Finanza
Mps, utile netto a 1,37 miliardi nei primi nove mesi del 2025 (+17,5%)
Monte dei Paschi di Siena chiude i primi nove mesi del 2025 con un utile netto di 1,37 miliardi di euro, in aumento del 17,5% rispetto all’anno precedente. Il titolo balza a Piazza Affari (+4,7%). Coefficiente patrimoniale al 16,9%.
Monte dei Paschi di Siena chiude i primi nove mesi del 2025 con un utile netto di 1,37 miliardi di euro, in aumento del 17,5% rispetto all’anno precedente, battendo le attese degli analisti. Ricavi stabili, crescita delle commissioni e qualità del credito in miglioramento. Il CET1 fully loaded si attesta al 16,9%, confermando la solidità patrimoniale del gruppo.
Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con risultati in crescita su tutti i principali indicatori economici e patrimoniali, consolidando la traiettoria positiva avviata nel piano 2024-2028. L’utile netto consolidato si è attestato a 1,366 miliardi di euro, in aumento del 17,5% rispetto ai nove mesi del 2024, mentre il risultato operativo netto ha raggiunto 1,389 miliardi di euro, in progresso del 3,7% su base annua.
Nel comunicato ufficiale diffuso al termine del consiglio di amministrazione, la banca sottolinea che «prosegue anche nel terzo trimestre il rafforzamento della qualità dei risultati e il miglioramento della profittabilità». L’istituto senese, guidato da Luigi Lovaglio, ha registrato ricavi complessivi per 3,05 miliardi di euro, sostanzialmente stabili (+0,5%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La crescita delle commissioni nette (+8,5%) e dei ricavi da gestione finanziaria e advisory (+12,8%) ha compensato la flessione del margine di interesse (-7,4%), penalizzato dalla normalizzazione dei tassi della Banca Centrale Europea.
«Questo è un momento fondante per Mps, abbiamo completato con successo l’acquisizione di Mediobanca, una mossa strategica nella quale abbiamo sempre creduto», ha detto l’a.d. Lovaglio, nel corso della conference call di presentazione dei risultati al 30 settembre 2025. Lovaglio ha sottolineato «la forza industriale e il valore a lungo termine dell’unione».
Gli oneri operativi si sono mantenuti sotto controllo, pari a 1,411 miliardi di euro (+1,4% su base annua), grazie alla riduzione delle spese amministrative (-4,3%) e dei costi non HR (-5%). Il cost/income ratio resta stabile al 46%, in linea con i migliori standard di efficienza del settore bancario europeo. Il costo del rischio si riduce a 42 punti base, mentre il Gross NPE ratio scende al 3,7% e il Net NPE ratio al 2,0%, con una copertura complessiva dei crediti deteriorati al 48,7 per cento.
La raccolta commerciale totale raggiunge 291 miliardi di euro, sostenuta da una dinamica positiva in tutte le componenti, mentre gli impieghi performing si attestano a 125 miliardi di euro (+6,2% rispetto all’anno precedente). In crescita i mutui ipotecari ai privati, più che raddoppiati su base annua, e il credito al consumo (+17%). La banca sottolinea che la rete commerciale ha continuato a mostrare una notevole capacità di generare nuova produzione, anche in un contesto di mercato complesso.
Il CET1 ratio fully loaded (il principale coefficiente patrimoniale) si attesta al 16,9% e il Total Capital Ratio al 19,3%, con un buffer di circa 770 punti base sopra i requisiti regolamentari. La counterbalancing capacity non impegnata supera i 53 miliardi di euro, con LCR al 161% e NSFR al 122%, confermando una posizione di liquidità ampiamente solida. Lovaglio ha spiegato che il rafforzamento patrimoniale resta una priorità costante per MPS e che l’obiettivo è continuare a restituire fiducia e valore agli azionisti, mantenendo una redditività sostenibile e una gestione prudente del capitale. Il dividendo 2025 sarà in linea con quello del 2024, mentre si sta valutando la possibilità di valutare un dividendo ad interim. Nessuna indicazione, invece, su quello che intende fare della quota del 13% in Generali: anche se il Leone di Trieste rappresenta «una fonte di ricavi molto positiva» diversificata rispetto al business bancario ma in questo momento, ha risposto Lovaglio, «siamo concentrati e impegnati al 100% su Mediobanca».
Il bilancio 2025 recepisce anche gli effetti dell’acquisizione di Mediobanca e delle relative controllate, oggetto di consolidamento dal 30 settembre. L’operazione, che ha comportato la rilevazione provvisoria di 4,2 miliardi di euro di avviamento, segna la nascita di «una nuova forza competitiva leader nel settore bancario, con un business mix diversificato, resiliente e orientato al cliente».
Il Monte dei Paschi presenterà il piano industriale di integrazione Mediobanca nel primo trimestre del 2026 e le due banche manterranno insegne e reti commerciali distinte. «Questo rappresenterà il percorso strategico e finanziario che potremo trarre dalle due entità insieme», ha sottolineato Lovaglio. L’aggregato rappresenterà «il terzo player nel mercato italiano con 8 miliardi proforma di ricavi e circa 3 miliardi di utile netto adjusted» e, secondo il manager, ha tutte le carte in regola per crescere all’estero, tramite per esempio Compass, la controllata di Mediobanca attiva nel credito al consumo.
Devi fare login per commentare
Accedi