editoria
Il Libraccio, da mercatino di libri usati a 65 librerie
Il Libraccio per i milanesi è un’istituzione, sono convinto che tutti, nella loro carriera scolastica, abbiano comprato almeno un libro usato in una di queste librerie, che oggi, a più di 40 anni dall’apertura del primo negozio, si sono diffuse in 36 città per un totale di 65 punti vendita e quasi 600 dipendenti, con un fatturato consolidato di 120 milioni di euro.
Del gruppo di ragazzi che alla fine degli anni ’70 ha avuto l’idea, di vendere libri usati ai mercatini, sono rimasti in 3 soci: Piero Fichter, Silvio Parodi ed Edoardo Scioscia, che ricopre il ruolo di AD del Gruppo e che conosco da diversi anni, grazie alla partecipazione comune all’Associazione mondoIULM.
Lo incontro nella sede di Brugherio e mi racconta gli esordi del Libraccio, la loro filosofia e i progetti futuri.
Come nasce il Libraccio e con quale obiettivo?
Nasce nel 1978 con il mercatino dei libri in Piazza Vetra, a Milano, dopo che era stato per molti anni in Largo Richini all’Università Statale. Le forze politiche extraparlamentari erano solite organizzare i mercatini in città, io e tre amici, diventati poi i miei tre soci storici, ci occupavamo di quello di piazza Vetra. L’anno successivo i tre amici aprono la prima libreria “Libraccio” al posto di una panetteria dismessa sull’alzaia del Naviglio Grande. Io continuavo ad occuparmi del mercatino, li aiutavo indirizzando a loro i clienti che non riuscivano a trovare i libri in piazza Vetra. Nel 1982 abbiamo aperto il secondo negozio a Monza, da lì si è creato il format, diventato poi nel tempo una struttura industriale.
L’anno scorso avete festeggiato i 45 anni, come si è evoluto il progetto dagli anni 70 a oggi?
Dopo i primi anni ci siamo resi conto che il libro scolastico era solo una parte del patrimonio culturale, riguardava solamente la scuola e il settore Educational, poi esistevano tutti gli altri libri che permettevano alla libreria di vivere tutto l’anno. Abbiamo allargato l’offerta alla narrativa, alla saggistica, ai romanzi… Non solo con l’usato ma affiancando il nuovo, necessario per coprire l’offerta di edizioni raccomandate dalle scuole, sempre con prezzi promozionali, per mantenere la nostra idea fondante del diritto allo studio.
C’è stato un periodo in questi anni, in cui l’usato ha avuto un calo?
Per i libri non scolastici direi di no, persiste l’abitudine, soprattutto dei lettori voraci, a ricorrere al mercato dell’usato per due motivi: il primo è certamente il risparmio e poi perché si va in profondità. L’usato ti da la possibilità di attingere al patrimonio culturale e letterario dai primi del 900 in avanti, si possono trovare pubblicazioni di carattere storico che il mercato del nuovo non offre. La letteratura fatica a stare al passo dell’attualità, per questo nel patrimonio letterario passato si possono trovare contenuti utili oggi, che permettono di leggere il presente. L’assortimento è per noi un punto di forza, anche il negozio più piccolo di 80mq contiene 19mila libri.
Oltre ai libri scolastici, quali sono i libri usati più richiesti?
Libri di narrativa, i gialli, insomma la narrativa corrente, poi ci sono fenomeni legati alla saggistica, i libri storici, i prodotti per appassionati che cercano il libro di modernariato, quello vintage, i collezionisti che cercano prime edizioni autografate. Oggi una prima edizione di Harry Potter, senza occhialini, vale circa 2mila euro, si tratta di collezionismo puro. Esiste poi un filone molto interessante che riguarda tutte le saghe, i manga, i fumetti… in genere chi inizia con queste letture, con tutta probabilità arriva a leggere i libri.
Edoardo Scioscia
I giovani leggono sì o no? Soprattutto cosa? Si può parlare di mode anche in questo settore?
I giovani leggono, tutte le volte che facciamo iniziative abbassando il prezzo dei libri otteniamo un grande successo. Il prezzo medio di un libro nuovo oggi è intorno ai 15€ uno dei più bassi in Europa, se un giovane dovesse comprare due libri a settimana spenderebbe 120€ al mese, è chiaro che il libro usato aiuta in questo senso. Il ruolo della scuola nell’approccio alla lettura è fondamentale. I ragazzi leggono un po’ di tutto; le ragazze di 15-16-17 anni sono affascinate dal romance un approccio più leggero per capire che attraverso la lettura si sogna e si scoprono emozioni, di conseguenza diventano poi nel tempo lettori forti.
Quanto ha influito il digitale sul vostro mondo?
Quando in America la quota del digitale aveva raggiunto il 25% del mercato, in Italia c’era un po’ di preoccupazione, in realtà nel nostro Paese il digitale è intorno al 10%. Nel mercato della scolastica tutti gli studi e i percorsi educativi didattici affermano che il libro è ancora lo strumento più importante. Molti contenuti digitali aggiunti si trovano nel libro stesso e sono consultabili attraverso un qr-code, che permette di approfondire un argomento. Il digitale puro nella scuola non supera il 3% quindi il mercato della carta resiste molto bene. Un’alternativa è l’audio libro, utilizzato da chi passa molto tempo in auto, ma a mio avviso non sono competitor, perché dopo aver ascoltato il libro hanno anche voglia di leggerlo, sono due esercizi distinti, entrambi piacevoli.
