
Teatro
Volterra, Armando Punzo presenta una nuova “Cenerentola”
VOLTERRA _ Prima assoluta del nuovo lavoro della Compagnia della Fortezza diretta da Armando Punzo, dal 25 al 28 luglio, negli spazi della Casa di Reclusione della Fortezza Medicea (alle ore 16) e il 1 agosto al Teatro Persio Flacco, sempre a Volterra (Ore 21,30). Si tratta di “Cenerentola”, regia e drammaturgia dello steso Punzo con musiche originali di Andreino Salvadori, scene di Punzo e Alessandro Marzetti. Lo spettacolo è prodotto da Carte Blanche ETS/Compagnia della Fortezza e la Fondazione Teatro della Toscana. Ma la Compagnia non ferma qui. Dal 27 al 29 luglio ancora alla Fortezza Medicea porta in scena “Fame” (ispirato al titolo omonimo dell’opera di Hamsun Knut) primo studio con Paul Cocian, regia e drammaturgia di Armando Punzo. In replica il 29 luglio al Teatro San Pietro di Volterra.
La prima di “Cenerentola”, o “l’arte, la scienza e la conoscenza” chiude un lungo periodo di ricerca iniziato due anni fa con “Atlantis I” e proseguito con “Atlantis II” intesi come studi di preparazione per l’opera finale. Alla base c’è naturalmente il mito rimandato in altre versioni in diverse parti del mondo. Dai nativi americani alla Russia sino alla Cina una figura che nei racconti di tanti popoli resta centrale. “Questa trasposizione letteraria di un desiderio, che attraversa l’umanità dagli inizi della sua esistenza, mette in discussione l’idea di un mondo fermo, che ritorna sui suoi passi, che non crede ci sia una possibilità di futuro diverso. Quella che sembra essere una fiaba per bambini diventa quindi l’innesco per dar vita a un’idea precisa: tutto è ancora possibile, non c’è nulla in questo mondo che non possa essere messo in discussione e riscritto”.
Per Punzo, come suggerisce Ernst Bloch “l’essere umano è per sua natura fondamentalmente utopico. Un’utopia, però, che non è il non luogo, il luogo che non si realizzerà mai, ma quel luogo, quell’idea, quella realtà che ci manca e che si arriva a realizzare con un lavoro quotidiano”. “Cenerentola”, diventa così “simbolo di uomini e donne che nella storia passata e recente del nostro mondo, nelle diverse discipline, umanistiche e scientifiche, hanno messo al centro della propria esistenza la ricerca, la curiosità, il bisogno di dare vita alla vita, di esplorare senza paura i misteri della nostra esistenza”.
“Cenerentola -dice il regista Armando Punzo– è la curiosità che dovremmo avere e che dimentichiamo di esercitare, è la forza in divenire che ci sostiene e che tradiamo. I nostri pensieri, invece, per lo più ordinari, ci proiettano in terra, ci legano… Ernst Bloch è il teorico del sogno ad occhi aperti e tratta l’utopia come il possibile concreto che si può raggiungere, il non ancora esistente che si può realizzare a costo di perdere noi stessi, di mettere in atto una trasformazione che confligge con quelle che sembrano verità inscalfibili. L’utopia è la verità della vita possibile e libera, della vita che cerca l’umano nell’uomo, citando Vito Mancuso. Ma nel riconoscere questa Cenerentola, sveliamo in noi il bisogno di alterità che chiamiamo arte, poesia, filosofia, bellezza, scienza, in un connubio che ci riporta alle origini delle domande dei primi filosofi sul mistero della vita e del mondo”.
Lo studio “Fame” , ispirato al libro del norvegese Knut, presentato successivamente in prima nazionale, ha come suo protagonista Paul Cocian, uno degli attori della Compagnia della Fortezza che ha lavorato per sei anni con Punzo, da ottore scorso è libero e lavora agli scavi dell’anfiteatro romano di Volterra e contemporaneamente lavora con la Compagnia. Un doppio impegno quindi per Punzo che vuole andare a fondo su uno dei temi più cari: “fame di vita, di vita libera dai vincoli, dai lacci di una visione ordinaria dell’esistenza. Punzo lo immagina come un manifesto che possa suggerire e augurare a tutti di essere pervasi da una fame infinita “una fame spirituale,” scrive il regista nelle sue note “che non ci fa accontentare di ciò che siamo o pensiamo di essere. Tutto è grande per il protagonista di questo romanzo, il suo volere, il suo desiderio, la sua fame di vita è grande. La sua è una fame che appartiene agli uomini, non a lui. Enorme, smisurata. Si tratta di fame spirituale, disperata auto esclusione consapevole dai dettami del mondo, fame disperatamente felice”.
Sabato 26 alle 18,30 alla Fortezza Medicea dopo lo spettacolo ci sarà un momento di riflessione e confronto sul valore trasformativo del teatro in carcere grazie al convegno “Per Aspera ad Astra – Tracciare il cambiamento“, che riunisce esperti, artisti, operatori culturali e istituzioni per fare il punto su”un’esperienza unica nel suo genere, capace di intrecciare arte, cultura, diritti e inclusione”. Cornice visiva e simbolica del progetto, la mostra “Prima di Cenerentola, Atlantis”, con le foto di Stefano Vaja, che da venticinque anni segue la Compagnia della Fortezza e a cura di Cinzia de Felice. La mostra, in via Don Minzoni, a Volterra, comprende immagini di grande formato degli ultimi due spettacoli che hanno preparato “Cenerentola”, la nuova produzione della Compagnia della Fortezza.
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