“Sono nato dopo mio figlio”: la storia di una rinascita

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24 Marzo 2023

“Sono nato dopo mio figlio” è l’autobiografia di Marco Dell’Acqua, pubblicata da Laurana Editore (nel 2021) nella collana Rimmel Narrativa Italiana.

 

La trama

Il libro racconta la storia del suo autore, un trentottenne milanese da poco sposato.
La vita, che sino a poco prima sembrava sorridergli e promettergli un futuro radioso, gli gioca però un brutto scherzo. A Marco viene diagnosticato il mieloma, un cancro del sangue. Dalla diagnosi alla rinascita (il trapianto di midollo da donatore) è un continuo muoversi tra ospedali, dottori, chemio e terapie. La chemio però può rendere sterili, e Marco e Ida (la moglie che gli è sempre stata accanto) fanno una scommessa con il destino: avere un figlio senza sapere se Marco potrà fargli da padre. La vittoria di quella  scommessa si chiama Lorenzo, nato prima del trapianto di Marco. Dopo tanti anni l’autore ripercorre gli stati d’animo e gli incontri che ha vissuto, la gioia della paternità, quella di aver trovato una donatrice compatibile (una donna americana), l’esperienza del trapianto, ma soprattutto racconta che ci può essere un dopo. Il libro è anche la celebrazione della vita dopo il cancro.

Gli aspetti centrali

Prima di tutto va sottolineato un tema già accennato: la vita dopo il cancro.
Marco c’è l’ha fatta e può raccontare la sua esperienza, ma non per tutti è cosi. Nel libro non c’è nessuna traccia di quella fastidiosissima teoria del “basta volerlo” o del “ho lottato e sono stato più forte del cancro“.
Certo è fondamentale affrontare il percorso di cura nel miglior modo possibile (ogni malato ha il suo modo di farlo e nessuno può insegnarlo agli altri), ma l’autore sottolinea il fattore “fortuna“.
Chi non c’è l’ha fatta non è stato meno bravo, meno forte o meno coraggioso. A volte qualcuno è semplicemente e drammaticamente più sfortunato di altri.

Le dediche chiariscono il concetto appena espresso

Il secondo tema è Milano.
L’amore dell’autore per la città supera il senso di appartenenza al proprio luogo di origine, e evidenzia una immensa gratitudine per quello che Milano ha fatto: gli ha salvato la vita.
Spesso per un malato essere nel posto giusto al momento giusto è fondamentale ed essere di Milano ha reso piu “semplice” il percorso di Marco. L’autore non si riferisce solo alle cure (la presenza di posti come l’Istituto Nazionale Tumori, uno dei luoghi del cuore di Marco, è certamente fondamentale), ma anche alla vicinanza della famiglia e dei cari che non si sono dovuti spostare di centinaia di chilometri per assisterlo (cosa che purtroppo invece avviene sempre più spesso).

Il terzo tema è proprio questo: la famiglia.
Nel libro ci sono spunti meravigliosi sulla famiglia, frasi da appuntarsi e da leggere ogni tanto. Non anticipo niente, ma nel libro è presente l’importanza della famiglia di origine e la grande volontà di costruirne una propria.

Nulla può rimanere in equilibrio o essere chiuso geometricamente se non ha almeno tre punti di appoggio

Questa frase rappresenta la volontà di paternità di Marco, a prescindere da tutto, per lasciare una traccia su questa terra, per non lasciare sola Ida, per rincorrere un sogno anche mentre si vive un incubo.

Perché leggerlo

Il libro è scritto così bene che la lettura scivola via quasi fosse un romanzo coinvolgente.

Chi scrive questa recensione (trapiantato di midollo) ha rivissuto alcune esperienze nella lettura, ma proprio per le esperienze comuni può certificare la realtà di quanto scritto e la forza del messaggio centrale, che poi è quasi uno spoiler: “sono qui, c’è l’ho fatta”.

Lillo Garlisi, editore che ha pubblicato il libro, dice che leggere un libro è forse l’unico modo per conoscere davvero una persona. In questo caso è un modo per conoscere la realtà di tanti malati, ma anche e soprattutto l’occasione di capire che grazie alla ricerca, ai medici e a tutto il personale che si occupa dello studio e delle cure, oggi si può vivere anche con un cancro considerato inguaribile.

Questo libro rafforza in tutti noi la gratitudine per le persone care e per chi spende la propria vita cercando di salvare le vite degli altri.
Nel libro inoltre è presente la musica, tanta e bella, lo sport e soprattutto il Milan, l’amicizia, il lavoro, la gioia, la sofferenza, la paura e la speranza. La vita insomma, perchè come ripete Marco “tutto ciò che non è autobiografico è plagio”.

Tre concetti che sono i pilastri del libro

 

Chi scrive ha il piacere di comunicare che presenterà il libro, insieme all’autore, il 20 aprile alle ore 18:30 presso Bibliothe&Co in via Dezza 50 a Milano.

 

Sostenete la ricerca, sempre.

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CAT: Letteratura, Medicina

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