Musica
Il ritorno de I Cani e lo sfogo dei Millenials
Niccolò Contessa, in arte I Cani, ha registrato ben cinque sold out allo spazio concerti Atlantico, in zona EUR, per il tour dell’ultimo album “Post Mortem”, dopo 9 anni di (quasi) silenzio.
Il nuovo album e il nuovo tour di Niccolò Contessa, in arte I Cani, appariva a noi appassionati come un’utopia, qualcosa di trascendentale a cui ci eravamo rassegnati. Dopo il terzo album “Aurora” del 2016, Contessa sembrava essere sparito dalle scene, limitandosi a stare dietro le quinte. Continuava a impegnarsi nella musica sempre con qualità eccellente, ma mai in prima persona.
Post Mortem
Invece, è riapparso improvvisamente in un anonimo giovedì di aprile 2025, pubblicando il suo quarto lavoro, “Post Mortem” per l’etichetta indipendente 42 Records. Qualche giorno dopo, ha annunciato il tour, iniziato il primo novembre dal leggendario club Estragon di Bologna. Il 14 novembre è arrivato a Roma, dove gioca in casa, registrando ben cinque sold out allo spazio concerti Atlantico, in zona EUR. Siamo andati la sera del 16 novembre.
Contessa è un mio coetaneo che ho scoperto ai tempi di “Aurora”, album che mi ha accompagnato durante le mie prime esperienze lavorative nella capitale. I primi due lavori sono “Il sorprendente album d’esordio de I Cani”, forse ancora un po’ acerbo, e “Glamour”, che è diventato uno dei miei dischi preferiti.
Sono così rimasto invischiato nella tela tessuta da I Cani, perché le canzoni sanno parlare benissimo alla mia generazione, quella dei millennials. Le musiche hanno una carica adolescenziale che spazia tra il pop, il rock e il punk e che calza a pennello per noi ragazzi che ci rifiutiamo di crescere. I testi raffinati e colti mostrano tutta la nostra inadeguatezza di fronte alla aspettative sociali e le ansie che ci perseguitano nella vita quotidiana.
Con la maturità, Contessa ha perfezionato la composizione dei testi, tanto che, ascoltando “Post Mortem”, ho risentito l’abilità di scrittura del compianto Franco Battiato. Perché entrambi possono parlare di tematiche profondissime, citando registi o scrittori misconosciuti con delicatezza. Chi li ascolta percepisce l’autentica vera passione per i temi trattati, al contrario di tanti che inseriscono citazioni a caso, solo per darsi un tono.
Il concerto
Il concerto inizia poco dopo le 21.30, con i tre pezzi che aprono l’ultimo disco. Coerente con il suo personaggio, di cui circolano solo rare foto, Contessa canta “Io” avvolto dalle luci, tanto che di lui si scorgono solo pochi tratti.
Per tutto il concerto, gioca tra le luci e le ombre. I momenti in cui la sua figura appare nitida si contano facilmente. Per la maggior parte del tempo, possiamo infatti notare solo la sua silhouette. Non è un animale da palcoscenico, come Alex Kapranos dei Franz Ferdinand; non può vestirsi di rosso fuoco, come Hannah Merrick dei King Hannah. Contessa è un personaggio timido e ansiogeno, che mostra i suoi tic, ma nasconde il suo volto.
Dopo l’introduzione, si dedica ai dischi precedenti, con un pezzo da “Glamour”, un altro dall’esordio e il terzo da “Aurora”. Nel cantare “Questo nostro grande amore”, ci regala una piccola finezza. Il brano parla di come l’amore possa essere monetizzato e quotato in borsa; così nomina un paio di volte la Cina, che dieci anni fa era uno dei simboli di stabilità finanziaria. Oggi, una volta cambia la parola “Cina” con “Nvidia”, l’azienda che in questo momento vale di più al mondo.
La politica
Da Post Mortem arriva il suo brano più politico. Mentre canta “Nella Parte del Mondo in cui sono Nato”, lo schermo proietta ossessivamente la parola NATO, come a indicare più l’alleanza militare che l’atto di venire al mondo. La canzone denuncia la superficialità in cui si è avvitato l’occidente, incapace di produrre arte e di tornare alla spiritualità e alla filosofia, dove:
“chi parla di anima è un invasato,
è un complottista, non è vaccinato”.
Per la prima volta, porta in concerto la canzone “Nascosta in Piena Vista”, nata dalla collaborazione con il regista Gianni Zanasi. Nel 2018, Contessa ha realizzato infatti la colonna sonora del film “Troppa Grazia”, in cui Alba Rohrwacher interpreta un’architetta che vede la Madonna nei campi dove dovrebbe costruire un grande resort.
