Piccola guida per investitori principianti: un inizio a basso costo

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2 Febbraio 2016

Dopo aver criticato Mediolanum in particolare, e anche tutta l’industria del risparmio gestito, ho offerto qualche consiglio per l’investitore che vuole ridurre i costi e migliorare il rendimento. Mi rendo conto che questo già presuppone che l’investitore abbia un piano da eseguire, e non sempre è così. Quindi cerco qua di offrire una guida semplice per guardare il processo di investimento ed eseguire un piano semplice. Penso soprattutto a un risparmiatore medio.

Il primo passo è definire in modo preciso i beni e i debiti, cioè il patrimonio, e il reddito e le spese della famiglia/persona per cui il piano va fatto. Insieme a questo, è indispensabile definire bene le esigenze della famiglia e lo sviluppo previsto negli anni futuri. Una cinquantenne sa che entro 10-15 anni andrà, probabilmente, in pensione. In altri casi, arrivano dei figli, i nonni invecchiano, e così via.

Secondo passo, gli obiettivi del piano. Cosa devono produrre questi soldi? Un reddito da mettere insieme alla pensione, oppure soldi per comprare una casa di vacanza, o da dare ai figli, o ai nipoti. Come si vede da quest’elenco, si parte da quello di cui si ha bisogno e si arriva poi a quello che si vuole, a ciò che si desidera.

Per definire la sostenibilità oggettiva di un rischio, bisogna dunque partire dalla valutazione della situazione di fatto: tanto più il reddito da lavoro è sicuro e tanto più è alto rispetto alle spese da sostenere, e tanto più chi lo detiene ha la capacità di investire in strumenti volatili/rischiosi, ma che dovrebbero produrre un rendimento più alto a lungo termine, cioè in azioni. Un soggetto che guadagna 100, spende 60 e sa che lo farà per 20 anni è più capace di investire in azioni di uno che guadagna 100, spende 95 e va in pensione con una riduzione del reddito in 5 anni. A meno che questo secondo non abbia 1.000 da parte da investire. Perché, naturalmente, si deve sempre considerare sia il reddito che il patrimonio esistente.

Questa tabella dovrebbe aiutare, e serve a determinare il livello di rischio accettabile incrociando:

Risk

Ma si deve considerare anche la propensione soggettiva per il rischio, l’aspetto psicologico. Magari un soggetto ha la capacità oggettiva di assumere un rischio elevato, può aspettare che i mercati azionari vadano male e poi recuperino, ma non riesce a reggere il calo del portafoglio che questo implica. Nel caso di questa propensione psicologica, l’investimento azionario dovrà essere ridotto rispetto al ‘normale’, definito come ciò che la situazione reddituale e patrimoniale renderebbe oggettivamente sensato. Del resto, è sensato si procedere sempre verso il basso. Anche se un soggetto è molto propenso a prendere dei rischi, è meglio non esagerare. Questi investimenti dovrebbero infatti fornire una protezione/garanzia, non la strada per diventare ricco.

Il modo più facile d investire per chi non ha delle esigenze particolari è peraltro definito da una semplice formula: (100 – l’età) va investito in azioni, il resto in obbligazioni. Da ri-bilanciare una volta all’anno. Il bene di questo piano è che: è semplice da capire; rispecchia le esigenze della gente di ridurre gli investimenti in azioni con l’invecchiamento; e spinge l’investitore a comprare quando i prezzi sono bassi e vendere quando sono alti.

Mi spiego con un esempio. La signora ha 45 anni. Quindi 100-45 vuole dire che il 55% del suo totale viene investito in azioni e 45% in obbligazioni. Dopo un anno, l’investimento azionario ha fatto meno 5%, mentre quello obbligazionario fa più 5%. L’investitrice si trova a 50% azionario, 50% obbligazionario e deve vendere 4 da portafoglio obbligazionario per comprare 4 nel portafoglio azionario per arrivare a 54 investito in azioni (100 – l’età) e 46 in obbligazioni. Così si vede che l’investitrice vende quello che ha fatto bene e compra quello che ha fatto male. Assolutamente non il piano più complicato del mondo, e questo gioca al suo favore.

Per me, gli strumenti giusti per costruire un portafoglio del genere sono gli ETF (Exchange Traded Funds), fondi passivi che replicano a basso costo un indice prescelto. iShares, per citarne uno, è utile per iniziare e il costo di un investimento in un indice azionario è circa il 0,4% rispetto al 2-2,5% per un fondo gestito mentre un investimento in un indice obbligazionario costa il 0,2% rispetto all’1-1,5% di un fondo gestito. Di nuovo, per non complicarci la vita, andrei verso un investimento semplice nel Eurostoxx 50 e qualche obbligazione non-finanziaria sono due strumenti che l’investitore potrebbe guardare per iniziare.

Quanto scritto è da prendere come uno stimolo d’inizio per chi vuole investire da solo, una cosa che ritengo dovrebbe essere possibile per la maggior parte della gente. Guardare altri siti, prendere qualche libro ma soprattutto ricordare che, con prudenza e attenzione, non è così complicato.

TAG: gestione del risparmio, Investimenti
CAT: fondi di investimento, gestione del risparmio

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