Il curioso caso di Benjamin Griveaux: autoerotismo ed eleggibilità

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2 Marzo 2020

Oggi racconteremo il curioso caso di Benjamin Griveaux.

Personaggi: Benjamin Griveaux, candidato alle comunali parigine con En Marche nonché pupillo di Macron; Piotr Pavlensky, artista russo rifugiato in Francia celebre per le sue performance ad alto impatto (tra cui, degnissima di cenno, la crocifissione del proprio scroto sulla Piazza Rossa a Mosca); Alexandra de Taddeo, studentessa poliglotta, attuale fidanzata di Piotr ed ex amante di Benjamin.

Sinossi: in prossimità delle elezioni, Piotr Pavlensky, con l’intento di sabotare la propaganda di Benjamin Griveaux costruita sulla centralità della famiglia, divulga un video, registrato due anni prima, ritraente l’aspirante sindaco alle prese con un atto masturbatorio, un “omaggio”, dei più originali, all’amante Alexandra de Taddeo; conseguentemente, il macroniano, imbarazzato dalla scomoda presenza dei suoi genitali su pornopolitique.com, decide di rinunciare alla candidatura; poco limpida, a esser candidi, la quantificazione del coinvolgimento nella vicenda di Alexandra de Taddeo, custode del filmato quantomeno distratta.

Reazioni: inutile sottolineare come tale episodio stia sollecitando la frenetica fantasia dei molti internauti abituati a governare il mondo con un click. Per costoro, l’artista russo, sbucato dal punto di intersezione tra Carrère, Dostoevskij, Dugin, Black Mirror e Sid Vicious, assume in automatico, per deformazione retroscenista, le sembianze di una spia inviata da Putin da incardinare in una macchinazione più ampia. Anti-macroniana, dicono.

Per tutti gli altri, i meno arguti, il nodo della questione risiede, invece, banalmente, nel rapporto tra etica pubblica ed etica pubica. Con il baricentro dello scandalo ancora da stabilire.

Non si è ben capito, infatti, se a dar fastidio sia stata la prodezza onanistica in sé, l’annessa registrazione, l’irrituale divulgazione, la sfumatura fedifraga, il comportamento sistemico presupponibile, l’incoerenza di fondo con la strategia elettorale o l’esposizione al ricatto. Considerando altresì che i francesi, di norma, sono poco interessati alla vita privata dei politici.

Per esclusione, procedendo per tentativi ed errori, ci sentiamo di ritenere ormai definitivamente a riparo dal biasimo collettivo l’atto autoerotico in sé. La degustazione a distanza è stata accettata con discreta serenità persino nelle aree geografiche più bacchettoniche, figuriamoci nella comprensiva Francia.

Né reputiamo plausibile che la sfumatura fedifraga della prestazione onanistica possa sconvolgere sul serio un’opinione pubblica educata al realismo. Un iter masturbatorio dogmaticamente monogamo ci pare materiale da utopia.

Il problema, forse, per chi si dichiara integerrimo sul fronte famiglia con finalità elettorali, potrebbe consistere nel far convivere nella testa dei propri integerrimi votanti l’integerrimo quadretto in stile Mulino Bianco e la pornovendetta. Relazione clandestina + “pornoregalo” + pornosputtanamento costituiscono un trinomio difficile da spendere in sede di marketing elettorale, mettiamoci nei panni degli addetti ai lavori. Non ci sembra plausibile, a naso, che il celodurismo, in politica, possa funzionare fuor di metafora.

Tuttavia, se pensiamo all’incastro nostrano di Family Day e Bunga Bunga, apparentemente incompatibili, potremmo sospettare che il vulnus della condotta di Griveaux sia individuabile non tanto nell’incoerenza tra linea politica e linea pubica, bensì nella mera consultabilità della sua linea pubica: a meno che francesi e italiani non siano, per cultura dello scandalo, divisi da distanze siderali, e magari lo sono, dobbiamo presupporre che a gettar scompiglio, e a frenar l’indulgenza, sia la libera circolazione del documento autoerotico più che la relazione clandestina o l’autoerotismo in sé, concesso, si spera, finanche a un politico.

A futura memoria: se mirate a una carica elettiva, potete pure rompere le palle con la famiglia e, contestualmente, tradire, ammucchiarvi o concedervi agli aspetti tecnico-tattici della sessualità più eterodossi, ma fate tutto di nascosto, lontano dalle webcam. L’opinione pubblica perdona qualunque cosa al proprio rappresentante, ma non il farsi beccare con “l’arma del delitto” tra le mani. Questo ancora non lo accetta. Meglio ladri conclamati o corrotti che segaioli fedifraghi a portata di click. Curioso, davvero curioso.

TAG: Griveaux, Parigi, Pavlensky, Pornovendetta, scandalo
CAT: Parigi, Partiti e politici

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