Oilproject: studiare Matematica senza chiamare il 911
Qualche anno fa è circolata online la storia di un bambino americano di soli 4 anni che per risolvere i suoi “problemi” con la matematica ha pensato bene di chiamare il 911, il numero di pubblica utilità per le emergenze. [ascolta qui la telefonata]
Quanto una storia come questa sia vera (sembra un racconto di Rodari) è difficile verificarlo, ma, dietro la tenerezza e genuinità di quel «you have to help me with my math» pronunciato al poliziotto incredulo, si nasconde un bisogno che tanti studenti, molto più grandi, vivono ogni giorno. Parliamo della ricerca di un aiuto competente, risolutivo e veloce: dai limiti notevoli alle equazioni di secondo grado, dai prodotti notevoli agli integrali.
Qualche giorno fa Oilproject* ha lanciato un’iniziativa chiamata SOS-Matematica.it rivolta agli studenti di tutta Italia con l’obiettivo di supportarli in vista delle ultime verifiche e – per i fortunelli a cui quest’anno tocca – della seconda prova di Maturità al Liceo scientifico.
Il tutto attraverso quello che alcuni docenti tacciano come “porta dell’Ade” della didattica quotidiana: lo smartphone.
Ad attendere e dissipare i dubbi degli utenti non c’è Cerbero ma un colorato team di “Supereroi”, uno staff di professionisti e docenti pronti a rispondere alle domande degli utenti gratuitamente e in tempo reale. Una squadra che avrebbe giocato almeno alla pari, nella fantasia di un bambino americano, con il poliziotto del 911.
Tra loro c’è il fisico e divulgatore Massimo Temporelli, fondatore del The FabLab Milano, Marco De Rossi, imprenditore e fondatore di Oilproject e Luciano Canova, docente di economia. A loro si affianca la redazione di Oilproject e il supporto di alcuni consulenti esperti in didattica della matematica.
La didattica digitale della matematica
L’iniziativa di Oilproject è l’occasione per fare una breve riflessione sulla didattica della matematica e, più in generale, su alcuni degli strumenti a disposizione degli studenti e dei docenti per supportare il lavoro svolto nelle classi.
Negli ultimi anni lo sviluppo di app dedicate alla matematica ha rappresentato uno dei maggiori input di sperimentazione tecnologica associata alla didattica per gli studenti. Non solo: sono ormai numerose le applicazioni che permettono di esercitarsi quotidianamente e quelle che aiutano i professori a lavorare e far lavorare gli studenti su supporti digitali.
Se i fogli bianchi o le lavagne rappresentavano fino a poco tempo fa l’ambiente ideale per sviluppare le proprie capacità ed esercitarsi, oggi quel divario tra la scrittura a mano libera e l’interfaccia uomo-macchina è sempre più sottile (per un breve sommario delle app più diffuse consiglio la lettura di questo articolo di comecalcolare.com).
Solo per citare qualche esempio (ma ce ne sono davvero moltissimi): app come Matek, MathPad, Fluidmath abbattono la barriera dell’inserimento facile dei dati, proponendo interfacce dall’utilizzo immediato o riconoscendo la scrittura dell’utente e supportandolo nei vari passaggi con suggerimenti e riferimenti a contenuti direttamente visionabili sull’esercizio.
Un’altra strada molto interessante per la didattica della matematica è quella della gamification, ovvero l’utilizzo di giochi (da semplici sfide fino a vere e proprie “missioni”) come strumento a finalità didattiche sin dalle fasce d’età più giovani. L’obiettivo è stimolare di volta in volta nel player abilità e capacità quali concentrazione, memoria, manualità e problem solving. Tutte competenze cruciali nelle finalità didattiche, non solo della matematica.
I migliori esempi (ma anche in questo settore c’è molto fermento) ci vengono da piattaforme dedicate alla didattica della matematica per ragazzi, come Buzzmath e Knowre.
Don’t panic, it’s only math
Nel 2012 uno studio della Stanford University School of Medicine ha evidenziato come possa incidere negativamente sulla risoluzione degli esercizi da parte di giovanissimi studenti la visione della matematica come materia “ostica”.
Quando l’esperienza di calcolo è vissuta come un vero incubo, il cervello perde lucidità: si registra un’iperattivazione delle aree cerebrali collegate alla paura e alle emozioni a differenza di quelle che controllano la capacità di risoluzione dei problemi.
Nello stesso anno alcuni studiosi dell’Università di Chicago sono andati ben oltre, indagando gli effetti dei cosiddetti “stati d’ansia per la matematica”, cioè gli HMAs (high levels of mathematics-anxiety): nei soggetti che vivono la matematica come un vero “tormento”, il solo pensiero di affrontare un calcolo difficile genera livelli di ansia e tensione paragonabili, da un punto di vista neuronale, alla sensazione di dolore fisico.
Abbiamo visto come determinati strumenti, perfino l’invocazione dei “Supereroi”, possano aiutare gli studenti ad affrontare con maggiore serenità la matematica, magari senza digitare il 911. Le opportunità tecnologiche sono incoraggianti e le metodologie d’impiego rappresentano ancora un vastissimo campo di ricerca. Da un lato, non bisogna correre il rischio – insito negli strumenti digitali – di appiattire i reali obiettivi formativi su un modello meramente applicativo, fatto di interazioni senza ragionamento. Dall’altro, l’aiuto che questi strumenti daranno a moltissimi studenti (e docenti) toglierà forse di dosso alla matematica quell’aurea pregiudiziosa di materia criptica e difficile, destinata solo a pochi geni e iniziati.
Forse un pizzico del segreto della matematica vive proprio in questo: per renderla meno misteriosa, sia da docenti che da studenti, non esiste la formula perfetta.
*Oilproject è una startup italiana con sede a Milano. Da due anni, con un team di 9 persone (età media: 27 anni) e 50 docenti, gestisce e sviluppa il più rilevante MOOC (Massive Online Open Course) per le scuole superiori in Italia. Ogni corso – dalla letteratura fino alla chimica – è formato da video, testi ed esercizi fruibili gratuitamente e in mobilità.
Nessun commento
Devi fare per commentare, è semplice e veloce.