La Rai che non ci rappresenta

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2 Luglio 2016

Italia incredibile! Ogni mattina c’è una sorpresa e questa che vi racconto la dice lunga su questo paese, sulla sua conduzione e sui metodi adottati per gestire il danaro di noi tutti.

Riporto un testo dell’ottimo giornalista di Rainews 24 Giorgio Santelli. Non posso nascondere anche una motivazione personale. A lui e suo fratello Giuliano non mi lega solo un pezzo della mia vita passata ad Articolo21 con teste pensanti come Beppe Giulietti, Davide Sassoli, Giuliano Montaldo ed altri. Mi lega un sentimento di stima, credo e spero, reciproca. Un giornalista fatto tutto d’un pezzo, coerente e sempre lucido nelle sue analisi. Quest’ultima in appresso lo testimonia. Bravo Giorgio, nella lotta contro distorsioni e sperperi pubblici, non solo economici ma anche di capitale umano, già siamo in due e molti altri si uniranno! E siccome credo sia giusto fargli sentire la nostra solidarietà lanciamo un hashtag #solidarietàagiorgioarainews24anoituttichepaghiamo

Rai, nemo propheta in patria!

GIORGIO SANTELLI·VENERDÌ 1 LUGLIO 2016

Voglio essere chiaro su quanto ho già dichiarato sul caso di Gianluca Semprini. L’ho detto. Io non ho nulla contro il collega. Le professionalità si vedono sul campo. Una cosa è certa. Se qualsiasi giornalista Rai si fosse espresso come si è espresso lui su questa nostra azienda, sarebbe stato sospeso o licenziato. In questo caso, invece, il passato è dimenticato e il responsabile di quelle dichiarazioni lo si assume con contratto a tempo indeterminato con la qualifica di caporedattore.

Il problema che coinvolge il collega si ferma qui. Il resto è responsabilità del vertice di questa azienda. Si parla di innovare il prodotto e, dopo la presentazione dei palinsesti, il titolo di Leggo è quello che azzecca meglio il futuro. “Rai, manca solo Pippo”. Insomma, grande successo di innovazione! E forse Pippo Baudo, almeno lui, la capacità di innovare ce l’avrebbe avuta.

Il tema, poi, è stato quello delle trasmissioni, dei talk di informazione. Ballarò è uno di questi. Daria Bignardi, la nuova direttora di Rai Tre, dice che, nonostante i consigli del direttore editoriale Carlo Verdelli – provi a guardare all’interno – non ha avuto il tempo di vedere i curricula dei giornalisti della Rai. Voleva una scommessa impostata su una certezza. E questa certezza, per lei, è un giornalista individuato a SkyTg24.

Non si tratta di un giornalista “famoso”. Non è un Biagi, un Santoro, un Mentana, una Varetto, un Ferrara, un Belpietro, un Travaglio, un Feltri, un Sofri, un De Angelis (aggiungete, aggiungete…). Di fatto si tratta di una scommessa, di un esperimento. Un esperimento che ha dei costi alti, che cerca all’esterno, che umilia i giornalisti Rai. 1700, tra testate nazionali, regionali, inviati, corrispondenti esteri già in forza all’azienda. La Bignardi fa questa scelta, nonostante ci siano 100 talenti che sono stati selezionati attraverso un concorso. Una selezione che, secondo la commissione, ha individuato colleghi che sono stati definiti di eccellenza.

Quando l’azienda scommise su Giovanni Floris – fu un successo – guardò al proprio interno. Oggi no. E questo lo fa mentre si afferma la necessità di ridurre le spese. Lo fa quando non si sostituiscono le colleghe che vanno in maternità, in lunga malattia. Ridurre le spese e assumere figure esterne, svilendo le professionalità che questa azienda ha oggi ed ha sempre avuto in passato sia nel settore giornalistico che nelle altre figure professionali. Il problema, dunque, non è Gianluca Semprini ma il metodo.

Infine la scelta dell’assunzione del neo caporedattore all’interno di una testata, Rainews24, che fino a tre giorni fa è stata la principale testata concorrente di quella dove lavorava lui. Per noi, che in quella testata lavoriamo, è una ulteriore beffa. Si è puntati ad una all news per trovare una professionalità ma non si è voluto nemmeno pensare di guardare a Rainews24, la nostra all news della Rai, dove esistono giovani talenti che sono stati abbondantemente sperimentati. Capite che per noi di Rainews24 questa scelta risulta doppiamente amara?

Puntare su una giornalista o un giornalista interno sarebbe stata una scelta semplice, non onerosa per l’azienda. Il segnale di un vertice che vuole valorizzare il proprio “vivaio” di professionisti. Se la scelta si fosse dimostrata sbagliata, il collega sarebbe rientrato senza costi aggiuntivi nella sua testata di appartenenza.

Faccio gli auguri a Semprini perché faccia ascolti a due cifre. Lo faccio davvero perché io resto, nonostante tutto, un aziendalista convinto. Ma se le cose dovessero andare male? Chi pagherà la scommessa fatta da Daria Bignardi? Chi pagherà i conti di quest’errore? E perché Daria Bignardi, che questa scelta l’ha fatta in piena autonomia, non ha assunto direttamente lei, a RaiTre con un contratto a termine la persona che ha scelto? Perché ha imposto l’assunzione a chiamata diretta e a tempo indeterminato su una testata? Perché si è forzato su un direttore di testata?

’ una forma di tutela nei confronti del prescelto che dice: non preoccuparti, se le cose non andranno bene l’azienda ti mantiene il posto di lavoro? Non è un po’ troppo semplice scommettere in questo modo, sia per il protagonista che per chi l’ha scelto? E il Semprini dei post “antiRai” se non fosse stato protagonista di questa eccentrica vicenda, che cosa avrebbe scritto sul suo blog dovendo commentare un fatto del genere? La solita Rai delle regole non regole? La solita Rai delle scelte incomprensibili? La solita Rai che penalizza i giornalisti con contratti depotenziati (perché anche noi scegliamo di penalizzare i nostri stipendi per arrivare ad assunzione di colleghi e alla loro stabilizzazione)?

Conoscete qualche altra azienda privata che dice ad una persona a cui si offre un lavoro “Non preoccuparti. Mi servi per fare questa cosa ma se poi non la fai bene il posto ti resta e ti faccio fare un’altra cosa e allo stesso stipendio”. E lo stipendio, altra domanda, è solo quello di caporedattore o ci saranno anche altri compensi specifici per la conduzione di Ballarò?

E sono queste le vere domande che noi lavoratori della Rai ci dovremmo fare. Noi e gli abbonati della Rai. E’ una Rai un po’ barbara. Non lo pensate? E ora mi aspetto anche un paio di giorni di sospensione!

 

TAG: rai
CAT: Editoria, Telecomunicazioni

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