Musica leggerissima #2 – È arrivato un bastimento
“Musica leggerissima”, ovvero come parlare ogni volta di un disco poco discusso o dimenticato. Come parlare ogni volta di un bel disco italiano.
“La città trema” è un assalto, un pezzo che dichiara subito un cambio di rotta rispetto al passato. Chitarre da New wave of British heavy metal e schiaffo hard rock da eighties gia metabolizzati perfettamente. È il primo brano di una scaletta particolarmente eclettica che Bennato traccia a bordo della sua nuova imbarcazione: È arrivato un bastimento (1983) è un disco da rivoluzione, un’opera che sintetizza l’idea del maestro su come si possa saltare da un genere a un altro nello spazio di pochi minuti. Prendiamo un altro esempio, il terzo brano: dopo la ballad “Ogni favola è un gioco” e il già citato scatto iniziale, qui si spinge sui territori dello ska di stampo new wave. La trottola stilistica prosegue attraverso il country blues di “Addosso al gatto”, che pone l’accento sul blues nel suo finale, deflagrando con l’elettrica di Luciano Ninzatti (figura che diverrà fondamentale per il proseguo della carriera di Edoardo).
L’irrequietezza di Bennato è evidente, gli arrangiamenti sono eclettici e segnano la volontà di impostare un concept album che si ispiri al “Pifferaio magico” e che abbia necessità di non avere un baricentro, ma al contrario di andare alla ricerca di molti. Quando poi esplode la voce baritonale di Orazio Mori nell’aria “Troppo, troppo!”, tutto è veramente chiaro e lampante. È arrivato un bastimento è un disco che dichiara la modernità di Bennato, che fa comprendere la sua voglia di andare oltre la tradizione. Il suo punto fermo è sempre la metafora-fiaba, il mondo fatato e a tratti fantastico, ma il suo istinto, all’inizio degli anni Ottanta, lo conduce chiaramente a muovere sempre un passo ulteriore verso il nuovo e l’estroverso. La critica della società è alla base del suo lavoro, ma per destare l’attenzione c’è necessità di smuovere le acque dei generi e delle sonorità.
“Specchio delle mie brame”, la follia techno pop arrangiata da Roberto Colombo, è un’altra delle vele maestre di questo disco. C’è il totale spirito futuribile, la coscienza delle macchine al potere nell’era della musica liquida. Il brano spinge a farci comprendere in anticipo il volo magico che Bennato spiccherà anche con alcuni dei dischi successivi. Insomma, è arrivato un bastimento carico di novità, ma non è per tutte e tutti. Come recita la title-track: “È una voce che ti chiama / Che rimbalza a ogni angolo di strada / Un segnale che ti sa tentare / Mamma piange, come piange mamma / Quella musica è solo tua se la seguirai”.
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