Serena Missere: la toga illuminata dai colori dell’ anima
Ritratto di una giovane donna, diventata un brillante avvocato, oggi assessore all’Urbanistica di Torre Santa Susanna, paese in cui vive, impegnata in politica da sempre e che coltiva ogni giorno l’amore per gli altri e per la vita
“Se con il tacco ti vedrai più alta, con l’amore per te stessa, ti vedrai immensa”, scriveva Frida Kahlo. In questa considerazione laconica, si racchiude il senso profondo del coraggio di affrontare la vita di petto ed a testa alta, puntando sempre e solo al massimo, senza indietreggiare dinanzi alle grandi e spesso, incomprensibili, prove che il destino pone sul nostro cammino, ma riuscendo a trasformale in opportunità da cui trarre tutto il meglio per rilanciare i dadi dell’unico viaggio nel mondo che ci è concesso.
Quando incontrai per la prima volta, nel suo studio, nel centro di Torre Santa Susanna (entroterra brindisino), l’avvocato Serena Missere, per questioni professionali, mi ritrovai al cospetto di una giovane e bellissima donna, con un tono di voce molto dolce ma deciso, capace di azzerare in un attimo tutte le distanze ed i convenevoli di sorta che pongono su due piani, spesse volte, irraggiungibili, avvocato e cliente, pur mantenendo salda l’autorevolezza della figura professionale ricoperta.
Serena, mentre ascoltava le vicende che le narravo con partecipazione ed evidente inquietudine, mostrava quella attenzione accogliente e confortante che aggira completamente il pregiudizio, dettato dall’essere, prima di allora, due persone sconosciute, entrando, grazie ad una spiccata componente empatica, in comunicazione diretta con il suo interlocutore, cogliendo l’essenza del discorso, spogliandolo dei contorni irrilevanti e vestendolo di concretezza. Da quel momento in poi, per quanto i nostri incontri, abbiano avuto molto spesso il tenore dello scambio professionale, e qualche volta, la leggerezza e l’emozione delle iniziative sociali organizzate dalla sua famiglia (figlia dell’avvocato Raffaele Missere, molto conosciuto ed apprezzato nella sua comunità cittadina sia professionalmente che umanamente), l’ammirazione e la stima, si sono irrobustite fino a diventare fondamento di un rapporto di fiducia ed affetto, nutrendolo di una serie di elementi interiori che si riflettono poi anche esteriormente che, di Serena, è impossibile non notare ed assorbire. In primis, il suo agire risoluto, determinato, libero e per nulla incline al compromesso morale. Un tratto distintivo del suo carattere, che ha influenzato, indubbiamente, l’appassionato impegno politico sin dalla tenera età, animando il suo spendersi al servizio del paese, con assertività e trasparenza, ma soprattutto con la capacità di calarsi nei panni di persone e situazioni che appartengono ai nostri affanni quotidiani. Oggi, infatti, ricopre l’incarico di Assessore all’Urbanistica nel comune di Torre Santa Susanna, dove vive e dove sono i suoi affetti più cari ed il centro dei suoi impegni giornalieri.
In secundis, l’amore immenso per la sua professione. Credo che vesta e rivesta la divisa di ordinanza, la toga, di una luce spirituale, difficilmente emulabile, che le proviene da una sensibilità d’animo cristallina, non interessata, e capace di fotografare immediatamente il carico di dolore o dispiacere che le affida il suo assistito. Il mestiere dell’avvocato, per essere svolto in modo onorevole e responsabile, richiede come condizione imprescindibile, l’assenza di giudizio nei confronti di chi si ha difronte, lucidità e competenza nel guidare ed ideare la strategia difensiva più incisiva ed efficace possibile e certamente impegno costante per affinare conoscenze ed acquisire esperienze utili. Però, Serena, possiede un quid pluris, assai raro, un condimento prezioso che riesce ad infondere fluidità e speranza anche alle situazioni apparentemente più insormontabili, o a quelle sufficientemente aggrovigliate, ed è rappresentato dal cuore. Un cuore generoso, pronto a battersi per gli altri, anche quando i loro panni ci calzano stretti o scomodi.
Un altro dei suoi tratti distintivi è essere donna. Ecco, sul suo essere donna, non ci piove. Una donna giovane, meridionale e molto bella, dotata di fascino e grazia che incorniciano una mente acuta, culturalmente ispirata e con un eloquio che impressiona ed al quale è impossibile non prestare attenzione e provarne gradimento. Del suo essere donna, non ama argomentare molto, la ritiene una mancanza di rispetto, quella di sbandierare il femminismo come un bigliettino da visita da esibire all’occorrenza solo per ottenere riconoscimenti di circostanza. L’essere donna, secondo lei, è una condizione fisiologica come l’essere uomo, e la femminilità o la mascolinità non possono essere strumentalizzati rinchiudendoli in un epiteto, piuttosto che in un articolo o desinenza di questo o quel termine. Avvocato, lo è, ci si sente, e crede, infatti che, l’attribuzione del merito, debba avvenire in maniera totalmente avulsa dall’appartenenza al genere femminile o meno. Tutto ciò, parafrasa alla lettera, un’indole refrattaria alla scelta di scorciatoie o sconti per giungere prima al traguardo, professionale o politico che sia.
Già, la politica, un’altra delle sue grandissime passioni, una eredità ricevuta dal padre, l’avvocato Raffaele, da cui ha imparato mestiere e abnegazione per gli ideali in cui si crede, che si dimostrano nella realtà, pagando sempre un prezzo, a volte dell’impopolarità di non conformarsi al pensiero comune, unico e chiuso, tuttavia con la certezza di non aver svenduto il proprio sentire più profondo.
E poi l’amore per gli animali, i cavalli e i suoi adorati cani, le relazioni amicali vissute pienamente, così come pure l’affetto viscerale per la sua famiglia, composta da gente autentica e perbene, che gode ed alimenta la luce di Serena. Luce che continua a brillare, in ogni dove, anche lungo le fatiche più dure della salita, mentre si cerca di superare o convivere con un ostacolo che, non dipende da noi, non mollando nemmeno di un millimetro, la bellezza dei propri sogni, dei propri desideri, della proprie speranze. Tendendo la mano ad altri che sono nella nostra stessa condizione, non misurando in anni, il tempo che la vita ci regala, bensì, selezionandolo per la qualità delle emozioni che ci attraversano. Avventurandoci in tutto ciò che ci fa sentire vivi, energici, allegri. Come la cucina…un diletto che Serena Missere, coltiva in modo encomiabile, che rende due mani sporche di farina, in grado di creare bellezza, da esporre e gustare.
Tutto questo mondo, il suo mondo, il mondo di una donna come tante, si cela sotto la toga, una toga che assume un valore inestimabile, quando si ha il coraggio di vestirla della luce che colora la propria anima. Un concentrato di virtù e normalità, che forgiano la speranza, qualcosa che possiede le ali, è dentro di noi, e non si ferma mai.
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