Finanza
Intesa Sanpaolo: infrastrutture e crescita sostenibile in UK
A Londra la divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo discute il Piano UK 2025-2035: 725 miliardi per infrastrutture, energia e innovazione sostenibile
Si è tenuta a Londra la conferenza “Infrastructure and Growth Opportunities for Europe and the UK: Focus on the UK Infrastructure Strategy”, organizzata dalla divisione IMI Corporate & Investment Banking (CIB) di Intesa Sanpaolo. L’evento ha riunito rappresentanti delle istituzioni, del mondo imprenditoriale, finanziario e accademico per discutere il nuovo Piano decennale britannico sulle infrastrutture (2025-2035) e analizzare le opportunità di investimento connesse.
Al centro del dibattito, il ruolo chiave di infrastrutture, transizione energetica e innovazione come leve per rafforzare la competitività del Regno Unito e dell’Europa. Il Piano lanciato dal governo britannico prevede investimenti per circa 725 miliardi di sterline (oltre 846 miliardi di euro), con l’obiettivo di stimolare lo sviluppo economico, modernizzare i servizi pubblici e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva.
In apertura, Mauro Micillo, chief della divisione IMI CIB, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato per accelerare la realizzazione di progetti strategici:
“Il finanziamento delle infrastrutture sostenibili continuerà a rappresentare un pilastro della nostra strategia, per la capacità di mobilitare capitali di mercato a favore dell’economia reale e per le competenze specialistiche in ambito advisory e project financing”.
Secondo i dati diffusi, nel 2024 il mercato globale del Project Finance ha superato i 300 miliardi di euro, con circa 45 miliardi (pari al 15%) relativi a operazioni in cui è stata coinvolta la divisione IMI CIB.
Investimenti e operazioni strategiche nel Regno Unito
Dal 2023 a oggi, Intesa Sanpaolo ha partecipato a operazioni per un controvalore complessivo di circa 11 miliardi di euro nel Regno Unito, rafforzando la propria presenza in progetti legati a infrastrutture, energia, telecomunicazioni e transizione digitale. Tra i principali interventi: il progetto di trasporto e stoccaggio di CO₂ Liverpool Bay T&S, l’acquisizione di National Grid Transmission da parte di Macquarie AM, e iniziative nelle rinnovabili con partner come TRIG e SEEIT.
Questi investimenti si inseriscono negli obiettivi del Piano d’Impresa 2022-2025 di Intesa Sanpaolo, che punta a supportare la trasformazione sostenibile e digitale dei modelli economici.
Conferenza e visione strategica
Durante la conferenza londinese, sono intervenuti John Edwards (Office for Investment, UK Government), l’ex premier italiano Enrico Letta e Alan Morrison (Oxford University). La tavola rotonda ha coinvolto esponenti di IKIGAI Capital, ENI UK, Masdar, Macquarie AM, Ofgem, SSE Renewables e Intesa Sanpaolo.
Il confronto ha messo in luce la necessità di rafforzare il partenariato pubblico-privato per affrontare le sfide di lungo periodo e promuovere investimenti in mobilità urbana, edilizia sostenibile, fonti rinnovabili, sanità e istruzione.
Intesa Sanpaolo nel Regno Unito e nei mercati internazionali
La filiale londinese della divisione IMI CIB, attiva dal 1981, rappresenta oggi un hub strategico per le attività del Gruppo nel Regno Unito e nell’area Middle East & Africa (MEA), che include le sedi di Dubai, Abu Dhabi, Doha e Istanbul. A fine 2024, il volume dei finanziamenti ai clienti corporate e istituzionali nell’area era pari a circa 8,5 miliardi di euro. Oltre 310 professionisti gestiscono le relazioni con più di 600 gruppi, tra cui multinazionali, fondi sovrani e investitori istituzionali.
Relazioni commerciali Regno Unito – UE – Medio Oriente
Il Regno Unito mantiene solidi rapporti commerciali con l’Unione Europea e i paesi del Golfo, con prospettive di ulteriore crescita. Nel 2024, il 41% delle esportazioni britanniche ha avuto come destinazione l’UE, per un valore di 358 miliardi di sterline, mentre le importazioni dall’Europa hanno toccato i 454 miliardi. Gli scambi con il Gulf Cooperation Council (GCC) valgono circa 59 miliardi di sterline l’anno, rendendo l’area il settimo mercato di esportazione per il Regno Unito. I fondi sovrani dei paesi del Golfo figurano tra i principali investitori nel Regno Unito.
L’Unione Europea è inoltre il secondo partner commerciale del GCC, con un volume di scambi pari a 161,7 miliardi di euro nel 2024, equivalente all’11,7% del commercio complessivo della regione.
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