Cosa ha significato per voi ricevere l’Ambrogio d’oro nel 2024??
È stato inaspettato e ci ha fatto molto piacere apprendere che è stata una decisione all’unanimità. Oggi siamo presenti in diverse parti d’Italia, siamo in sette regioni, abbiamo un sito internet che sviluppa oltre 70 milioni di fatturato, Milano è però il cuore del progetto, tutto è nato sul Naviglio, in città abbiamo oltre 10 negozi, sentiamo molto il legame con la città. Per questo motivo quest’anno abbiamo voluto ringraziare la città con una nuova iniziativa. Grazie al rapporto che ci lega all’Università IULM e ci vede parte dell’associazione Mondo Iulm, che ha lo scopo di mettere in connessione le aziende per sostenere le attività dell’Università, abbiamo incontrato gli amici di RePower, che ci hanno fornito una cargo bike elettrica in comodato d’uso, decorata con i colori Libraccio e con la quale andiamo in giro per la città a regalare libri. Ogni tappa regaliamo 150-200 libri a studenti, ragazzi ma non solo, il pubblico è vario perchè ci rechiamo davanti a ospedali, piazze importanti, luoghi di traffico, oltre a scuole e università. Un progetto sostenibile per sdebitarci di quanto ci è stato generosamente attribuito dalla città.
È un test replicabile su tutto il territorio nazionale?
Ancora non lo sappiamo, il tema è legato anche ai costi. La cargobike in comodato d’uso va poi custodita, manutenuta, c’è il costo per chi la conduce, l’assicurazione e non ultimo i tanti libri regalati che hanno un valore. A Milano diventa più facile visto che godiamo d’ampi spazi, esistono 10 negozi, rispetto per esempio a Pisa dove ne esistono solo due, però l’appetito vien mangiando. L’iniziativa è apprezzata e potrebbe anche essere replicata magari in forme più semplici, con biciclette normali o noleggiando mezzi idonei solo per l’occasione… Vedremo.
Fare i librai indipendenti oggi è un sogno sostenibile?
Noi lo siamo stati dal 1979 fino al 2024. Dallo scorso anno ci siamo legati al secondo gruppo editoriale italiano, quello delle Messaggerie Italiane. Gia nel ’95 eravamo legati a loro con un progetto che prevedeva l’apertura di grandi librerie a marchio MEL (Messaggerie Libraccio) un marchio che non esiste più. Noi soci storici superiamo i 65 anni ed è corretto guardare allo sviluppo e a future alleanze, per garantire la continuità e proteggere il logo aziendale. Fare una libreria indipendente oggi è molto difficile, i competitor sono molti:Amazon, le librerie di catena, librerie che aderiscono a progetti di franchising come Ubik e Mondadori, che resta il primo operatore italiano. Resistono con fatica quelle di qualità che hanno saputo reinvestire e riposizionarsi. È difficile trovare il corretto equilibrio fra la parte economica e la missione di divulgare cultura, tipica di molti librai esperti, che faticano però con i conti e spesso la libreria finisce in difficoltà. In verità, oggi, se una libreria incassa meno di 1.000€ al giorno, difficilmente sopravvive, se gestita da un operatore individuale finisce in auto sfruttamento. Questo da un punto di vista remunerativo, spesso però prevale la passione, l’importante è essere coscienti che si sta svolgendo un lavoro sottopagato.
Qual è la formula magica?
Ci sono vari modi di fare una libreria oggi in Italia, noi abbiamo sempre avuto la stessa formula, pensiamo che ogni nostra libreria debba avere la propria identità, nei colori, nella personalizzazione. Non abbiamo lo stesso format in tutte le città, quasi tutti i nostri negozi, per scelta, sono diversi uno dall’altro, nei contenuti e nell’offerta. Sono i nostri librai a scegliere, noi governiamo i numeri, cercando di evitare che il libraio non si innamori di libri che non si vendono, il conto economico deve tornare.
Questo ci permette di avere una sensibilità e un legame con le nostre squadre molto forte che torna ai principi fondanti della nostra amicizia, persone che si sono conosciute quando avevano 20 anni, in un prato, ma che sono rimaste unite nel condurre questa attività.
Progetti futuri?
Nel 2025 è continuato il nostro sviluppo, abbiamo aperto la quarta libreria a Roma, la seconda a Firenze, la prima a Piacenza, oltre ad aver acquisito la maggioranza di un’azienda in Brianza che si chiama Perego Libri, un’attività nata oltre 90 anni fa, a Barzanò, diventata oggi Perego Libraccio. Una libreria particolare, che oltre a vendere libri vende articoli da regalo, prodotti per la casa, cartoleria, articoli per l’hobby e il tempo libero. A ottobre apriremo una nuova libreria a Milano, in via Solari. La scommessa oggi è quella di estendere i punti vendita e andare nei quartieri, dove si svolge quotidianamente la vita delle persone. Il quartiere ha bisogno di mantenere una certa vitalità che oggi sta lentamente sparendo. Una libreria oltre ad offrire il commercio dei libri, porta iniziative culturali, presentazioni, laboratori per bambini, un insieme di cose che creano una socialità, sicuramente un valore aggiunto per la società. Il settore editoriale sta vivendo un momento di difficoltà, è un mercato che viaggia con un -5%, ma il Libraccio nei momenti di difficoltà ha sempre ingranato la quinta, decidendo di andare contro corrente e continuare ad investire.
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