
Letteratura
‘Malotempo’, il secondo tempo della saga siciliana di Veronica Galletta da leggere e abitare
Nel suo nuovo romanzo Veronica Galletta riprende i temi e i personaggi del libro ‘Pelleossa’ costruendo una narrazione che evolve e affascina
Nel suo nuovo romanzo, ‘Malotempo‘, edito da Minimun Fax, Veronica Galletta torna in Sicilia a Santafarra a venticinque anni di distanza dalle vicende narrate in ‘Pelleossa’. E tornano tutti i personaggi del suo libro precedente, meno uno, Filippu, il cui funerale coincide con l’incipit di questo libro. Torna, soprattutto nel senso letterale di fare ritorno al suo paese d’origine, anche Paolino Rasura, con quel sogno infranto di diventare un artista, sogno per cui aveva lasciato Santafarra per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Paolino è cresciuto, adesso ha trent’anni, e non è più Paolino. Si è chiusa quella piccola finestra delle possibilità che gli avrebbe consentito di diventare davvero uno scultore, come Filippu. Resta per lui solo la realtà amara del ripiego, cimentarsi come pittore di carretti. Paolo Rasura adesso è sposato, ha due figli, e sente di avere sprecato la sua chance. Fa ritorno a Santafarra la mattina del 27 dicembre 1967 con un groppo alla gola abbastanza facile da decifrare.
Nei pochi giorni che passerà a Santafarra, Paolo riuscirà a raccogliere solo cocci, compresi quelli lasciati da Filippu, che, come il protagonista di Malotempo presto scoprirà, una volta che lui aveva lasciato il paese, aveva trovato altri ragazzini a cui aprire il suo giardino incantato. Alla guida di questo nuovo gruppo di sognatori c’è Francesca che incarna la nuova generazione pronta a raccogliere l’eredità culturale e artistica lasciata da Filippu. E’ a lei che adesso parlano le teste scolpite di Rachel Carson e Federico García Lorca, quelle che un tempo parlavano al protagonista del romanzo. Paolino Rasura torna e si sente un estraneo tra i suoi fratelli. Si sente estraneo anche tra le opere di Filippu, opere che un tempo conosceva alla perfezione. Estraneità che prova anche di fronte a un personaggio che in Pelleossa non c’era e che arriva in Malotempo: Francisco Gallo, descritto dall’autrice stessa come un detonatore narrativo.
Sullo sfondo c’è la trasformazione che Santafarra sta subendo. La costruzione di un’autostrada minaccia la sopravvivenza del giardino di Filippu, e mentre Paolo assiste invidioso alle vite che avrebbe potuto avere e che invece appartengono ad altri, il paese si fa teatro di massicce speculazioni edilizie, traffichini senza scrupoli, antiquari misteriosi e segreti sepolti che potrebbero far crollare tutto. La lotta per la sopravvivenza del giardino di Filippu si fa metafora di un mondo ideale, quello dell’infanzia di ognuno di noi, un mondo in cui la purezza dei ricordi e la spensieratezza dominano su tutto. Nella lotta per impedire l’esproprio del giardino di Filippu e la distruzione delle teste adesso è impegnata in primis Francesca, lei, perfetto contraltare di Paolo Rasura.
Ci sono molti temi simbolici nel libro. Tutta la narrazione si svolge nell’arco di venti giorni, l’intervallo di tempo in cui Paolo Rasura si riappropria clandestinamente del suo passato. L’evento attorno a cui ruota tutto è il terremoto del Belice, quello che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 distrusse buona parte di Trapani, Agrigento e Palermo. Una delle conseguenze del sisma fu il sistema di speculazione edilizia con cui venne affrontata la fase della successiva ricostruzione. L’autrice di Malotempo, sfruttando il gioco dell’invenzione letteraria, ha spostata le vicende del sacco di Palermo a Santafarra, inventando alcuni personaggi secondari che richiamano figure importanti della cronaca politica del tempo. Altro tema fondamentale è quello dell’ascolto. A Paolo Rasura le statue di Filippu non parlano più proprio perché ha perso quella purezza che aveva da bambino, che gli consentiva di apprezzare l’arte e di sognare.
Veronica Galletta costruisce con i suoi due ultimi romanzi un dittico potente: Pelleossa è il romanzo dell’incanto e della scoperta, Malotempo quello della disillusione e della resa dei conti. Insieme raccontano la storia di un fallimento e una Sicilia che cambia, in mezzo sta il protagonista del romanzo, un uomo che cerca di non perdersi nel cambiamento. Malotempo in pochi mesi è già stato apprezzato con favore dalla critica letteraria aggiudicandosi il Premio speciale “Giorgio Patrizi” al Premio Letterario Città di Lugnano, riconoscimento concesso ad opere che si distinguono per originalità stilistica e profondità tematica. La capacità dell’autrice di mescolare cronaca, storia e finzione letteraria è davvero notevole e restituisce un’immagine della Sicilia più recente su cui non si può non riflettere.
Devi fare login per commentare
Accedi