
Finanza
UniCredit chiude il primo trimestre dell’anno con 2,8 miliardi di utile
UniCredit registra il miglior trimestre della storia con risultati al di sopra delle aspettative in tutte le metriche finanziarie
UniCredit ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile di 2,77 miliardi, in aumento dell’8,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024 e a fronte dei 2,3 miliardi previsti dagli analisti. Per la banca è stato il miglior trimestre della storia, con risultati di qualità significativamente al di sopra delle aspettative in tutte le metriche finanziarie. I ricavi sono cresciuti del 2,8 per cento a 6,55 miliardi, con margine di interesse a 3,5 miliardi (-2,9 per cento) e commissioni a 2,3 miliardi (+8,2 per cento). I costi operativi si sono attestati a 2,3 miliardi (+0,6 per cento), per un rapporto cost/income sceso al 35,4 per cento.
Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 è salito di 27 punti base al 16,1 per cento. UniCredit sottolinea che il capitale in eccesso sostenibile è aumentato a 7,5 miliardi, tra 8,5 e 10 miliardi considerando anche gli impatti positivi a capitale derivanti dagli investimenti strategici, al netto delle coperture, e della Russia. La banca ha registrato una straordinaria generazione organica di capitale pari a 3,1 miliardi (con esclusione dell’impatto derivante dal più ampio perimetro, ovvero l’acquisizione delle joint venture assicurative di Aion/Vodeno e della quota di maggioranza in Alpha Bank Romania, l’investimento in Commerzbank e altri) e a 5,3 miliardi totali.
“Abbiamo conseguito i migliori risultati della storia di UniCredit e il diciassettesimo trimestre consecutivo di crescita redditizia – commenta Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit S.p.A -. Il RoTE è aumentato al 22 per cento, tra i migliori del settore, con il capitale in eccesso che ha raggiunto 10 miliardi. L’utile netto è aumentato del 8,3 per cento a 2,8 miliardi. Le commissioni sono aumentate di un notevole 8,2 per cento anno su anno grazie allo slancio commerciale, e hanno più che compensato la prevista riduzione del margine di interesse. I ricavi netti sono aumentati del 3,2 per cento a 6,5 miliardi, beneficiando anche di proventi da negoziazione eccezionali principalmente dovuti all’attività della clientela. Il controllo dei costi è rimasto fra i migliori nel settore, risultando in un rapporto costi/ricavi leader di mercato pari al 35,4 per cento. La qualità degli attivi è rimasta solida, il costo del rischio basso e gli overlays invariati. Le nostre linee di difesa sono state rafforzate e ci posizionano al meglio per un ampio spettro di scenari macroeconomici”.
“Il CET1 ratio pari al 16,1 per cento – continua Orcel – è aumentato rispetto al trimestre precedente, con i 5,3 miliardi di generazione totale di capitale che hanno più che compensato l’impatto dei 2,8 miliardi, pari al 100 per cento dell’utile netto, accantonati per le distribuzioni del 2025, e di Basilea. Siamo posizionati per una serie di possibilità inorganiche nei nostri mercati ma perseguiremo soltanto quelle in grado di migliorare il nostro forte e resiliente caso d’investimento standalone. Lo scenario macroeconomico è diventato più complesso e incerto. In questo contesto presentiamo un caso d’investimento differenziato in positivo e resiliente, con un elevato grado di visibilità sugli utili e sulla distribuzione, a beneficio dei nostri azionisti e per la loro sicurezza. Tali premesse ci rendono sia fiduciosi nell’aumentare la nostra guidance per l’utile netto e per la distribuzione del 2025, sia convinti della nostra ambizione per il 2027. Siamo impegnati a conseguire una performance sostenibile e di elevata qualità, e concentrati nel supportare i nostri clienti e le nostre comunità in particolare in tempi sfidanti”.
La banca conferma la pressione per un utile netto pari a circa 10 miliardi nel 2027, per un RoTE al di sopra del 17 per cento e per distribuzioni annue maggiori rispetto a quella del 24 nel periodo 25-27, comprensive di un dividendo pari al 50 per cento dell’utile netto e di distribuzioni aggiuntive inclusive del capitale in eccesso rispetto ad un CET1 ratio del 12,5-13 per cento.
UniCredit resta intanto coinvolta nell’operazione su Banco Bpm e detiene il 28 per cento di Commerzbank. Su Banco BPM , commenta invece l’ad con Cnbc: “Non abbiamo ancora preso una decisione: stiamo rivedendo la situazione dopo l’accordo su Anima, che distrugge valore, e le richieste del golden power. Siamo stati molto chiari sul fatto che non eseguiremmo operazioni se non saranno nell’interesse dei nostri azionisti. Abbiamo uno scenario di base standalone che ritengo imbattibile nei prossimi tre anni dal punto di vista della distribuzione e della crescita dell’EPS”.
UniCredit, insieme ai risultati, ha annunciato anche un’intesa di lungo periodo con Google Cloud. L’accordo decennale mira a potenziare la digitalizzazione della banca attraverso le soluzioni tecnologiche avanzate offerte dal colosso di Mountain View, tra cui infrastrutture, intelligenza artificiale e strumenti di data analytics. L’obiettivo è semplificare la struttura IT del gruppo e migliorare l’esperienza dei clienti nei 13 paesi in cui la banca è presente.
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