Torre Santa Susanna come Milano e Roma: “Una ciocca di capelli per la libertà”

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10 Ottobre 2022
Il paese in provincia di Brindisi sposa la nobile iniziativa di protesta pacifica lanciata dalla Triennale di Milano e dal Museo MAXXI di Roma. Anche le donne torresi in piazza per dimostrare vicinanza alle giovani dell’Iran, domenica 16 ottobre

 

 

 

 

 

Torre Santa Susanna (Brindisi)- Quale è il prezzo della libertà? Quanto sangue bisogna versare,ancora, per poter vivere da donne libere, senza subire atrocità e violenze di ogni tipo ad opera di chi ci considera esclusivamente un oggetto inanimato?

A questo grido di dolore proveniente dalle donne dell’Iran che, in questi giorni, sta compiendo il giro del mondo per un moto di ribellione sospinto da coraggio indomito e speranzoso di giovani che dicono basta ad un’esistenza fatta di privazioni e sottomissioni, stanno rispondendo in molti. Sono state, infatti , tantissime le mobilitazioni del mondo della cultura e dell’arte a sostegno del gesto simbolico di protesta delle donne iraniane che hanno tagliato i propri capelli in diretta, legandoli ad una corda, per diffondere nella maniera più cruda e veemente possibile, l’immagine di una dignità calpestata, mercanteggiata e di una democrazia che nasconde ancora il fiele della barbarie, della dittatura.

Anche Torre Santa Susanna, paese della provincia di Brindisi, ha raccolto l’appello lanciato dalla Triennale di Milano, storico punto nevralgico del panorama artistico e culturale italiano ed internazionale, a cui si è unito anche il Museo MAXXI di Roma, ad invitare le donne a tagliare una ciocca di capelli da inviare alle competenti rappresentanze diplomatiche dell’Iran, presenti in Italia, come attestato di protesta dai toni pacifici, ma fermi.

 

In particolare, grazie all’intraprendenza ed il fermento sociale dell’Associazione culturale “La Voce a Sud” (locale periodico di informazione ), sempre in prima linea nel promuovere eventi a scopo umanitario e di beneficenza, anche le donne torresi scenderanno in piazza per significare una condanna senza remore, dall’alto spessore civile, ad una repressione insensata e disumana che, il Governo iraniano, così come altri regimi di matrice integralista islamica, sta mettendo in atto, per tappare la bocca con il sangue alle donne che chiedono di mostrarsi e vivere a viso scoperto, godendo di un diritto inalienabile di realizzare la propria personalità secondo il loro sentire individuale.

 

 

Raggiunto telefonicamente, l’Avvocato Raffaele Missere, fondatore e firma storica del giornale, commenta così l’iniziativa: “Gli oscurantismi e i ritorni ai medioevi culturali si possono combattere e sconfiggere solo se si è uniti. Abbiamo avuto il consenso da parte della Triennale di Milano di duplicare, nel nostro piccolo paese, l’iniziativa di raccogliere ciocche di capelli femminili, da recapitare, successivamente, ai consolati iraniani in Italia. Per dire il nostro No deciso, a coloro i quali si ostinano ancora a trarre in schiavitù le donne, imponendogli di rimanere invisibili. La nostra protesta è contro coloro che uccidono adolescenti che chiedono di mostrare le proprie sembianze, senza insopportabili zavorre mentali e corporali quali veli o burka. D’intesa con altre associazioni culturali e di volontariato, tra cui la banda della Associazione Musicale S. Cecilia, e Fiorediloto, abbiamo deciso di lanciare il nostro grido di allarme e di dolore in difesa della libertà, come segno di vicinanza alle donne iraniane. Credo che tutte le donne abbiano il dovere morale di prendere parte ad un movimento di ribellione , che mira a sovvertire gerarchie inammissibili e disumane, ormai retaggi di un passato di privazioni che non deve e non può più tornare!“.

 

 

Ed allora, Domenica 16 ottobre, in Piazza Umberto I (Torre Santa Susanna), dalle ore 17 in poi, l’invito è rivolto a tutte coloro che vorranno donare una piccola ciocca dei propri capelli, quale contributo personale ad una lotta che coinvolge tutte e tutti noi. Una iniziativa pregevole che rende l’idea di come, anche in una realtà più a misura d’uomo, qual’è Torre Santa Susanna, dove la semplicità e l’autenticità della vita, rappresentano ancora un valore da preservare, pur non vivendo in dimensioni metropolitane, sia fattibile, se si crede fortemente negli ideali della libertà, della democrazia e della solidarietà, far sentire la propria voce.

 

 

 

Il vento del cambiamento, per quanto terrorizzi, non lo si può fermare, se ad attraversalo sono uomini e donne di buona volontà, da leggersi come voglia di tornare ad essere umani, a sentire questa umanità che è ancora viva, pulsante, e che non può essere seppellita, se non con il nostro consenso, equivalente ad una inaccettabile indifferenza. Le donne hanno dovuto faticare sempre all’ennesima potenza solo per potersi guadagnare il diritto di essere nel mondo e non solo del mondo. Hanno lottato indefessamente, pagando con la vita e ancora continuano a perderla, questa vita, a causa di chi ci vorrebbe marchiare con un codice a barre, da esibire all’occorrenza e modificare, deturpare, gettare come un rifiuto da smaltire, quando le nostre idee e le nostre gambe vogliono camminare da sole. In nome della emancipazione sessuale, culturale e lavorativa occidentale, si sono combattute battaglie complicate ed appassionatissime, molte di noi che hanno avuto la fortuna di nascere in un’epoca di conquiste già ottenute in paesi civilizzati (o presunti tali, visto il numero spropositato di femminicidi e disparità di genere nel nostro Paese), non sanno cosa voglia dire scontrarsi di continuo con ostacoli quali il pregiudizio, o peggio ancora, la sentenza di condanna ad essere relegate in un angolo o, addirittura, nell’oblìo, come vorrebbero gli Ayatollah e la loro grettezza d’anima, che si traduce in bestialità.

 

Decidere di non squarciare la fitta ed aggrovigliata ragnatela dell’omertà e dei compromessi, è una colpa della quale non possiamo macchiarci, non più! Perché nella prigione del silenzio forzato, delle violenze e delle sopraffazioni, potremmo capitare tutte. I passi indietro nella Storia, sono sempre esistiti e, la lotta contro il male, non ammette distrazioni o rese incondizionate. Siamo nate donne e tali rimarremo, senza veli sulla faccia e sulle nostre parole. Questa è la nostra voglia di vivere e dobbiamo gridarlo forte!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CAT: discriminazioni, Questione islamica

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