Internet corre (ma non in Italia)

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27 Maggio 2015

Sommario:

  • L’uso di internet continua a diffondersi a ritmo vertiginoso: solo quest’anno la rete conquisterà circa 200 milioni di utenti in più in giro per il mondo. Lo dicono le stime per il 2015 diffuse ieri dalla ITU, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di telecomunicazioni.
  • La gran parte degli utenti accede alla rete con cellulari, tablet o chiavette. La connessione a banda larga, da fisso, da casa – la classica ADSL o fibra – rimane invece per pochi, anche nei paesi più ricchi.
  • Secondo la ITU, l’Italia non brilla: la nostra rete fissa è piuttosto lenta. Per altro ce lo aveva già detto anche l’Istat e sempre quest’anno: gli italiani, per quel che riguarda l’uso di internet, non sono certo all’avanguardia.

Un mondo sempre più connesso

Bastano due numeri elaborati dalla International Telecommunication Union (ITU) – ossia l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di telecomunicazioni – per capire le dimensioni della trasformazione epocale che stiamo vivendo. Gli utenti internet erano 400 milioni nel 2000. Alla fine di quest’anno dovrebbero essere 3,2 miliardi. Insomma: la diffusione della rete è cresciuta di 7 volte in 15 anni.

Numero di utenti Internet

Solo quest’anno dovrebbero essere circa 237 milioni gli utenti in più. Ma il rapporto elaborato dall’agenzia delle Nazioni Unite – rapporto che si chiama “ICT Facts and Figures 2015” e che è stato diffuso ieri – rivela un mondo a due velocità.

Digital Divide 1
Da una parte ci sono i paesi sviluppati (Nord America, Giappone, Europa, Australia e Nuova Zelanda), in cui oltre l’80% delle persone usano la rete. Dall’altra i paesi in via di sviluppo, dove questa percentuale scende bruscamente al 35,3%. Infine, negli Stati più in difficoltà sul piano economico – che le Nazioni Unite definiscono “paesi meno sviluppati” – la diffusione del web non va oltre il 9,5% della popolazione.

Digital Divide 2

Il web, dunque, avanza. Tanto che poco meno di un essere umano su due (il 43,4%) ormai lo usa. Ma il cosiddetto “digital divide” – il divario tecnologico tra i paesi più ricchi e quelli più poveri – è ben lungi dall’essere colmato: i quattro e rotti miliardi di persone ancora offline abitano quasi tutti nelle aree più svantaggiate.

Fisso e mobile

Sempre più connessi, dunque. E più da mobile, che da fisso. La ITU stima che a fine 2015 dovrebbero essere stati siglati 7 miliardi di contratti per usare dispositivi mobili, ossia tablet, telefonini e chiavette internet da collegare al computer.

Molti di questi dispositivi sono di vecchia generazione e servono solo a telefonare. Ma – sempre secondo il rapporto dell’agenzia per le telecomunicazioni delle Nazioni Unite – i contratti per avere una connessione mobile a banda larga (il cosiddetto 3G), entro fine anno, dovrebbero essere 46 ogni 100 abitanti.

Tanti, tantissimi, ma ancora una volta concentrati nei paesi più sviluppati.

Connessione mobile

La connessione fissa, invece, rimane per pochi anche nei paesi sviluppati dove solo il 29,6% delle persone ha questo tipo di collegamento a internet. Mentre il dato medio – a livello mondiale – è stimato al 10,8%.

Connessione fissa

Come mai? Secondo la ITU, i prezzi della banda larga da fisso sono scesi per 3 anni, dal 2008 al 2011. Poi i prezzi sono rimasti più o meno sempre gli stessi e questo ha rallentato la diffusione di questo tipo di connessione.

E in Italia internet corre poco

A proposito di Adsl e fibra, la ITU ha stimato anche la velocità della connessione fissa. E il Belpaese non ne esce bene troppo bene.

Velocità Internet

L’Italia, infatti, è solo 32esima (su 61 paesi presi in considerazione) per velocità e dietro a tutti i principali partner europei (Germania, Francia e Spagna; ma anche, ahinoi, il Kazakhistan).

Una sorpresa? Niente affatto. Già ad inizio anno, l’Istat – il nostro istituto di statistica– ci aveva fornito dati poco confortanti: solo il 57% degli italiani, infatti, usa la rete contro una media europea del 77,6%. Ben venti punti percentuali in meno. E solo 20 e rotti punti percentuali in più della media dei paesi in via di sviluppo calcolata dalla ITU (che ricordiamolo è del 35% circa).

Che significa? Significa che l’Italia – numeri alla mano – non solo si trova a metà classifica per velocità della sua rete fissa, ma si trova proprio a mezza via tra paesi sviluppati e in via di sviluppo per l’uso di internet. E questo – tante volte – vorrà pure dire qualcosa.

TAG: diffusione, internet, italia, ITU, numero utenti
CAT: Innovazione, Telecomunicazioni

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