Il pubblico viene preso dalla nostalgia quando intona pezzi iconici, come “Post Punk”, “Aurora” e soprattutto “Le Coppie”, mentre scorrono immagini di nutrie che sguazzano in un fiume. Il brano contiene una delle sue strofe più famose:
“La statistica afferma che spesso
Chi dà il primo bacio nel seguito del primo amplesso
Sarà quello che ne uscirà male”.
La filosofia
Le ultime canzoni dall’album del 2025 ci portano “Felice”, brano struggente in cui cita a ripetizione Franz Kafka, dichiarando una felicità forzata e disperata. Subito dopo, I Cani lasciano il palco mentre risuona il brano senza parole “Post Mortem”, che il pubblico ascolta mentre il video mostra un lungo piano sequenza del film “Stalker” di Andrej Tarkovskij, in cui si osservano oggetti perduti in un corso d’acqua.
Il film è fonte d’ispirazione filosofica per l’album, tanto che in alcuni brani si sentono le voci dei protagonisti. Il grande regista sovietico, già nel 1979, toccava temi attuali a I Cani, come la corruzione psicologica del progresso, che non può essere arrestata né dalla scienza né dall’arte.
La chiusura del concerto prevede ben sei pezzi d’annata, tutti ugualmente meravigliosi. Il pubblico reagisce. Anch’io che ero inizialmente contratto, mi lascio andare e non posso far altro che cantare a squarciagola insieme a tutti gli altri. Soprattutto durante il suo pezzo più famoso, “Velleità”, veniamo travolti dall’eccitamento collettivo e urliamo:
“Mentre aspiranti DJ aspirano coca
Aspiranti attrici sospirano languide
Con gli autori TV, gli stagisti alla Fox, i registi di clip
I falliti, i delusi, i depressi, i frustrati
Gli emo riciclati
I gruppi hipster, indie, hardcore
Punk, electro-pop, i cani!”
Lo sfogo
Il concerto si trasforma nello sfogo collettivo di una generazione a cui era stato insegnato di avere mille porte aperte e che l’attendeva un futuro ricco e glorioso. Invece, noi millennials abbiamo affrontato crisi in continuazione, che ci hanno reso tutti un po’ frustrati e delusi. Contessa chiude il lavoro di Zerocalcare, perché il fumettista delinea le nostre paure, mentre il musicista ce le sbatte in faccia, così che possiamo urlargli contro per esorcizzarle.
Così, chiude il concerto nel modo più iconico possibile, mettendo a nudo le sue ansie e condividendole con noi. Parte la mitica “Lexotan”, pezzo dedicato proprio all’ansiolitico.
“Ho sempre cercato un sacco di cose difficili
Per poi scoprire che non stavo meglio per niente
Per niente, per niente, per niente
Niente niente niente niente niente niente niente no
Non avrò bisogno delle medicine
Degli psicofarmaci, del lexotan”.
Il concerto termina reinstaurando quel rapporto di affetto col pubblico che sembrava terminato nove anni fa. E allora ripenso come Niccolò Contessa abbia le capacità di scrittura di Franco Battiato, ma sembra mancargli la forza per emergere e rimanere sulla cresta dell’onda. Saremo comunque sempre grati a questo Battiato ansiogeno e contratto, che sembra aver viaggiato meno e senza la passione per l’esoterismo.
Grazie di tutto, Niccolò.
Foto di Hua WANG
Scaletta completa:
- Io (Post Mortem)
- Buco Nero (Post Mortem)
- Colpo di Tosse (Post Mortem)
- Come Vera Nabokov (Glamour)
- Hipsteria (Il sorprendente album d’esordio de I Cani)
- Questo Nostro Grande Amore (Aurora)
- Carbone (Post Mortem)
- Nella Parte del Mondo in cui sono Nato (Post Mortem)
- Nascosta in Piena Vista
- Le Coppie (Il sorprendente album d’esordio de I Cani)
- Post-Punk (Il sorprendente album d’esordio de I Cani)
- Aurora (Aurora)
- Sparire (Aurora)
- Corso Trieste (Glamour)
- Felice (Post Mortem)
- Post Mortem (Post Mortem)
- F.C.F.T. (Post Mortem)
- Un’altra Onda (Post Mortem)
- I Pariolini di Diciott’Anni
- Velleità (Il sorprendente album d’esordio de I Cani)
- Calabi-Yau (Aurora)
- Il Posto più Freddo (Aurora)
- Una Cosa Stupida (Aurora)
- Lexotan (Glamour)





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