Il voto di Genova: un centrosinistra a pezzi può davvero rimontare?

12 Giugno 2017

Chiunque viva a Genova, o la frequenti, non ha creduto molto ai sondaggi che sono circolati nelle settimane scorse: dicevano che Crivello – il candidato del centrosinistra – sarebbe stato in testa dopo il primo turno. Qualcuno diceva con Bucci – centrodestra – come sfidante, altri assegnavano il secondo posto a Pirondini, del Movimento 5 Stelle.

Invece è in testa Bucci, che ha più di cinque punti percentuali di vantaggio su Crivello, 38,70% contro 33,43%. Un dato che risulta ancora più netto se si guardano i voti assoluti dei due candidati: fra l’uno e l’altro ci sono circa 12.000 voti di differenza. In una città che ha meno di cinquecentomila elettori, dei quali meno della metà è andata a votare, davvero non è poco.

Colpisce anche il confronto con i risultati di cinque anni fa, nel primo turno del 2012.
Allora Marco Doria, candidato del centrosinistra, prese 127.477 voti. Il centrodestra si presentò diviso, addirittura con tre candidati “di area che raggiunsero rispettivamente 39.589 voti (Enrico Musso), 33.468 voti (Pierluigi Vinai) e 12.409 voti (Edoardo Rixi).

Sommando i voti dei tre candidati, il centrodestra avrebbe complessivamente raggiunto 85.466 voti. Poco meno di quanto ha ottenuto Bucci, che è arrivato a 87.022.

Insomma, per quanto sia un’analisi rozza, viene da dire che il centrodestra si giova dell’unità, tiene i suoi voti, anzi li incrementa leggermente. Molto bene, soprattutto visto il calo della partecipazione, ma niente di clamoroso. Non si può dire che Genova sia diventata, improvvisamente, una città “di destra”. Comunque colpisce, in quest’ottica, che la lega sia il primo partito nel centrodestra: i voti assoluti crescono di poco, ma in quello spazio politico c’è un deciso spostamento verso posizioni radicali.

Quel che c’è di davvero fragoroso, invece, è il crollo del centrosinistra. Crivello ha preso poco più di 75.000 voti. Ad essere precisi – manca ancora qualche sezione, ma poca roba – Crivello ha preso 52.375 voti in meno rispetto a Marco Doria. Ed è un voto che, apparentemente, non è andato a nessun’altro: semplicemente gli elettori sono stati a casa – in spiaggia, più facilmente.

E’ difficile essere sorpresi, obiettivamente: la giunta di centrosinistra uscente non si è coperta di gloria, è ha dato costantemente un’impressione di debolezza e instabilità. Colpisce, semmai, che i dirigenti del centrosinistra non se ne siano accorti, e abbiano offerto ai cittadini un candidato e una proposta politica in piena continuità con il passato. Più probabilmente, se ne sono accorti ma non hanno avuto la capacità di trovare una strada alternativa, o non hanno avuto il coraggio di percorrerla.

Ora, il ballottaggio. Crivello ha un’unica arma: chiamare tutti alla “grande mobilitazione antifascista”. Un’impresa, senza dubbio: quei 12.000 voti da recuperare sembrano davvero molti, e c’è da capire cosa farà l’elettorato del Movimento 5 Stelle.

Al primo turno il candidato grillino, Pirondini, ha preso più di 40.000 voti. Certamente non darà nessun tipo di indicazione di voto, forse dirà proprio di non andare a votare, ma non si può sapere cosa faranno davvero i suoi elettori. Anche a Genova, come ovunque, nell’elettorato 5 Stelle si trovano propensioni ideali anche molto diverse fra loro, ma la componente di feroce avversione al Pd e al centrosinistra è notevole, e potrebbe manifestarsi anche al ballottaggio.

Insomma, per Crivello sembra proprio dura. Ma niente è scritto, e in fondo è stato proprio il presidente di centrodestra della Regione, Toti, a dire che per loro questa sarebbe stata “la battaglia di Stalingrado”. E lì, quando tutto pareva perduto, qualcosa successe, e il corso della guerra cambiò. “Stalingrado resiste”, era la voce che circolava allora. Chissà come suona, detta con la cantilena dei genovesi.

TAG: elezioni amministrative 2017, genova, Gianni Crivello, Marco Bucci
CAT: Genova

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