famosa Ode celebra l’indecifrabilità dell’animale, il suo sottrarsi a ogni superficiale descrizione: “Oh fiera indipendente / della casa, arrogante / vestigio della notte, / neghittoso, ginnastico / ed estraneo, / profondissimo gatto”.

Questa particolare inconoscibilità del gatto, che pare sottrarsi a una definizione caratteriale precisa, è invece antitetica alla sua concretissima fisicità, che nei poeti qui antologizzati viene raccontata in tre elementi fondamentali: la morbidezza del pelo, la pericolosità degli artigli, l’insondabile profondità degli occhi. Caratteristiche che per molti di loro lo rendono simile alla figura della donna amata. Ne è un esempio riconosciuto lo splendido sonetto di Baudelaire, che mi sembra giusto riportare nella sua interezza: “Vieni mio bel gatto, sul mio cuore innamorato; / trattieni gli artigli della tua zampa, / e lasciami sprofondare nei tuoi begli occhi / misti di agata e metallo. // Quando a bell’agio le mie dita a lungo / ti carezzano la testa e il dorso elastico, / e gode la mia mano ebbra / al toccare il tuo corpo elettrico, // vedo in spirito la mia donna: il suo sguardo, / come il tuo, amabile bestiolina, / profondo e freddo, penetra e fende come freccia, // e dai piedi su fino alla testa / un’aria sottile, un pericoloso effluvio, / tutt’intorno fluttua sul suo corpo bruno”.

Altrettanto comune, nell’ispirazione poetica, è il sentimento di sospeso stupore di fronte all’immagine ieratica del gatto, che sembra giungere a noi da tempi arcaici e insieme proiettarci verso un aldilà sconosciuto, come scriveva Borges: “Per opera indecifrabile di un decreto / divino ti cerchiamo invano; / più remoto del Gange e del Ponente / tua è la solitudine, tuo il segreto. // … Sei in un altro tempo. Sei il padrone / di un abito chiuso in un sogno”. Concetto che già Baudelaire aveva preannunciato nei Les Fleurs du mal: “È lui il genio tutelare della casa: giudica, governa e ispira / ogni cosa nel suo impero; / è forse una fata? È un dio?”.  Anche T.S. Eliot (di cui è opportuno ricordare Il libro dei gatti tuttofare) riteneva che in questo animale si celasse qualche misteriosa facoltà, forse celestiale forse demoniaca, nascosta in un nome conosciuto a lui solo: “Quando vedete un gatto in profonda meditazione, / La ragione, io vi dico, è sempre la stessa: / La sua mente è perduta in estatica contemplazione / Del pensiero, del pensiero, del pensiero del suo nome: / Del suo ineffabile effabile / Effineffabile / Profondo e inscrutabile Nome”.

Nicola Lagioia (unico italiano citato nel libro di cui ci occupiamo, se pure solo nella prefazione) ha così ribadito: “I gatti creano l’illusione di metterti in contatto con il mondo di sotto, il mondo dell’inconscio, dell’intangibile, e il rapporto che si crea tra lo scrittore e la propria scrittura non è distante dal rapporto tra lo scrittore e il proprio gatto, perché anche la scrittura non è facilmente addomesticabile”.

Poesia del gatto, poesia sul gatto, poesia e il gatto: qualcosa li accomuna, di inquietante, di non del tutto decifrabile, forse consolante e forse temibile, ma comunque seducente nella sua misteriosa, ostinata indipendenza dal banale e dal consueto.

 

 

AAVV, IL GATTO DI BAUDELAIRE E ALTRI GATTI POETICI

LA VITA FELICE, MILANO 2023

A cura di Franco Venturi. Pagine 104

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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