Teatro

Una sera della prima al Teatro Metamorfosi di Rutigliano al femminile

Monica Guerritore celebra 50 anni di carriera con le donne che l’hanno resa celebre

16 Dicembre 2025

Il teatro deve essere imprevedibile. Queste parole di Monica Guerritore, preziosa chimera dell’arte del vero saper recitare, hanno ammaliato il pubblico della prima al Teatro Metamorfosi di Rutigliano, in Puglia, lo scorso 7 dicembre. Inauguratosi il 30 novembre, rinato dopo sedici anni di buio e silenzio dalle ceneri di un vecchio e storico cinema, il nuovo e moderno politeama pugliese ha aperto la sua stagione con una delle più grandi attrici del panorama cinematografico e teatrale italiano. La Guerritore, regina tanto del grande schermo quanto e, prima di ogni cosa, dell’arte drammatica, ha così stupito l’intera sala del Metamorfosi. Lo ha fatto apparendo in scena nei coloratissimi ed eccentrici panni di un hippie anni Settanta ballando sulle note di Gilbert O’Sullivan.

Si apre, così, infatti, il sipario su “La sera della prima”, uno spettacolo che, a partire dal suo titolo, dimostra quanto un’opera metateatrale ancora oggi sia un grande atto di generosità verso il pubblico. Un atto d’amore nei confronti di una platea di spettatori che, in questo caso specifico, racchiude in sé il desiderio di un’artista di festeggiare insieme cinquant’anni di carriera. Condensare tutto ciò in quasi un’ora è certamente un’impresa che la Guerritore è riuscita ad affrontare stupendo il pubblico minuto dopo minuto, personaggio dopo personaggio, aneddoto dopo aneddoto. Ripercorrendo momenti, incontri, emozioni di ogni sorta, la sua inconfondibile voce ha raggiunto le corde più profonde di chi sedeva in platea, facendo rivivere i ruoli femminili che hanno fatto la storia della sua carriera tra teatro e cinema, senza dimenticare la tv.

Monica Guerritore e Giusy Marrone (direttrice artistica Teatro Metamorfosi)

Come dimenticare il giorno in cui la Guerritore convinse la RA ad utilizzare le musiche dei Pink Floyd come colonna sonora dello sceneggiato “Manon”. Un viaggio, dunque, dagli albori di un debutto che vede l’appena sedicenne interprete di Anja ‘catapultata’ in scena – nel vero senso della parola – fino alla recente e magistrale restituzione di un’altra grande attrice in un film di cui la Guerritore è anche regista: Anna Magnani. A guidare gli spettatori nel suddetto viaggio è proprio colei che mosse i primi passi in teatro diretta dal grande Strehler al Piccolo di Milano ne “Giardino dei ciliegi” di Anton Cechov. Ed è a questo punto che avviene la magia di quello che ai tempi di Shakespeare si chiamava ‘ teatro nel teatro’: una dietro l’altra, sul palco del Metamofrosi, sono così giunte Madame Bovary, Oriana Fallaci, Giovanna D’Arco. Una scenografia semplice – tavolino basso con un bicchiere ed uno sgabello – perché a renderla ricca è l’interpretazione di una Guerritore capace di cambiar costume e personaggio senza sosta.

Personaggi a cui è talmente legata da viverli ormai come parte di sé. A dimostrarlo un ultimo atto di immenso amore verso quei ruoli: gli applausi nel nuovo teatro di Rutigliano risuonano forte al termine dello spettacolo e, mentre il sipario si chiude, si scorge, dalla prima fila della platea Monica Guerritore dirigersi verso l’armatura di Giovanna D’Arco, rimasta sul palco, per portarla via con sé. Come se quei personaggi fossero ormai parte di sé a tal punto da non volerne ‘abbandonare’ neanche per un secondo le vesti. Un amore verso quell’arte drammatica che l’ha resa celebre e che ha pervaso ogni angolo del Metamorfosi scrivendo la prima pagina della storia di un teatro destinato a far parlare di sé. Un teatro nel cuore delle Puglia ma con un respiro nazionale grazie alla visione di una direzione artistica che porta il nome di una donna, quello di una nota casting come Giusy Marrone. È stata, dunque, una sera della prima che sarà ricordata per la firma di due professioniste del cinema e teatro italiano.

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