Alternativa Popolare guarda al Pd, cioè al Centro

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20 Dicembre 2017

“Non è a me che deve chiedere per quale ragione un partito che ha garantito continuità amministrativa in Lombardia e un buon Governo a Roma, con l’abolizione dell’art 18, i provvedimenti sulla famiglia, la riforma sulle intercettazioni, e sulla responsabilità dei giudici, ritorni sui suoi passi per  ricollocarsi dentro una coalizione da cui era stata di fatto allontanata. Posto che ci sono le elezioni, vedremo cosa accadrà al loro termine”.

Angelo Capelli è il nuovo coordinatore regionale lombardo di Alternativa Popolare, dopo la separazione in casa – riflesso di quella nazionale – che ha portato Maurizio Lupi a costruire un partito (Noi con l’Italia) di nuovo nell’area di centrodestra, a livello nazionale, mentre Beatrice Lorenzin (ministro della Sanità ed esponente di punta di Alternativa Popolare) a schierarsi a fianco di Matteo Renzi. La sintesi politica che fa, chi ha deciso di restare dentro Ap, è di aver avuto coerenza nel tempo.

Agire come forza moderata liberale e popolare ovunque abbia stretto alleanze. Capelli lo rivendica, come azione politica e ideale. “Chi se ne va lo fa per tornare nel proprio alveo d’origine”. Il centro destra, appunto. Ma la domanda è: dove si collocano le forze politiche moderate, liberali e popolari? Capelli è il paradigma di una politica moderata che guarda al Centro con un PD come alleato “dopo essere stata svuotata della sua componente di sinistra”. Ne consegue che chi si consegna a Berlusconi “fino a ieri ritenuto incompatibile con i nostri valori” e sposta la propria posizione politica su di un versante “sovranista”, commette a suo giudizio un errore, non intravedendo dentro questo genere di coalizione una  riconoscibile politica liberale e popolare, viste le misure draconiane previste in economia, (flat Tax al 15%) e il progetto di porre in essere espulsioni di massa (100mila ogni anno) per gli immigrati clandestini. Si tengono insieme forze nella coalizione di centrodestra, secondo Capelli, che tra di loro hanno una diversa considerazione dell’Europa (dentro per Forza Italia, fuori per la Lega) e una visione quasi opposta dell’ economia. (Sì all’Euro per Forza Italia, contrari alla moneta unica gli uomini e le donne del Carroccio).

Per questo Ap resta e prosegue il suo cammino a tutela dei valori a cui vuole fare riferimento. “Poi può darsi ci si reincontri dopo la battaglia, mille chilometri più avanti, se saremo rimasti vivi”.

Che farà Ap? Andrà con Gori alle elezioni? Presto per dirlo. Tuttavia sembra una strada segnata. Un moderato sta più facilmente con Salvini oppure con Renzi? Questa è la vera domanda. In Lombardia Ap sta con Maroni. Non con Salvini.

Angelo Capelli

 

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CAT: Milano

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