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Letteratura

Teresa Ciabatti, “la più amata”, si tuffa nella piscina del passato

di Claudio Capocchi
17 Marzo 2017

C’era una villa con piscina al Pozzarello tutta mia. Avrebbe potuto intitolarsi anche così la biografia familiare che Teresa Ciabatti ha dato alle stampe. “La più amata” (Mondadori) è il libro di cui tutti attualmente parlano, racconta la storia della sua famiglia, i Ciabatti appunto, super agiata stirpe di Orbetello. Il babbo Lorenzo, classe 1928, è lo scapolo più desiderato dell’Argentario, brillante primario già a trentun anni del San Giovanni di Dio – ospedale locale -, dopo gli studi in America. Il professor Ciabatti è “il Professore” per tutti, questo padreterno in terra riverito da tutta la sua Comunità. Amato e rispettato anche dalla piccola Teresa, amata a sua volta dal resto del mondo intorno, abituata a vivere nell’agio, vivere nella villa al Pozzarello con piscina ad esempio. Teresa può sognare tutto, sin da piccola, quello che vuole, può non porsi limiti: il potere e il prestigio del padre le conferiscono per osmosi questa possibilità. Ed eccola Teresa, a bordo della sua piscina con il coccodrillo verde, che sogna il suo futuro radioso. E accanto a lei e al suo gemello, la mamma Francesca, giovane medico che da Roma si trasferisce ad Orbetello per stare con lo scapolo d’oro e metterci su famiglia: “troia, lesbica, brigatista, sciatta,…” subito sottoposta al chiacchiericcio della provincia, questa donna che rincorre un equilibrio sempre prossimo fra figli, marito, carriera, Orbetello, Roma, abiti da sera e jeans dozzinali. Con il marito distratto dalle sue cose: affari di famiglia coi due fratelli, la massoneria, Licio Gelli e la P2, qualche donna, Andreotti, Craxi, Ronald Reagan e persino Marylin. Senza mai dimenticarsi la sua Orbetello e la sua gente, da curare e da proteggere a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Poi l’ingresso in una società petrolifera (“abbiamo i giacimenti petroliferi” penserà la piccola Teresa), e da lì l’inizio del dissesto, economico, emotivo e relazionale. La mamma che porta i figli a Roma per cambiare aria. Per ricominciare. Per poi tornare a Orbetello.
A un po’ di anni di distanza dalla morte di entrambi i genitori, la sopravvissuta Teresa, si mette ad indagare cosa sia successo, qual è la verità che le manca per capire e giustificare se stessa, oggi, e “perché siamo diventati poveri?”. Cosa non le hanno raccontato?
Un passato chiuso, superato, che esiste ormai limitato ai ricordi di Teresa, donna di 44 anni che cerca di fare i conti con quello che i suoi genitori le hanno consegnato.

Il coraggio di Teresa Ciabatti è importante: è andata a cercare il materiale che non aveva, lo ha sbobinato per risalire a se stessa nella sua versione più attuale.
Il racconto della storia della sua famiglia entra nel suo intimo, e da personale diventa universale con la sua narrazione, un esercizio di formazione che in età adulta pochi di noi hanno la capacità di fare.
Lei si vuole restituire così: antipatica, bambina viziata, irriverente, analitica, divertente, cinica e profonda allo stesso tempo, donna che sa riconoscere e raccontare le proprie paure e le trasforma in punti di forza.
Teresa Ciabatti ha 44 anni ed è una narratrice abile. Per di più è tanto gentile, come anche Wanna Marchi.

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