L’industria manifatturiera cresce del 54,4% a maggio ma la ripresa sarà lenta
L’industria manifatturiera italiana sta recuperando terreno dopo lo shock senza precedenti provocato dall’emergenza coronavirus. Il punto di minimo del ciclo manifatturiero nel nostro paese è stato toccato in aprile, quando produzione e fatturato hanno registrato una contrazione superiore al 40% rispetto ai livelli di aprile 2019. A maggio però è iniziata la fase di recupero e il rimbalzo è “vivace” su base congiunturale, con un incremento del 54,4% della produzione e del 47% del fatturato.
Ma i livelli di attività e vendite, secondo quanto emerge dal rapporto di Intesa Sanpaolo e Prometeia “Analisi dei settori industriali”, restano ampiamente al di sotto dei numeri del maggio 2019. Complessivamente nei primi cinque mesi dell’anno il calo tendenziale ammonta al 21,6% per la produzione industriale e al 19,3% per il giro d’affari, a fronte di una dinamica relativamente stabile dei prezzi (+0,3%).
In Italia e sui mercati internazionali la domanda resta debole
Sul fronte interno nel mese di maggio si è attenuato il ritmo di caduta delle vendite al dettaglio (in calo tendenziale del 10.5% l’indice complessivo, del 20.4% il comparto non alimentare) e delle immatricolazioni, che si allontanano dal minimo storico raggiunto in aprile ma si presentano ancora in forte contrazione rispetto al 2019 (-49.6% le autovetture, -41.8% i veicoli industriali, -32.9% i veicoli commerciali, secondo le rilevazioni Unrae).
Lo scenario internazionale sconta le incertezze legate all’aggravarsi dell’emergenza sanitaria negli Stati Uniti, in India e in Basile, oltre che difficoltà nel rilascio delle misure di contenimento in alcuni paesi partner dell’eurozona, quali Francia e Spagna. Il calo tendenziale delle nostre esportazioni di beni manufatti in aprile (a valori correnti) è del 41.8%, seguito da un -30.4% in maggio.
La crisi nel resto d’Europa
Gli effetti del lockdown sono visibili anche sul ciclo manifatturiero dei principali partner europei, ad iniziare proprio da Francia e Spagna, che evidenziano una contrazione della produzione di entità simile a quella italiana nei primi cinque mesi dell’anno, rispettivamente -19.9% e -17.6%. Meno intensa, ma comunque importante, la caduta della produzione in Germania (-15.9%).
Si salva solo il settore della Farmaceutica
Il duplice shock di domanda ed offerta indotto dalla crisi Covid-19 ha colpito tutti i settori. L’unico che si conferma in crescita è la Farmaceutica. Oltre a giocare un ruolo chiave nell’attuale situazione di emergenza sanitaria, il settore sta beneficiando dei frutti degli investimenti degli ultimi dieci anni. Il fatturato è cresciuto del 3.1% nei primi cinque mesi dell’anno e ha dato segni di rallentamento soltanto in maggio.
L’Alimentare e bevande e il Largo consumo sono calati in modo contenuto rispettivamente del – 0.2% e del -7%. Flessione meno intensa della media anche per gli altri settori che operano nelle filiere dei beni e servizi essenziali nel contesto emergenziale (sanità, alimentazione, igiene, elettricità, telecomunicazioni, difesa), quali Intermedi chimici (-13.9% il cumulato gennaio-maggio del giro d’affari), Altri Intermedi (-15.3%, grazie al sostegno dei comparti carta e gomma-plastica), Elettronica (-17.8%) ed Elettrotecnica (-19.1%).
I settori più in difficoltà sono quelli influenzati dal ciclo degli investimenti
Meccanica e Autoveicoli e moto sono i settori che hanno pagato di più il momento. Il punto di minimo raggiunto dal fatturato automotive in aprile è tra i più importanti del quadro manifatturiero, così come la performance ancora pesantemente negativa di maggio, che porta verso una flessione del 36.8% su base cumulativa. La Meccanica, settore di punta del made in Italy, registra un calo importante ma più moderato (-24.2%). Il blocco degli investimenti ha influenzato anche i settori posizionati a monte delle filiere, su tutti Metallurgia, Prodotti in metallo e Prodotti e materiali da costruzione (nonostante l’evoluzione meno negativa del vetro), che registrano cali di fatturato superiori al 20% nel complesso dei primi cinque mesi dell’anno e una performance che, anche in maggio, sconta un ampio gap sul 2019.
La situazione è critica anche negli altri settori produttori di beni di consumo durevoli e semi-durevoli, quali Mobili e Sistema moda. Dietro ad un calo del fatturato superiore al 30% per questi settori, nel periodo gennaio-maggio, si cela una contrazione prossima all’80% in aprile, solo in parte compensata dalla ripresa dell’attività in maggio. Stesso discorso per il settore degli Elettrodomestici (-22.9%), dove i consumi sono calati drasticamente.
La ripresa sarà lenta
Gli indicatori anticipatori mostrano deboli segnali di rafforzamento dell’attività manifatturiera, ad indicare una lenta ripresa, ancora condizionata dalla prudenza nelle decisioni di spesa di famiglie e imprese. Alla debolezza del mercato interno si affianca quella sui mercati internazionali, dove gli indici PMI manifatturieri restano al di sotto della soglia di espansione, soprattutto nell’Eurozona, ad eccezione della Francia.
Una spinta alla ripresa giungerà dalle iniziative di contrasto alla crisi economica
Un’accelerazione al processo di recupero potrebbe arrivare dal pacchetto di strumenti introdotto per contrastare la crisi economica. Alle iniziative nazionali si affiancano iniziative comunitarie senza precedenti storici, che rappresentano un’opportunità unica per il rilancio e la competitività del nostro sistema industriale lungo i filoni della digitalizzazione, dell’ambiente e dell’innovazione. Oltre agli interventi di sostegno alle famiglie e alle imprese ci riferiamo a interventi come il piano di acquisto di titoli BCE, la sospensione patto di stabilità, il fondo SURE per l’occupazione, le garanzie Ue attraverso l’operato della BEI e i finanziamenti dedicati tramite il MES. A tutto questo si è aggiunto l’accordo sul Recovery Fund, da destinarsi al finanziamento di progetti per sostenere il rilancio dei paesi membri dell’Unione più colpiti dagli effetti dell’emergenza sanitaria, come l’Italia.
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