Letteratura
Intelligenti pauca | Cristiano Poletti
Per una locanda
I balenieri, la loro locanda
prima dei mari: c’è chi si domanda
del cupo di quel quadro nel vestibolo
e chi si raccomanda
a Dio. Io, Samuele,
emergo dal profondo della storia
per profezia e di un popolo o una vita
vi dirò.
È per destino che passo di qui:
passo portando il peso di una voce,
amando moltitudini sapendo
che quella voce non è mia.
Scrivere ha sempre a che fare con la memoria, e quindi con la rielaborazione, di parole, frasi e significati che precedono il testo. La poesia, con il suo esercizio di sintesi, e di precisione, ha un bisogno speciale di altrove, di un senso che preesiste. Questo testo di Cristiano Poletti in pochi versi riecheggia le vastità marine raccontate da Herman Melville in Moby Dick, l’infinito dell’oltre-mondo biblico, le moltitudini dell’essere che popolano le Foglie d’erba di Walt Whitman, l’atmosfera di una locanda, di un luogo di riposo e di passaggio, e molto altro ancora. E nella chiusa (“È per destino che passo di qui:/ …quella voce non è mia”.) si riconosce un dover essere delle cose, e della scrittura, e si richiama il titolo del libro, Un altro che ti scrive, appunto.
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Cristiano Poletti, Un altro che ti scrive, Marcos y Marcos, 2024.
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