Paradossi italiani: Celebriamo il popolo del web ma non sappiamo usare internet
Siamo il Paese che più di tutti ha enfatizzato le potenzialità e l’incidenza del web. Siamo arrivati a immaginarci la massa di utenti della rete come un’entità a sé stante, a cui abbiamo attribuito il brutto appellativo, di “popolo del web”. Poi lo abbiamo trasformato in soggetto politico autonomo, capace di giudicare, di ribellarsi e anche di cambiare i destini della Nazione a seconda dell’umore.
Da quel momento, a questo celebrato e temuto nuovo protagonista della vita politica è stato attribuito di tutto: dalla “rivolta anti-casta”, al successo del referendum per l’acqua pubblica, fino al merito (o alla colpa) dell’ascesa del Movimento Cinque Stelle.
Ci sono stati anche dei partiti, come appunto quello di Beppe Grillo, che hanno attribuito alla rete (ancora una volta entità monolitica e metafisica) proprietà taumaturgiche, considerandola lo strumento più adatto (e democratico) per avviare consultazioni e per celebrare processi sommari.
Nel frattempo c’è stato pure qualcuno che ha provato a far notare che “il popolo del web, inteso come un tutt’uno pensante e giudicante, non esiste”, e che si trattava di “una di quelle comodissime scorciatoie mediatiche che dicono tutto e niente”.
Sforzo inutile, visto che tuttora giornalisti e analisti continuano puntualmente a tirare in ballo il nuovo soggetto, nei propri titoli e nei commenti.
Ci sono però un paio di studi appena pubblicati che dovrebbero far riflettere anche i più convinti assertori del web come “Verità”.
Il primo è la rilevazione di Eurostat relativa al numero di “Persone che non hanno mai usato internet” (illustrata nel grafico in coda a questo articolo).
Leggendola, salta fuori che in Italia rappresentano il 32 per cento, contro una media Ue del 18. Peggio fa solo la Grecia (33 per cento) nell’Area Euro, e Romania e Bulgaria (rispettivamente 39 e 37 per cento) se si considera l’intera Unione.
Il secondo studio, pubblicato a distanza di poche ore dal primo, è dell’Istat, e stabilisce che nel 2014 in Italia coloro che non si sono mai connessi sono “quasi 22 milioni”, pari al 38,3 per cento della popolazione.
In pratica, per almeno un italiano su tre la rete è un oggetto misterioso. Non parliamo di persone poco avvezze al web, ma di gente che non sa proprio cosa il web sia. Per usare la definizione di Eurostat: “Individui che non hanno mai usato internet a casa, al lavoro o altrove, ne per lavoro né per ragioni private”.
L’indagine Istat fornisce anche qualche elemento di dettaglio. Il dato più interessante (e preoccupante) è che la concentrazione maggiore di “analfabeti del web” non si incontra solo tra gli anziani, come pure sarebbe stato ipotizzabile, ma anche tra gli alunni delle elementari: la percentuale di non utenti è, infatti, del 74,8 per cento tra i 65-74 anni, e supera il 50 per cento tra i bambini di età compresa tra 6-10.
La prossima volta che sentirete qualcuno invocare il popolo del web, mostrategli il grafico qui sotto. Magari la smette.
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