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Medio Oriente

Gaza, Medici Senza Frontiere denuncia: «Centri di distribuzione cibo usati per sparare sui civili»

Secondo MSF i punti di consegna degli aiuti alimentari a Gaza si sono trasformati in trappole mortali. Centinaia di feriti e decine di morti tra persone affamate, anche minori. Chiamata urgente alla comunità internazionale per smantellare il sistema attuale.

7 Agosto 2025

 A Gaza i centri di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation, ufficialmente destinati a fornire aiuti alimentari alla popolazione, si sarebbero trasformati in zone ad altissimo rischio per i civili. Lo denuncia Medici Senza Frontiere in un rapporto che raccoglie dati medici e testimonianze dirette di operatori e pazienti delle cliniche Al Mawasi e Al Attar, nel sud della Striscia. Secondo l’organizzazione, in sette settimane sono arrivati oltre 1.380 feriti nei punti di primo soccorso, con almeno 28 persone decedute. Tra i feriti, 71 bambini, molti dei quali colpiti da proiettili in parti vitali del corpo come torace, testa e addome.

La precisione delle lesioni, spesso localizzate su parti anatomiche letali, suggerisce che gli spari non siano accidentali ma diretti. In numerosi casi le ferite sono compatibili con colpi mirati, non con il fuoco disperso tipico di scontri caotici. Questo dato, unito al numero crescente di decessi tra chi si reca nei centri solo per ricevere cibo, porta MSF a definire i luoghi gestiti dalla GHF come “un sistema letale mascherato da aiuto umanitario”.

Molti feriti raccontano scene di panico, spari indiscriminati e corpi accatastati sul terreno. In diverse occasioni bambini sono stati colpiti mentre cercavano di ottenere razioni alimentari per le loro famiglie. Il contesto è aggravato dall’assenza di alternative: con l’80% delle famiglie ridotte alla fame, i siti GHF rappresentano l’unico canale di accesso agli aiuti.

«Bambini colpiti al petto mentre cercano di procurarsi del cibo, persone schiacciate o soffocate dalla calca, intere folle brutalmente uccise da colpi d’arma da fuoco nei punti di distribuzione: nei quasi 54 anni di attività di MSF, raramente abbiamo assistito a simili livelli di violenza sistematica contro civili disarmati», afferma Monica Minardi, presidente di MSF Italia.

Le violenze non si limitano agli scontri armati. Medici Senza Frontiere segnala anche centinaia di feriti causati dalla calca, da aggressioni tra civili disperati e da atti di rapina subito dopo la distribuzione. La stessa organizzazione è stata costretta ad aggiungere nei registri clinici una nuova dicitura: “Beaten By Others”, per indicare chi è stato picchiato o derubato da altri sopravvissuti alla distribuzione. Tutto questo avviene mentre il governo Netanyahu si accinge a varare un piano di ri-occupazione permanente della Striscia di Gaza, ignorando l’appello che molti ex vertici militari e dell’intelligence hanno lanciato solo pochi giorni fa.

«È una disumanizzazione orchestrata a tavolino», afferma Aitor Zabalgogeazkoa, coordinatore dell’emergenza MSF a Gaza. «Il primo agosto, lo stesso giorno in cui l’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente ha visitato i siti della GHF, il quindicenne Mahmoud Jamal al Attar è stato ucciso nei pressi del sito di Al Shakoush mentre cercava di procurarsi del cibo. È arrivato alla clinica di Al Mawasi dopo essere stato colpito al petto».

Zabalgogeazkoa aggiunge: «Nelle nostre cliniche arriva solo una parte delle persone uccise e ferite in questi siti. L’uccisione dei bambini non può essere definita in altro modo se non intenzionale. Nonostante le condanne e le richieste di smantellare questo sistema, l’inazione globale per fermare la GHF è sconcertante».

Le responsabilità ricadono sul sistema di distribuzione scelto, gestito da una fondazione priva di esperienza umanitaria, finanziata e difesa da governi occidentali. Le operazioni si svolgono sotto sorveglianza militare, in ambienti non sicuri e privi di trasparenza. MSF non usa mezzi termini: «I centri di distribuzione della GHF, che si presentano come un sistema di aiuti umanitari, sono in realtà un laboratorio di crudeltà. Tutto questo deve finire immediatamente».

Secondo MSF, la responsabilità è duplice: da una parte le forze di sicurezza presenti nei siti, composte da militari israeliani e contractor, dall’altra l’intero impianto logistico e politico che sostiene questo modello. L’organizzazione chiede lo smantellamento immediato del sistema GHF e il ripristino di un meccanismo di distribuzione umanitario indipendente, sotto l’egida delle Nazioni Unite.

L’appello è rivolto anche ai governi occidentali, in particolare a quello degli Stati Uniti, affinché cessino il sostegno finanziario e politico alla GHF. Un’ulteriore richiesta è indirizzata alle autorità italiane affinché intervengano diplomaticamente per chiedere la fine di quella che viene definita una disumanizzazione strutturale, incompatibile con ogni principio di diritto internazionale umanitario.

Secondo i dati diffusi questa mattina dal ministero della Sanità di Gaza, gli ospedali della Striscia di Gaza hanno registrato 197 il numero complessivo dei morti, tra cui 96 bambini.

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