Da impresentabili a fenomeni: perché preoccupa il raduno neonazista di Milano

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19 Dicembre 2014

Il raduno nazifascista di Milano di sabato 20 dicembre, promosso da Forza Nuova, potrebbe essere derubricato come un incontro di estremisti vogliosi di ostentare vecchie ideologie. La speranza è che effettivamente si riveli un’operazione nostalgia. Ma oltre agli auspici non si può far finta di nulla e guardare con indifferenza il ritrovo milanese. Perché quelli che oggi sembrano gli impresentabili di estrema destra, domani potrebbero diventare i “nuovi fenomeni” dei palcoscenici politici.

Negli ultimi anni, infatti, si sta creando quell’effetto assuefazione rispetto a certi ragionamenti sui migranti, sui costumi e sulle libertà (anche di genere). Il tutto riecheggia come il più classico campanello d’allarme con la complicità del momento favorevole ai messaggi semplici e diretti, che fanno leva sulla rabbia più che sulla ragione. La considerazione non scaturisce da una mera osservazione sociale. C’è anche una questione che si sostanzia nella politica a livello europeo.

All’appuntamento dei “Movimenti nazionalisti dei popoli europei” sono stati invitati i greci di Chrysí Avgí (la famosa Alba Dorata), gli svedesi dello Svenskarnas Parti (da non confondere con i Democratici Svedesi), gli spagnoli di Democracia Nacional (nostalgici del regime franchista) e i tedeschi della Nationaldemokratische Partei Deutschlands (i neonazisti della Npd).

I nomi, per fortuna, non dicono molto: l’unico ad avere un vero peso politico nel proprio Paese è Chrysí Avgí, i neonazisti di Alba Dorata tanto chiacchierati negli ultimi periodi in Grecia. E che, nonostante il ridimensionamento mediatico subito a causa dei problemi con la Giustizia, alle Europee hanno preso quasi il 10%. Dunque se gli altri non valgono niente, perché preoccuparsi? Basta una storia: Chrysí Avgí era un’accozzaglia nazistoide con meno dello 0,5% di voti nel 2009. In tre anni ha più che decuplicato i consensi, diventando il paradigma degli impresentabili che si trasformano in fenomeni politici.

La manifestazione dei “movimenti nazionalisti” incute delle preoccupazioni a medio-lungo termine. Le dinamiche in atto raccontano come alcuni partiti attigui dal punto di vista ideologico stiano avanzando. Per esempio in Svezia lo Sverigedemokraterna, meglio noto come i Democratici Svedesi (il nome non inganni), ha conquistato oltre il 12% dei voti alle ultime elezioni, propugnando lotta all’immigrazione e assumendo posizioni islamofobe e xenofobe. Appena 12 anni fa, nel 2002, i Democratici Svedesi avevano conquistato l’1.4%, facendo segnare allora il miglior risultato di sempre. Una situazione non troppo lontana dallo Svenskarnas Parti, che sarà presente a Milano: oggi è fermo a percentuali da prefisso telefonico, domani chissà. Intanto è attivo come una forza estremista messa ancora più a destra di un partito considerato ipernazionalista. 

Questi due esempi così lontani – sia culturalmente che geograficamente – possono bastare a rendere l’idea che, per paradosso, il nazionalismo non conosce confini. Il mix di elementi, come crisi economica, aumento dei flussi migratori e instabilità politica accresce il fascino delle posizione populiste dal Nord al Sud Europa. Il seme dell’islamofobia e dell’eurofobia può far fiorire o rigenerare partiti abili a spacciare l’ideologia estremista come qualcosa “di nuovo” sul mercato politico.

E come sintesi della storia, c’è un cognome che funge da promemoria: Le Pen. In Francia Jean-Marie Le Pen era considerato un impresentabile con il suo Front National. Ma è bastata un’operazione di maquillage per rendere l’estrema destra francese un fenomeno dirompente. Tanto che Marine Le Pen sogna l’Eliseo.

TAG: euro, europa, europee, forza nuova, immigrazione, milano, nazifascisti
CAT: Milano, Partiti e politici

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