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Governo

Se 500.000 grazie vi sembrano poche

di Flavio Pasotti
30 Aprile 2021

Qualcuno scriverà un instant book su come ci sia riuscito, anzi, al plurale su come ci siano riusciti perché sono almeno in due a meritarsi lo sguardo per la prima volta sereno e ricco di speranza di noi italiani: il generale Francesco Paolo Figliuolo e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Avevano promesso quota 500.000 vaccinati al giorno e applicando il rasoio di Okkam, scegliendo i più semplici criteri per i problemi più complessi, ci sono arrivati; anzi, ci hanno portato lì.
Da un anno sostenevo con amici perlopiù scettici che sia la questione tamponi che ancor più quella dei vaccini richiedeva chi avesse un know how per una imponente logistica: non poteva essere un manager anche di una grande azienda perché non c’era da gestire una semplice supply chain, ovvero, in un ospedale sì, probabilmente sarebbe andato benissimo un buon ingegnere meccanico con competenze di produzione e logistica atto a gestire risorse e colli di bottiglia nei cicli più che questa simpatica combriccola di manager regionali attenti a schivare più che a gestire. Ma “più sopra” serviva chi avesse una visione del campo di battaglia e delle retrovie, una visione appunto di una logistica poderosa nei numeri e fortemente integrata. Solo le Forze Armate dove le unità combattenti sono normalmente minoranza rispetto alla struttura dei servizi a supporto formano negli anni personale con una tale visione e mi sono trovato molte volte a sostenere che la debolezza delle scuole di management italiane e dei loro prodotti risiedessero in una pressochè nulla permeabilità ai rapporti con il mondo militare. Andate a guardarvi i curricula dei manager (e di molti politici) del mondo anglosassone e vedrete che West Point, Annapolis, Sandhurst e la stessa Saint Cyr sono dei plus obbligati e non solo per sviluppare l’attitudine al comando. Da noi rimane l’assurdo preconcetto verso le stellette dove invece troviamo fior di qualità andatasi a sviluppare anche attraverso le missioni internazionali che hanno creato in vent’anni un gruppo dirigente “english speaking” per farla breve, un insieme di professionisti che probabilmente oggi sono la parte migliore e più internazionalmente integrata della nostra pubblica amministrazione. Con un vantaggio, la pubblica amministrazione la conoscono e bene.
Al pari dell’aver rispettato il piano, di due cose in particolare dobbiamo essere grati al Generale Figliuolo: la prima è l’aver zittito, letteralmente fatto silenziosamente sparire presidenti, assessori, commissari, funzionari vari il cui rumore polemico, inconcludente, isterico, pernicioso è stato pari ma ancor più insopportabile di quello dei virologi in Gran Pavese televisivo.
Il secondo è di averci avviato a recuperare la libertà di cittadini grazie alle Forze Armate senza una guerra, avendo costruito fiducia reciproca tra una società civile disorientata e i suoi militari: se c’è un buon giorno per essere orgogliosi delle nostre “stellette” beh, è arrivato.
Quindi, con orgoglio, grazie Signori. E avanti!

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