Milano città aperta..a tutti anche ai milanesi

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22 Novembre 2015

La prima settimana di dicembre è da sempre dedicata alla consegna di riconoscimenti importanti come i Premi Nobel. Ma a Milano la vera festa è il 7 dicembre con la consegna dell’Ambrogino d’oro, un riconoscimento nato religioso e cresciuto laico perché dedicato alla società civile ed al contributo che, indipendentemente dalla patria d’origine, alcuni esponenti hanno dato alla città. Questo c’è di bello: indipendentemente dalla sua origine, viene premiato chi abbia lavorato per la città e chi si sia integrato e amalgamato nell’humus cittadino. A dispetto dell’immaginario che la vuole ostica, Milano non lo è mai stata né tantomeno la xenofobia è nelle sue corde.Un giorno, troppo tempo fa, Iso Aldo Aniasi, che già da alcuni anni non era più Sindaco mi disse: “ Nella mia giunta non c’era un milanese e neanche io lo sono, (di origine calabra, era nato a Palmanova). Piuttosto la giunta era stipata di campani, pugliesi, calabri. Bella Milano che abbraccia sempre tutti e resta riluttante a certe sirene della discriminazione.

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Giorgio Lambertenghi Deliliers

Quest’anno, tra gli altri, il riconoscimento va ad un Milanese autentico per anagrafe e per grande signorilità, Giorgio Lambertenghi Deliliers che verrà premiato dal Sindaco Pisapia l’8 dicembre con l’Ambrogino d’oro. Nato a Milano nel 1940, laureato in Medicina e Chirurgia nel 1964, una carriera tutta all’insegna del Filarete, il suo curriculum è di tutta eccellenza. Allievo della prestigiosa Scuola di Medicina Interna, guidata dal Prof. Elio Polli, vince nel 1967 una borsa di studio come Visiting Professor allo Sloan Kettering di NYC e continuerà questa collaborazione per anni. La sua attività scientifica è testimoniata da circa 400 ricerche, pubblicate prevalentemente in riviste internazionali, su tematiche ematologiche (emolinfopatie maligne, trapianto di cellule staminali emopoietiche e caratterizzazione morfologica delle emopatie neoplastiche). Nel 1990 diviene responsabile del Centro Trapianti di Midollo dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e nel 2004 direttore del U.O. Ematologia 1-Centro Trapianti di Midollo della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena.

Nonsoloscienziato, si direbbe, infatti è stato Presidente dell’Associazione medici cattolici (AMCI) di Milano, è l’attuale Direttore Scientifico della Fondazione Matarelli (Ente morale per lo studio e la cura delle malattie del sangue). Insomma, impegnato nel sociale e non chiuso nel laboratorio, Giorgio Lambertenghi non ha illuminato Milano unicamente come Studioso. Tra i pochi difensori della presenza del pubblico nella sanità, ha perseguito una filosofia difficile da sviluppare in una regione come la Lombardia che finora ha vantato un modello di sanità privatistico. Ha insegnato a centinaia di allievi che “il malato non è un cliente”. Poche parole che riassumono l’impegno del Clinico e del cristiano nel mondo imbarbarito della medicina moderna protesa al profitto. Bisognerebbe vederlo con il paziente, come “quei medici di una volta” che purtroppo non ci sono più. Se nella Medicina atomizzata, la Clinica praticata da Lambertenghi è un esempio raro, nella vita frammentata di oggi, il suo esser cristiano di fatto è ancora più raro. Allora trattiamola bene questa Milano che sa riconoscere i suoi figli migliori!

 

TAG: #bellamilano, Ambrogino
CAT: Eventi, Milano

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